venerdì 28 maggio 2010

Prematuri verso Casa….

I neonati che nascono prima della trentasettesima settimana di gravidanza vengono considerati “prematuri”. La prematurità rappresenta, dopo le anomalie congenite, la seconda causa più importante di mortalità infantile. La somministrazione prenatale di steroidi, la terapia con surfattante ed i miglioramenti avvenuti nelle tecniche di terapia intensiva hanno tuttavia migliorato in maniera radicale gli outcome dei neonati prematuri. I neonati che sono stati ricoverati in unità di terapia intensiva neonatale presentano spesso problemi medici complessi, e possono richiedere un’assi-stenza specialistica di follow-up prolungata. La displasia broncopolmonare o altre patologie polmonari croniche, apnee e bradicardia, criptorchidismo, reflusso gastroesofageo, sindrome della morte improvvisa neonatale, ventricolomegalia e patologie cerebrali come leucomalacie periventricolari e emorragia intraventricolari, le ernie sono più frequenti tra i neonati prematuri rispetto a quanto descritto nei neonati a termine.Negli Stati Uniti un numero sempre più elevato di neonati nasce prematuro. Per il National Center for Health Statistics la prematurità riguarderebbe all’incirca il 13% delle nascite. In Italia le percentuali sono più basse: sono circa 30 mila i nati prematuri,nati prima della 36° settimana di età gestazionale, e rappresentano il 6,1 per cento di tutte le nascite; nello specifico, il 5,2 per cento nasce tra la 32ma e la 36ma settimana, lo 0,9 per cento a meno di 32 settimane Anche se i tassi di sopravvivenza e gli outcome dei neonati prematuri sono migliorati in maniera drammatica nel corso degli ultimi decenni, morbilità e mortalità sono ancora significative. I neonati prematuri sono esposti ad un rischio più elevato di problemi di crescita, ritardi di sviluppo, nonché di complessi problemi di tipo medico. Per tener conto della prematurità il monitoraggio della crescita e dello sviluppo del bambino deve essere condotto in base all’età “corretta” (cioè l’età in mesi a partire dalla data in cui era prevista la nascita a termine). La nascita prematura rappresenta una grave alterazione che interviene in una fase in cui il feto dovrebbe crescere rapidamente, in cui tutti i sistemi di organi dovrebbero essere in fase di maturazione e lo sviluppo del cervello dovrebbe essere nella sua fase di massima velocità.I neonati prematuri, inoltre, sono spesso esposti ad ulteriori stress di tipo metabolico, e presentano un fabbisogno di energie e di sostanze nutritive più elevato rispetto ai neonati a termine. Dopo la dimissione dall’unità di terapia intensiva pediatrica il neonato prematuro necessita pertanto di un’assistenza continua di tipo nutrizionale, volta a favorire la crescita, lo sviluppo ed uno stato nutrizionale ottimali.Dopo la dimissione dal reparto di terapia intensiva i neonati prematuri si trovano in effetti spesso in condizioni di riserve nutrizionali subottimali.Un’insufficiente crescita post-natale, in particolare a livello della testa, è associata ad un aumento del rischio di limitazioni dello sviluppo nervoso e di outcome cognitivi sfavorevoli.
L’utilizzazione di formule arricchite sostitutive del latte materno, specifiche per neonati prematuri, oppure l’arricchimento del latte della madre possono ottenere, nel breve periodo, un miglioramento dei parametri che vengono utilizzati per la valutazione della crescita. Lo sviluppo del neonato è un processo dinamico che comprende capacità motorie più grossolane, capacità motorie fini, capacità di linguaggio, performance cognitiva e comportamenti di adattamento. L’identificazione precoce dei ritardi di sviluppo offre la possibilità di ottenere gli effetti benefici derivanti da un intervento terapeutico tempestivo. Nel corso dei primi due anni di vita del bambino lo sviluppo va valutato in base all’età corretta.
Ogni valutazione clinica di questi neonati deve prevedere una sorveglianza dello sviluppo, con l’obiettivo di intervenire tempestivamente una volta che viene diagnosticato un ritardo. La prematurità espone il neonato ad un rischio di alterazioni visive come retinopatia, strabismo, significativi errori di rifrazione.La retinopatia della prematurità si sviluppa in seguito all’alterazione dello sviluppo progressivo dei vasi a livello della retina. Il programma di vaccinazioni di routine dovrebbe procedere, in base all’età cronologica del paziente. Nei bambini prematuri che soddisfano determinati criteri è indicata la somministrazione di immunoglobuline contro il virus respiratorio sinciziale.

