mercoledì 24 marzo 2010

C’era una volta…il Medico Scolastico…

La prevenzione nella scuola era e rimane molto importante, perché all’interno della popolazione scolastica si collocano fasce di età fra le più vulnerabili ai fattori di rischio ed inoltre, se si vuole tentare di modificare abitudini scorrette che sono causa di future patologie, è decisamente più opportuno farlo prima che certi modi di vivere si consolidino.
La Medicina scolastica, così come definita dalle normative precedenti (vedi normativa ciccando qui) era sicuramente da rivedere: si occupava spesso di attività routinarie, come le riammissioni a scuola dopo malattie infettive oppure di doppioni di attività che meglio sarebbe stato delegare al medico o pediatra di famiglia. Questo non significa che vada del tutto abbandonato un intervento sulla popolazione scolastica. Significa solo che ne vanno ridefiniti obiettivi e strumenti.
Non a caso si parla oggi di medicina di comunità, di quella medicina, in pratica, che si rivolge a "gruppi di popolazione" e non al singolo individuo, è attenta ai determinanti ambientali e socio-economici del disagio e della malattia; è orientata al bisogno inespresso, suo scopo è la promozione della salute, la prevenzione della malattia, l'individuazione dei bisogni, l'erogazione di servizi a gruppi particolari all'interno della popolazione generale.
Pensiamo al dilagare delle droghe all’interno delle scuole. L’uso abituale di alcool che nasce dall’insicurezza vissuta dagli adolescenti e non individuata né capita e conseguentemente aiutata dalle famiglie.
La sessualità che viene oggi vissuta fin dalla più giovane adolescenza come una liberazione da un limite. Il sesso serve per aumentare la propria sicurezza personale, per sentirsi apprezzati.
Poi i disturbi psicologici, bulimia e anoressia ,le ansie ,i bambini “caratteriali”, il bullismo che vengono registrati in significativo incremento statistico. Un fenomeno preoccupante soprattutto quando si verifica in soggetti psicologicamente già deboli, che andrebbero individuati e aiutati. Anche i disturbi alimentari come l’obesità , in costante aumento e destinata a generare nel tempo ingenti costi sociali.
La famiglia non riesce a fronteggiare queste problematiche e necessita sempre più spesso di un appoggio esterno.La scuola, ora non è in grado e non ha le strutture , i mezzi, il personale per sopportare le famiglie, e gli operatori scolastici già operano in condizioni estreme.
L'importanza di un servizio diretto alla popolazione scolastica,non necessariamente il vecchio medico scolastico,ma alcuni progetti utili che potrebbero essere svolti da figure diverse, individuate all'interno delle ASL , sotto il coordinamento e il controllo della medicina di comunità. Il "luogo" più naturale in cui collocare la medicina di comunità all'interno del SSN dovrebbe essere il distretto ,dove un gruppo di medici “dedicati” potrebbe soddisfare i necessari interventi anche in accordo e con la collaborazione dei medici e dei pediatri di base. Far riappropriare il Pediatra di Libera scelta della parte preventiva e di profilassi del giornaliero lavoro sul territorio è condizione necessaria e fondamentale in un rilanciato progetto di medicina scolastica.
La medicina scolastica dovrebbe dunque farsi carico del momento preventivo (diagnosi precoce) e in parte, del momento curativo, individuando dei centri di riferimento , ospedali, consultori ecc. dove inviare la patologie diagnosticate. Si limiterebbe la diffusione delle patologie comunitarie più comuni e il costo non ricadrebbe finanziariamente su SSN. Un servizio pediatrico, a cui accedere senza appuntamento, nei giorni e negli orari stabiliti ed esposti al pubblico, con vari compiti dalla semplice visita di un alunno malato all’assistenza di bambini extracomunitari, che spesso non hanno accesso ai servizi di base, al bambino portatore di handicaps, alleggerirebbe il lavoro della medicina e della pediatria di base.
Un’azione di coordinamento e promozione d'interventi di educazione alla salute, anche da parte di personale extrascolastico. La promozione della salute deve intendersi come formazione di una coscienza individuale e collettiva al rispetto della propria e dell'altrui persona e deve portare all'acquisizione di abitudini e comportamenti che prevengano il verificarsi di disagi e/o veri e propri eventi morbosi.
Un’ ispezione iniziale e periodica degli ambienti scolastici ; degli alunni riguardo a malattie parassitarie (soprattutto pediculosi) e azioni di educazione sanitaria . La Vigilanza sulla refezione scolastica. Non solo menù corretti dal punto di vista nutrizionale, ma anche qualificazione dell'approvvigionamento (alimenti integrali, biologici, introduzione di cibi inconsueti, ecc.) e miglioramento del comfort delle sale mensa (riduzione del rumore, miglioramento della situazione ambientale e degli arredi).

