giovedì 16 luglio 2009

Scusi dottore...il mio bambino può volare?

Una delle domande più frequenti che vengono rivolte al pediatra è se il bambino anche piccolissimo, può volare. La risposta più immediata è “perché” questo bambino dovrebbe prendere un aereo? Ma noi , genitori, poniamo certe domande per avere determinate risposte , spesso dettate alle nostre esigenze.Dunque facciamo volare il pargolo, ma rispettiamo alcune regole , alcune dettate dal buon senso , altre dettate da problematiche oggettive legate al viaggio ed al microcosmo che si crea all’interno dell’aereomobile. Proviamo a fare un elenco di cose da fare e”non “ fare per far viaggiare i bambini in aereo.

Durante la prima settimana di vita è fortemente sconsigliato il volo aereo e , se il bambino e’ prematuro , nei primi due mesi di vita. Nei primi cinque mesi il volo va permesso solo se strettamente necessario. Se il bambino è affetto da cardiopatie, pneumopatie, patologie croniche o acute in atto, vanno valutati i rischi correlati.

Con l’altitudine il volume dell’aria diminuisce circa del 25-30% passando da 760 mmHg a 560 mmHg : ciò succede quando si sale in alta montagna oppure quando l’aereo e’ in fase di decollo e fino ad arrivare in quota. Le variazioni di pressione /volume dell’aria creano patologie dolorose a carico di organi poco comunicanti con l’esterno come orecchie (barosinusite acuta) e intestino (meteorismo in neonati con coliche gassose) Così anche la pressione parziale di ossigeno diminuisce da 160 mmHg a 100-120 mmHg , facendo scendere la saturazione dell’ossigeno nel sangue da 98% a circa 90%.

Per quest’ultima evenienza si può fare poco,se non usare le bocchette d’ossigeno per aumentare la saturazione di O2 se il bambino presenta sintomi come cefalea, tachicardia, letargia.
Per le variazioni di pressione si può far soffiare bene il naso al bambino,effettuare lavaggi nasali, usare decongestionanti nasali, antistaminici e/o cortisonici, se il bambino è allergico, far masticare un chewing gum o , nel bambino piu’ piccolo, far succhiare il succhiotto o far bere al biberon. Portare sempre un antidolorifico in supposte, con effetto più rapido.


In un aereo l’aria che respiriamo è riciclata e compressa con un completo ricambio ogni 2- 4 minuti. Ciò comporta la presenza di numerosi filtri per l’aria e di una manutenzione continua e molto efficiente dei filtri stessi. Inoltre l’immissione di quest’aria crea un flusso laminare e freddo. Dunque in uno spazio ristretto, come una cabina d’aereo , in posizione obbligata seduta , la concentrazione di virus e batteri è notevole, favorita anche da una scarsa umidità (circa il 20%), che favorisce secchezza delle mucose orali e faringee, e oculari con possibili infezioni.I bambini sono particolarmente soggetti, date le loro scarse competenze immunitarie, soprattutto i più piccoli.

Vista l’aria più fredda e secca, vestire il bambino a “cipolla”, sedersi in posti con meno cambiamenti di temperatura (lato corridoio), far bere il bambino per idratarlo e usare creme idratanti per la pelle.

Il fuso orario, o jat lag, si ha quando si passano quattro fusi orari ed è più evidente volando verso Est. Dovuto all’alterazione del ritmo dell’orologio biologico (alternanza luce- buio),può incidere sull’umore, sul ritmo sonno-veglia, sulla temperatura corporea, sullo stato di vigilanza.

Far dormire il bambino in volo, mantenere, all’arrivo i ritmi dei pasti e del sonno come il luogo di partenza, e infine la necessità di acclimatazione dopo l’atteraggio.

Il mal d’aereo (chinestosi), dovuta alle turbolenze, alle virate, alle fasi di atterraggio e di decollo è caratterizzato da sudorazione fredda, pallore, agitazione e vertigini. Dunque un atteggiamento rilassato e tranquillizzante verso il bambino è fondamentale.

Si possono somministrare antistaminici, prendere posto vicino alle ali , dove si sentono meno le sollecitazioni. Farlo guardare avanti, non deve leggere o giocare in fase di decollo, non fargli assumere bevande eccitanti come thè o simili.