Bibliografia essenziale:

Hamilton BE, Martin JA, Ventura SJ. Births: preliminary data for 2005. National Center for Health Statistics. Accessed May 10, 2007, at: http:// www.cdc.gov/nchs products /pubs /pubd/hestats /prelimbirths05/ prelimbirths05.htm.

Caughey AB. Definition, incidence, significance, and demo-graphic characteristics of preterm birth. UpToDate 2007. Acces-sed July 6, 2007, at: http://www.uptodate.com/
Verma RP, Sridhar S, Spitzer AR. Continuing care of NICU graduates. Clin Pediatr (Phila) 2003;42:299-315.

Committee on Fetus and Newborn. American Academy of Pe-diatrics. Apnea, sudden infant death syndrome, and home monito-ring. Pediatrics 2003;111(4 pt 1):914-7.
American Academy of Pediatrics Committee on Infectious Di-seases and Committee on Fetus and Newborn. Revised indications for the use of palivizumab and respiratory syncytial virus immune globulin intravenous for the prevention of respiratory syncytial vi-rus infections. Pediatrics 2003;112(6 pt 1):1442-6.

Centers for Disease Control and Prevention. Protecting against influenza (flu): advice for caregivers of children less than 2 years old. Accessed July 6, 2007, at: http://www.cdc.gov/flu/protect/infantcare.htm.

Bennett F. Developmental outcome. In: Avery GB, MacDonald MG, Seshia MM, Mullett MD. Avery’s Neonatology: Pathophysio-logy & Management of the Newborn. 6th ed. Philadelphia, Pa Lippincott Williams & Wilkins, 2005:1632-51.

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Carlson S. Feeding after discharge: growth, development and longterm effects. In: Tsang RC. Nutrition of the Preterm Infant. Cincinnati, Ohio: Digital Educational Publishing, 20.: Lippincott Williams & Wilkins, 2005:1632-51.

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Henderson G, Fahey T, McGuire W. Calorie and protein-en-riched formula versus standard term formula for improving growth and development in preterm or low birth weight infants following hospital discharge. Cochrane Database Syst Rev 2005;(2):CD004696.

Section on Ophthalmology American Academy of Pedia-trics, American Academy of Ophthalmology, American Asso-ciation for Pediatric Ophthalmology and Strabismus. Screening examination of premature infants for retinopathy of prematu-rity [Published correction appears in Pediatrics 2006;118:1324]. Pediatrics 2006;117:572-6.