..e allora vissero sani e sicuri in una scuola migliore o…come disse il bambino napoletano “speriamo che me la cavo?”

domenica 21 marzo 2010

Alterazioni Congenite Vascolari 2

Nevus Flammeus


Il nevus flammeus è una alterazione congenita cutanea di tipo vascolare riscontrabile nello 0,3% dei neonati.
Le lesioni sono di tipo appiattito, presentano un colorito variabile da rosso a porpora, e sono evidenti fin dalla nascita. Differentemente dagli emangiomi, queste lesioni non tendono a scomparire con il passare del
tempo, ma possono bensì assumere un colorito più scuro. Le lesioni possono anche sviluppare varicosità, noduli o
granulomi. Il nevus flammeus non richiede alcun trat-tamento. La tempistica ottimale del trattamento con laser, riservato a nevi ampi e anti-estetici, è prima dell’anno di età. In uno studio condotto sull’argomento, 5 sessioni di terapia con dye-laser pulsato hanno

ottenuto una diminuzione del 63% delle dimensioni delle lesioni; l’ulteriore prosecuzione del trattamento è risultata invece associata ad una diminuzione meno si-gnificativa (18%) delle dimensioni. Intervalli di 2 settimane tra un trattamento e l’altro sembrano essere altrettanto efficaci e ben tollerati rispetto ad intervalli più lunghi.

Quando si sviluppa nel territorio di distribuzione della branca oftalmica del nervo trigemino il nevus flammeus si può associare a glaucoma ipsilaterale. Il glaucoma può manifestarsi da solo o può far parte della sindrome di Sturge-Weber, presente nel 5-8% dei pazienti con nevus flammeus oftalmico. La sindrome è classicamente definita dalla triade costituita da glaucoma, convulsioni e nevus flammeus, e può comprendere angiomi localizzati a livello cerebrale e delle meningi. I pazienti con sindrome di Sturge-Weber sono esposti ad un rischio più elevato di ritardo mentale e di emiplegia.

Nevo semplice


Il nevo semplice è una alterazione congenita vascolare della cute che riguarda il 33% dei neonati. Queste le-sioni cutanee appiattite, di color salmone, sono attribui
bili a teleangectasie del derma. Le lesioni si possono sviluppare in prossimità degli occhi, a livello del cuoio capelluto e del collo; le lesioni vanno incontro a sbianca-mento quando vengono sottoposte a pressione. Differen-temente dalle lesioni da nevus flammeus, che sono solita-mente monolaterali, i nevi semplici si sviluppano spesso ad entrambi i lati del volto, secondo un pattern simmetrico. Si tratta di lesioni benigne, senza significato clinico. Il 40% dei nevi semplici scompare nel periodo neo-natale, e la maggior parte entro i 18 mesi di età.


Bibliografia essenziale

Jacobs AH, Cahn RL. Birthmarks. Pediatr Ann. 1976;5(12):743-758
Nguyen CM, Yohn JJ, Huff C, Weston WL, Morelli JG. Facial port wine stains in childhood: prediction of the rate of improvement as a function of the age of the patient, size and lo-cation of the port wine stain and the number of treatments with the pulsed dye (585 nm) laser. Br J Dermatol. 1998;138(5):821-825.
Tomson N, Lim SP, Abdullah A, Lanigan SW. The treat-ment of port-wine stains with the pulsed-dye laser at 2-week and 6-week intervals: a comparative study. Br J Dermatol. 2006;154(4):676-679.
Kramer U, Kahana E, Shorer Z, Ben-Zeev B. Outcome of infants with unilateral Sturge-Weber syndrome and early on-set seizures. Dev Med Child Neurol. 2000;42(11):756-759.