Per il rumore : preferire posti in coda per i bambini più piccoli che possono così dormire.

La posizione seduta comporta una stasi circolatoria ,anche nel bambino. Sono più a rischio soggetti con obesità, policitemia, scompensi cardiaci, traumi o fratture recenti che hanno richiesto un’ingessatura.

Il bambino non deve dormire raggomitolato, deve cambiare spesso posizione, anche da seduto, oppure camminare lungo il corridoio.

L’alimentazione è importante. Prima del volo il bambino non deve assumere bevande gassate o alimenti meteorizzanti,,ma pasti leggeri ricchi di carboidrati e vitamine e Sali minerali. Deve bere spremute e bevande zuccherate.

Portare giochi e libri graditi al bambino per fargli passare il tempo e distrarlo dal volo. Il sonno, come detto molto importante, va alternato al movimento ed al gioco.

Non sottoporre il bambino,stressando il concetto espresso all’inizio dell’articolo, a viaggi inutili legati a vostre esigenze e non alle sue: l’esposizione alle radiazioni , aumentate dalla latitudine (maggiore esposizione sulle rotte polari)e dall’altitudine (maggior esposizione proporzionata con una maggior altezza del volo di crociera) corrispondono per un viaggio aereo di 5/6 ore a sottoporre il bambino ad una radiografia del torace.


Dunque Volate con il vostro bambino….ma attenti alle regole!!!

domenica 12 luglio 2009

Intolleranza al lattosio

Il lattosio è un carboidrato contenuto nel latte ed è costituito da due zuccheri, il glucosio e il galattosio. Perché il lattosio venga assorbito dall'intestino, occorre che sia scisso nelle sue due componenti da un enzima, chiamato lattasi, presente sul bordo delle cellule intestinali. Solo in rarissimi casi la lattasi intestinale è congenitamente scarsa, non permettendo la digestione del lattosio. Più frequentemente, nel corso dei primi anni di vita, un deficit si verifica invece come conseguenza di una qualche causa patogena che interessi l'intestino come, ad esempio, una infezione batterica o virale, una allergia alimentare, una infestazioni di tipo parassitario, una grave malnutrizione proteico-calorica. In questi casi il lattosio ingerito non riesce ad essere digerito dalle cellule intestinali danneggiate e rimane nel lume del tenue e del colon, dove esercita un'azione osmotica che, provocando un richiamo di liquidi, perpetua la diarrea. La normale capacità digestiva lattasica si ricostituisce abbastanza rapidamente a causa della rapidità del ricambio delle cellule intestinali per cui un breve periodo di sospensione nella introduzione di lattosio con la dieta permette la scomparsa dei sintomi. Se nei primi anni di vita l'intolleranza al lattosio è quasi sempre secondaria a patologie intestinali, negli anni successivi l’attività dell'enzima lattasi diminuisce rapidamente, secondo uno schema geneticamente predefinito. Solo poche popolazioni al mondo hanno la capacità di mantenere una valida attività lattasica ed una conseguente capacità di digerire il lattosio anche nel corso della vita adulta. In Italia ad esempio numerosi studi hanno riportato una prevalenza del deficit di lattasi variabile tra il 15-20% ed il 50% della popolazione generale. E' interessante sapere che in tutto il mondo la maggior frequenza del deficit di lattasi “tipo adulto” coincide con le aree a minor consumo di latte e, al contrario, le zone ove il deficit è raro coincidono con le aree in cui è maggiore il consumo di latte.
Il deficit di lattasi si manifesta con sintomi che comprendono, oltre alla diarrea, i dolori addominali diffusi, di tipo crampiforme, la tensione e distensione dell'addome, il meteorismo. Tutte queste manifestazioni sono dovute sia all’azione osmotica esercitata dal lattosio, sia all’attività dei batteri del colon, che fermentano il lattosio non digerito provocando la produzione di gas (idrogeno, metano, ecc.) e di altre sostanze. Occorre però precisare che non tutti i soggetti con deficit di lattasi sono sintomatici quando mangiano un alimento contenente lattosio. Questa apparente discrepanza fra fisiopatologia (attività lattasica e suo deficit) e clinica è ben comprensibile se si considera che il deficit di lattasi non è un fenomeno del tipo “tutto o nulla” bensì, un fenomeno “scalare”. In altre parole esistono diversi gradi del deficit, per cui un soggetto affetto da deficit di lattasi può essere in grado di assumere e digerire senza sintomi 12 grammi di lattosio, ma non 20 grammi, mentre un altro soggetto può assumerne senza alcun disturbo 20 grammi, ma non 30. Lo yogurt in particolare ha un contenuto di lattosio ridotto del 30-40% rispetto a quello originale, grazie ai processi di fermentazione; inoltre, esso contiene nei suoi microrganismi una lattasi (la betagalattosidasi) che si attiva nel duodeno e nel digiuno e consente la digestione del lattosio. Un altro alimento ben tollerato è solitamente il formaggio grana; 100 g di questo formaggio forniscono 1340 mg di calcio ed un suo consumo regolare può ottimamente supplire il carente apporto derivante dal mancato consumo di latte.