Am Fam Physician 2007; 76: 1159-64, 1165

mercoledì 26 maggio 2010

Le immununodeficenze : deficit di IgA

Le IgA sono una classe di anticorpi presenti nel sangue e sulle mucose. Gli anticorpi IgA sono deputati alla difesa dell'organismo a livello della mucose che sono in contatto con l'esterno, quindi specialmente quelle delle vie aeree e intestinali.
Il deficit di IgA è il più frequente tra i difetti congeniti del sistema immunitario ed è caratterizzato dalla diminuzione delle IgA nel sangue. Esso è di solito sporadico, ma occasionalmente si presenta in forma familiare, che suggerisce un’eredità autosomica dominante con espressività variabile. Il difeto di base è sconosciuto.Si parla di deficit selettivo assoluto di IgA quando la concentrazione sierica di queste immunoglobuline è inferiore ai 5 mg/dl con valore normale delle IgG e IgM.
Si osservano, molto spesso deficit parziali, ossia casi in cui la produzione anticorpale esiste, ma è in quantità insufficiente per l’età.
Nella gran maggioranza dei casi i deficit parziali vanno incontro ad una progressiva normalizzazione con il tempo.
Colpisce circa un soggetto ogni 500 nati.
È utile ricordare che alcune infezioni fetali e neonatali e l’uso di farmaci contro l’epilessia,come la fenitoina, possono essere alla base dell’origine di deficit parziali di IgA.
Questa immunodeficienza non causa problemi di sorta.Non dà sintomatologia e si arriva alla diagnosi spesso da adulti, casualmente.
Nel bambino si è notata un’associazione con le infezioni ricorrenti a carico dell’apparato respiratorio. Le infezioni ricorrenti dell’albero respiratorio superiore e inferiore sono rappresentate da sinusiti, faringotonsilliti, otiti, bronchiti, polmoniti.
Circa il 30% dei bambini con deficit assoluto di IgA è portatore di allergie respiratorie.
In particolare l’asma bronchiale può risultare particolarmente frequente, aggressiva e resistente alle terapie usuali complicata da altre patologie respiratorie.
È possibile l’associazione di questo immunodeficit con la malattia celiaca, ossia una intolleranza permanente al glutine, che è caratterizzata da un malassorbimento dei nutrienti ingeriti con l’alimentazione.
Questa intolleranza è venti volte più frequente nei soggetti con deficit di IgA rispetto alla popolazione generale. In questo caso le analisi da eseguire sono le anti-tranglutaminasi IgA per identificare la celiachia ,e dunque sulla ricerca di un tipo di IgA. È stata infine osservata la comparsa di malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide giovanile, il lupus eritematoso sistemico, l’anemia perniciosa,
La diagnosi è basata sulla misurazione della concentrazione sierica delle immunoglobuline.
Nei difetti parziali questo monitoraggio è consigliato ogni 12 mesi circa ed è finalizzato al controllo della produzione di IgA in quanto è possibile osservare un ritorno alla normalità entro il 10-14 anno di vita.La terapia è essenzialmente legata alla cura delle malattie associate ed in particolare alla profilassi delle infezioni ricorrenti che spesso preoccupano i genitori.

Bibliografia essenziale:

Morgan G, Levinsky RJ: Clinical significance of IgA deficiency. Arch Dis
Child 1988; 63: 579-81
Armin Alaedini and Peter H.R Green. Narrative review: Celiac
disease: understanding a complex Autoimmune disorder. Ann
Intern Med. 2005; 142:289-298
Ammann AJ: Selective IgA deficiency. In: Basic and clinical immunology.
Stities DP, Terr AI (eds). 7th Edition. Large Medical Book, East Norwalk
1991; 329-32