Alterazioni Congenite Vascolari del Neonato

Emangiomi


Gli emangioni dell’infanzia vengono spesso definiti emangiomi “a fragola”. Le lesioni riguardano una percentuale compresa tra l’1,1% ed il 2,6% dei neo-
nati. Alla nascita le lesioni possono non essere clinicamente evidenti, oppure possono apparire come chiazze di cute pallida. I bambini possono sviluppare emangiomi in un qualsiasi periodo nel corso dei primi mesi di vita; ad un anno di età emangiomi sono presenti nel 10% dei bambini.

Dopo l’infanzia gli emangiomi tendono ad andare incontro ad involuzione ed a scomparire; il 50% degli emangiomi si risolve entro i 5 anni di età, il 70% entro i 7 anni di età, ed il 90% entro i 10 anni di età.
Dopo la loro risoluzione gli emangiomi possono lasciare un’atrofia residua, teleangectasie, ipopigmentazione o cicatrici. Un trattamento delle lesioni condotto durante il primo anno di vita, mediante laser pulsato, può accelerare la scomparsa degli emangiomi prima del raggiungimento dell’età scolare. L’unico studio randomizzato e controllato condotto sull’argomento, con valutazione “cieca” dei risultati, non è peraltro riuscito a dimostrare alcun effetto estetico positivo nel lungo periodo derivante da questo tipo di intervento. Angiomi del neonato che comprimono l’occhio, le vie aeree o altri organi vitali devono essere valutati con urgenza da uno specialista. Queste lesioni rispondono in genere ad un trattamento di 6-12 settimane con prednisone.
Emangiomi sacrali possono essere associati ad una sindrome del “midollo ancorato” o a deficit neurologici.14 Emangiomi profondi necessitano di una valutazione delle strutture interessate, nonché un esame obiettivo completo del neonato. L’osservazione di emangiomi cutanei multipli deve far sospettare la presenza di emangiomi anche a livello epatico o del tratto gastrointestinale; tali lesioni possono causare ostruzioni o emorragie.

Bibliografia essenziale:

Drolet BA, Esterly NB, Frieden IJ. Hemangiomas in chil-dren. N Engl J Med. 1999;341(3):173-181.
Smolinski KN, Yan AC. Hemangiomas of infancy: clinical and biological characteristics. Clin Pediatr (Phila). 2005;44(9):747-766.
Batta K, Goodyear HM, Moss C, Williams HC, Hiller L, Waters R. Randomised controlled study of early pulsed dye la-ser treatment of uncomplicated childhood haemangiomas: re-sults of a 1-year analysis. Lancet. 2002;360(9332):521-527.
Sadan N, Wolach B. Treatment of hemangiomas of infants with high doses of prednisone. J Pediatr. 1996;128(1):141-146.
Goldberg NS, Hebert AA, Esterly NB. Sacral hemangio-mas and multiple congenital abnormalities. Arch Dermatol. 1986;122(6):684-687.

venerdì 19 marzo 2010

Dermatite seborroica

La dermatite seborroica è un rash cutaneo estremamente frequente, caratterizzato da eritema e desquamazione untuosa della cute . Molti genitori conoscono la patologia con la definizione di “crosta lattea”, dal momento che l’alterazione interessa più frequentemente il cuoio capelluto. Le altre possibili sedi di interessamento comprendono il volto, le orecchie ed il collo. L’eritema tende a prediligere le pieghe cutanee e aree intertriginose, mentre la desquamazione predomina a livello del cuoio capelluto. La dermatite seborroica si diffonde spesso ad aree cutanee coperte dal pannolino, per cui l’alterazione va compresa nella diagnosi differenziale dei casi di dermatite da pannolino.

La distinzione clinica tra dermatite seborroica e dermatite atopica può essere difficoltosa; a tale proposito possono essere utili fattori come l’età di insorgenza e la presenza o l’assenza di prurito. Anche la psoriasi può avere un aspetto clinico simile a quello della dermatite seborroica, ma è meno frequente.