Riportiamo di seguito un elenco di alimenti contenenti lattosio, ricavato dalla pubblicazione "Items News" del marzo 1998 della ditta Danone.

ALIMENTO LATTOSIO in 100 g. di ALIMENTO:

LATTE VACCINO INTERO 4,5
LATTE VACCINO PARZIALMENTE SCREMATO 4,6
LATTE VACCINO MAGRO 4,7
FIOCCHI DI LATTE MAGRO 2,6
LATTE DI PECORA 4,5
LATTE DI BUFALA 4,9
LATTE DI CAPRA 4,2
LATTE EVAPORATO 9,2
LATTE IN POLVERE (INTERO) 35,1
LATTE IN POLVERE (MAGRO) 50,5
BURRO 4,0
YOGURT DA LATTE INTERO 3,2
YOGURT DA LATTE MAGRO 3,3
YOGURT MAGRO ALLA FRUTTA 3,1
PANE AL LATTE 1,8
FORMAGGINO (TIPO MIO) 6,0
CREMA BELPAESE 3,2
EDAM FRESCO O STAGIONATO 1,0
RICOTTA FRESCA VACCINA 4,0
RICOTTA ROMANA DI PECORA 3,2

Non contengono invece lattosio i seguenti formaggi: Asiago, Caciocavallo, Caciotta toscana, Certosino, Emmental, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano e Parmigiano-Reggiano, Mascarpone, Mozzarella, Pecorino fresco, Pecorino romano, Provola affumicata, Provola dolce, Provolone piccante, Robiola, Scamorza, Stracchino, Taleggio.

mercoledì 8 luglio 2009

Creme e Sole

E' tornata l'estate e il sole. E' tornato anche l'amletico dubbio di quale crema scegliere, per noi, ma sopreattutto per il "bimbo"!!
Il mercato è ricco di "solari" con alta e bassa protezione, filtro UVA, ipoallergico, ecologico...ma quali le caratteristiche. Prima di tutto un solare deve proteggere la pelle dai pericoli legati all'esposizione solare. Al sole il corpo umano si difende producendo più melanina, la sostanza che colora la pelle e assorbe i raggi solari. Dunque con le lunghe esposizioni al sole ci abbronziamo e la pelle si ispessisce, invecchia, passando per una fase iniziale di eritema , poi edema, desquamazione cutanea e vasodilatazione dei capillari.Questa fase è dovuta ai raggi solari UVB (radiazioni Ionizzanti B) : si fermano nell’epidermide e qui vengono assorbiti provocando in poche ore il rilascio di molecole irritanti che a loro volta provocano vasodilatazione dei capillari del derma e eritema solare. Inoltre stimolano lo strato germinativo basale alla produzione di melanina e pigmentazione duratura (circa 20-25 giorni). Il processo richiede circa 6-7 giorni .I raggi UVA ,(radiazioni Ionizzanti A), attraversano l’epidermide per arrivare nel derma dove vengono assorbiti. Provocano il fenomeno della pigmentazione diretta (fenomeno di Meyrowsky) con formazione in poche ore di una fugace pigmentazione (maturazione della melanina gia’ presente nelle cellule) che pero’ dura pochi giorni (2-3 giorni). La loro funzione nella pigmentazione e’ quella di dare una veloce e leggera protezione della pelle alla stimolazione solare.Dunque raggi UVB per un'abbronzatura duratura che è provocata dai raggi che si arrestano nell’epidermide, stimolando la formazione di melanina nello strato basale germinativo, mentre i raggi UVA per un'abbronzatura ridotta.I raggi UVA fanno solo maturare la melanina in via di formazione e gia’ presente nelle cellule dell’epidermide.
Ma la complicanza più temibile dell'esposizione al sole sono i tumori cutanei, come il basalioma e i melanomi.
Esistono fondamentalmente due tipi di filtri solari:
a) filtri chimici ( con composizione in Ethylhexyl SalycilateDiethylhexyl Butamido TriazoneButyl Methoxydibenzoylmethane4-Methylbenzyliden Camphor (4-MBC)Benzophenone-3(Bp-3)Octyldimethyl-PABA (OD-PABA)Ethylhexyl Triazone) che assorbono i raggi UVA e/o UVB
Ogni filtro scherma ben determinate porzioni di radiazioni solari.
b) filtri fisici (Zinc oxide ( ossido di zinco)* Talc (talco)* Titanium dioxide( Diossido di titanio) che riflettono tutti i raggi solari.
Alcune di queste hanno un fattore di riflessione maggiore di altre e molto importante, ai fini dell'ottenimento di una buona azione schermante, la microgranulometria di tali pigmenti ed un'appropriata tecnica di produzione.
Un buon prodotto solare e' ideato in modo che abbia una protezione su tutta l'estensione degli UVA e UVB.
Tale proprieta' la si ottiene adoperando contemporaneamente diversi tipi di filtri e spesso sia di natura schermante che riflettente.
Importante è il fattore di protezione nella scelta di un "solare".Il FP e' dato dal rapporto fra il tempo di soglia dell'eritema con filtro solare e il tempo di soglia dell'eritema in assenza di filtro.
Per esempio : se si usa un FP 6 , restando al sole 10 minuti, si potrà rimanere al sole per 60 minuti. I "Solari" devono distribuirsi con facilita' omogeneamente sulla pelle, dove devono rimanere il maggior tempo possibile senza essere assorbiti. I filtri solari infatti esplicano la loro attivita' sull'esterno della pelle e il loro assorbimento e' inutile e a volte dannoso.
Inoltre il protettivo solare deve essere idrorepellente per non andar via col sudore e con i bagni in acqua di mare.
Deve inoltre presentare alte caratteristiche di "adesivita" sulla pelle per non essere facilmente asportato fisicamente dallo sfregare dell'acqua.

Ed ora alcune regole per i bambini:
* sotto i sei mesi non vanno mai esposti al sole , sia perchè avendo poco strato corneo della pelle e melanina sono più soggetto ad eritemi e scottature.
*magliettina e cappellino, ombra e ricoprirli di crema in modo uniforme. Ma se fanno il bagno , rimettere la crema.La dose minima necessaria per la protezione può superare i 20 grammi di prodotto (dipende dalla taglia del bambino).
* mettere la crema anche quando sono abbronzati, protegge dai raggi solari.
* Usare una crema ad alta protezione totale, e ad ampio spettro (sia per Uva, sia UVB).

domenica 5 luglio 2009

Bambini Scomparsi

Impressionante il numero dei bambini scomparsi nell'ultimo anno in Italia. Ancora più impressionante è il numero dei bambini stranieri, che per i motivi più svariati (entrati clandestinamente, figli di gruppi etnici non censiti, nati e non denunciati) svaniscono e dei quali è difficile avere un numero esatto, una cifra da catalogare.Ma la cosa più impressionante è l'indifferenza che ruota attorna a questo evento...i casi eclatanti sono riportati dai mass-media, la maggioranza finisce nell'oblio.Ci sono siti che mettono in risalto questi missing-kids, che parlandone rendono pubblica almeno una parte di queste scomparse, ma sono ancora pochi e poco seguiti. Come ha detto un noto showman , con parole eloquenti e che dovrebbero rispecchiare il sentimento comune sui bambini :"Il sorriso di un bimbo non ha prezzo. Neppure le sue lacrime sono sul mercato. I bimbi sono tutto. Sono speranza nella vita e motivo per viverla...".
Interessiamoci ai bambini: sono veramente il futuro della Terra.
Clicca sul titolo per collegarti ad un sito di ricerca di bambini scomparsi