L’esatta eziologia della dermatite seborroica non è nota. Alcuni studi hanno suggerito un ruolo per il lievito Malessezia furfur (noto in precedenza come Pitysporum ovale). Potrebbero essere coinvolte anche fluttuazioni ormonali; ciò potrebbe rendere conto dello sviluppo più frequente della dermatite seborroica in aree cutanee con elevata densità di ghiandole sebacee.
La dermatite seborroica infantile è solitamente una condizione autolimitante, che si risolve nell’arco di alcune settimane o di alcuni mesi.

In considerazione della natura benigna ed autolimitante della dermatite seborroica del neonato, l’approccio al trattamento deve essere conservativo, e va impostato “step by step". Il medico deve iniziare rassicurando i genitori, e tenendo il paziente in attenta osservazione. In presenza di preoccupazioni di tipo estetico è possibile rimuovere le squame, dopo aver utilizzato uno shampoo, con uno spazzolino morbido. Per ammorbidire le squame si può somministrare un emolliente, come il petrolato bianco. Un altro intervento efficace prevede l’applicazione durante la notte di olio a livello del cuoio capelluto. Le terapia si basano sul petrolato bianco, su shampoo all’acido salicidico e a zolfo, fino ad arrivare a lozioni o creme a base di corticosteroidi,come l'idrocortisone.

Bibliografia essenziale:

Feng E, Janniger CK. Miliaria. Cutis. 1995;55(4):213-216.
Janniger CK. Infantile seborrheic dermatitis: an approach to cradle cap. Cutis. 1993;51(4):233-235.
Williams ML. Differential diagnosis of seborrheic dermatitis. Pediatr Rev. 1986;7(7):204-211.
Tollesson A, Frithz A, Stenlund K. Malassezia furfur in infantile seborrheic dermatitis. Pediatr Dermatol. 1997;14(6):423- 425.
Mimouni K, Mukamel M, Zeharia A, Mimouni M. Prognosis of infantile seborrheic dermatitis. J Pediatr. 1995;127(5):744-746.

martedì 16 marzo 2010

Fenomeni vascolari transitori

La fisiologia vascolare del neonato è responsabile di due tipi di alterazioni transitorie del colore della cute: la cutis marmorata e la “cute Arlecchino”. Questi fenomeni vascolari transitori sono attribuibili a modificazioni fisiologiche del periodo neonatale, e non rappresentano dei veri e propri rash cutanei.

Cutis marmorata


La cutis marmorata è caratterizzata da chiazzature reticolari della cute che coinvolgono il tronco e gli arti. L’alterazione è causata da una risposta vascolare al freddo, ed in genere si risolve con il riscaldamento della cute. Una tendenza a sviluppare cutis marmorata può persistere per alcune settimane od alcuni mesi dopo la nascita, ed a volte fino alla prima infanzia. Non è indicato alcun trattamento.

Cute Arlecchino


La “cute Arlecchino” si manifesta quando il neonato giace di lato. L’alterazione è caratterizzata da eritema dal lato declive del corpo, e da un simultaneo imbiancamento dal lato controlaterale. L’alterazione del colorito cutaneo si sviluppa improvvisamente e persiste per 30 secondi – 20 minuti. L’alterazione si risolve in seguito ad un aumento dell’attività muscolare, oppure con il pianto. Il fenomeno interessa una percentuale fino al 10% dei neonati a termine. L’alterazione è più comune tra il secondo ed il quinto giorno di vita, e può persistere fino alla terza settimana. Si ritiene che la cute Arlecchino sia attribuibile ad una immaturità dei centri ipotalamici che controllano la dilatazione dei vasi periferici.

Bibliografia essenziale:

1. McLaughlin MR, O’Connor NR, Ham P. Newborn skin: part II. Birthmarks. Am Fam Physician. 2008;77(1):56-60.
2. Mazereeuw-Hautier J, Carel-Caneppele S, Bonafé JL. Cutis marmorata telangiectatica congenita: report of two persistent cases. Pediatr Dermatol. 2002;19(6):506-509.
3. S e l i m o g l u MA, Dilmen U, Karakelleoglu C, Bitlisli H, Tunnessen WW. Picture of the month. Harlequin color change. Arch Pediatr Adolesc Med. 1995;149(10):1171-1172.

sabato 13 marzo 2010

Cute: Miglio e Sudamina

Grani di miglio

I “grani di miglio” sono papule giallastre o perlacee di
1-2 mm di diametro, causate dalla ritenzione di chera-
tina a livello dermico. Sono presenti in circa il 50% dei neonati.
I grani di miglio si sviluppano più frequentemente a livello di
fronte,guance, naso e mento, ma possono riguardare anche la
parte superiore del tronco, gli arti, il pene e le membrane
mucose. Le lesioni si risolvono spontaneamente, di so-
lito entro il primo mese di vita,
anche se a volte possono
persistere fino al secondo e al terzo mese.

Miliaria

La "miliaria" è il risultato di una ritenzione di sudore cau-
sata da chiusura parziale delle strutture eccrine della
cute. Anche se si tratta di entità cliniche distinte, sia i
grani di miglio che la miliaria sono il risultato di un’im-
maturità delle strutture cutanee. La miliaria si sviluppa
in una percentuale fino al 40% dei neonati, e compare
in genere durante il primo mese di vita.Esistono di-
versi sottotipi di miliaria, clinicamente distinguibili
tra loro;
le forme più comuni sono la miliaria rubra e la mi-
liaria cristallina.


La miliaria cristallina
è causata dall’ostruzione superfi-
ciale di un dotto eccrino. Le lesioni sono costituite da
vescicole di 1-2 mm di diametro, senza eritema circo-
stante, più frequentemente localizzate a livello del capo,
del collo e del tronco . Ciascuna vescicola va
incontro ad evoluzione, con rottura seguita da desqua-
mazione, e può persistere per un periodo compreso tra
alcune ore ed alcuni giorni.

La miliaria rubra, nota anche come sudamina , è at-
tribuibile ad un’ostruzione più profonda dei dotti
delle ghiandole sudoripare. Le lesioni si sviluppano a
livello di aree cutanee solitamente coperte da
indumenti. La miliaria cristallina e la miliaria rubra sono
condizioni benigne.
Per la prevenzione ed il trattamento
di queste alterazioni sono utili misure come evitare l’ec-
cessiva esposizione al calore, evitare di coprire troppo
il neonato, il bagnetto con prodotti a base di avena colloidale.

Bibliografia essenziale:

Paller A, Mancini AJ, Hurwitz S. Hurwitz Clinical Pedia-tric Dermatology: A Textbook of Skin Disorders of Childhood and Adolescence. 3rd ed. Philadelphia, Pa.: Elsevier Saunders, 2006:737.

Feng E, Janniger CK. Miliaria. Cutis. 1995;55(4):213-216.

giovedì 11 marzo 2010

Cute: Eritema tossico del neonato

L’eritema tossico del neonato rappresenta l’eruzione pu-
stolosa più comune in età neonatale. Le stime di inci-
denza variano tra il 40% ed il 70%.
L’eritema tossico del neonato può essere presente alla
nascita, ma più tipicamente si sviluppa durante il se-
condo o il terzo giorno di vita. Le tipiche lesioni sono
costituite da macule e papule di 2-3 mm di diametro
che evolvono in pustole. Ciascuna pustola è circondata da
un’area di eritema, con sviluppo di una lesione che viene
classicamente descritta come simile aquella derivante da
un morso di pulce. Le lesioni interessano solitamente il volto,
il tronco e la parte prossimale degli arti. I palmi delle mani
e le piante dei piedi sono risparmiate.
Diverse infezioni (ad esempio da herpes simplex, Can-
dida, Staphylococcus) possono presentarsi, in periodo neo-
natale, con rash vescicolo-pustolosiuna ricerca di tali infezioni
va condotta in pazienti che appaiono sofferenti o che presentano
un rash atipico.Nei neonati che appaiono in buone condizioni
generali di salute la diagnosi di eritema tossico è di tipo clinico,
e può essere confermata con l’esame citologico di uno striscio di
materiale ottenuto da una pustola.
L’eziologia dell’eritema tossico del neonato non è nota.
Le lesioni in genere scompaiono nell’arco di 5-7 giorni,
ma possono recidivare per diverse settimane. Non è
necessario alcun trattamento, e l’alterazione non è
associata a patologie sistemiche.

domenica 7 marzo 2010

Anomalie vascolari cutanee...la pelle del neonato non è sempre perfetta!

le anomalie vascolari cutanee si dividono im
*angiomi
*malformazioni vascolari.
I primi sono tumori benigni dell'epitelio