lunedì 17 maggio 2010

Scarpe e Deambulazione

Potrebbe sembrare banale leggere un articolo nel quale si parla di come scegliere la scarpa adatta al proprio bambino ma questa “scelta” rimane tra le piu’ problematiche per i genitori che arrivano al momento di farla. La scelta delle scarpe, è davvero fondamentale, visto che il piccolo si trova in una fase di crescita.
Iniziare a camminare e trovare il giusto baricentro per rimanere in piedi, e assumere una cattiva postura in questa fase, potrebbe poi comportare seri problemi per il suo sviluppo fisico futuro.
Ma è necessaria un po’ di fisiologia della deambulazione per “camminare” verso la scelta della scarpa adatta alle esigenze del nostro pargolo.
La maggior parte dei bambini inizia a camminare fra i 12 / 14 mesi.La deambulazione è preceduta solitamente dal gattonamento o da spostamenti a terra con varie modalità (da seduto, strisciando, in ginocchio) e da spostamenti in piedi tenendosi a vari sostegni: persone, mobili bassi, sedie.Il gattonamento va considerato come una vera e propria tappa nello sviluppo del bambino, una fase preparatoria che gli permette di acquisire sicurezza e abilità, e consapevolezza delle distanze, delle profondità e di sperimentare in sicurezza da terra, ostacoli e pericoli.Questa fase viene “saltata” da alcuni bambini.Ma che non gattonino o non sperimentino nessun tipo di spostamento a terra, non importa, cammineranno ugualmente bene con i loro tempi. Importante è che ogni bimbo abbia avuto la possibilità di stare a terra e imparare a spostarsi, che sia stato messo, nelle condizioni per farlo. Per tutto lo sviluppo va sollecitata e accompagnata la spinta naturale all’autonomia, motore primario della crescita e della vita stessa nella sua essenza principale. Il bambino non andrebbe mai messo in posizioni che non sa attivare e mantenere da solo e quindi anche per lo stare in piedi e per la deambulazione è importante che faccia le sue sperimentazioni e le sue conquiste da solo con le sue possibilità e i suoi tempi, noi adulti abbiamo il compito di stargli vicino, di incoraggiarlo, di gratificare i suoi sforzi ma non di sostituirci. All’inizio della deambulazione, il bambino cammina male, appare incerto, cade spesso, porta i piedi in fuori o in dentro. È necessario sapere che quando un bimbo inizia a camminare, conserva la stazione eretta con difficoltà, allargando le gambe e appiattendo i piedi sul terreno. È perfettamente normale perciò che il piccolo cammini con un'andatura incerta poiché la deambulazione richiede un notevole sforzo di coordinamento dei movimenti, e tenda a camminare con la massima base di appoggio portando uno o tutti e due i piedi in fuori, perché spesso la stabilità è migliore in questa posizione. L'atteggiamento in fuori, mono o bilaterale, dei piedini sarebbe dovuto alla persistenza della contrattura dei muscoli che ruotano all'esterno la gamba, come conseguenza di una scorretta posizione del feto in utero. il mantenimento di questo atteggiamento viene inoltre favorito quando si fa assumere al lattante una posizione a pancia in giù quando dorme, con i piedi ruotati all'esterno.Alcuni bambini invece, nei primi periodi in cui iniziano a camminare, mantengono la punta dei piedi in intrarotazione, quasi sempre a causa di una antiversione del collo del femore. Si intende con tale termine una particolare conformazione dell’asse del collo del femore, che presenta un angolo aperto in avanti di maggiore entità rispetto alla norma. Al di sotto dei tre anni di vita questa antiversione del collo del femore è ritenuta fisiologica ed è perciò considerata normale, in questi bambini, la marcia a punte in dentro poiché, per centrare la testa femorale all’interno dell’acetabolo (quella cavità semisferica dell’anca che si articola con la testa del femore), il bambino, quando cammina o sta in piedi, deve intraruotare il femore e di conseguenza tutto l’arto inferiore.Di conseguenza le rotule appaiono rivolte all’interno, come se si guardassero. Tutti questi problemi della deambulazione sono sempre destinati a risolversi spontaneamente con il passare del tempo.
La piattezza del piedino è dato dal grasso del tallone, in termini medici si chiama ” piede calcaneo-valgo”. Ma come dicevamo, lo sviluppo del piede è legato all’età del bimbo. Solo dopo i 3 anni si avrà la modificazione del piedino.
Le caratteristiche principali che devono soddisfare le scarpe, soprattutto nel caso del bambino, sono:
- Comodità;
- Flessibilità;
- Leggerezza

Le mamme tendono a comprare delle scarpe più grandi: il piede del bambino cresce e quindi, in tal modo, vorrebbero evitare di fare troppe spese a distanza di tempi ravvicinati. Le scarpe si comprano sempre del giusto numero.
Anche delle scarpe troppo strette potrebbero comportare dei problemi: oltre ad essere fastidiose e dolorose, possono far assumere al piede una conformazione sbagliata.
Per definire comode delle scarpe, lo spazio tra il piede e la scarpa, internamente, deve essere di circa 5 o 6 mm: le dita e il tallone (le estremità del piede) non devono essere troppo concentrate a ridosso delle pareti della scarpa.
L’altezza della scarpa deve essere tale da poter lasciare libera la caviglia nei movimenti.
In estate si preferiscono delle scarpe non chiuse, in modo da tenere il piedino fresco. Sono anche indicati le infradito, o dei sandali, dopo i 24 mesi di età del bimbo. Prima di quest’età, aperti ai lati e con 2 buchini sopra i piedini, i cosiddetti ” sandalini con gli occhi”. La scarpa per “gattonare” dovrà essere morbidissima ed elastica senza plantare anatomico, non deve irrigidire il piede nella posizione della camminata per questo deve essere flessibilissimo. Deve anche consentire al bambino i primi tentativi in piedi e i primi passi, per questo motivo la suola deve essere di vero cuoio molto flessibile con tasselli antiscivolo per aiutare il bambino a trovare il giusto equilibrio.
Fino ai 24 mesi è bene utilizzare delle scarpette che siano chiuse sia davanti che dietro in modo da proteggere dita e tallone. Le scarpine per i “primi passi”devono essere morbide comode e leggere con la suola non scivolosa e flessibile. Deve essere realizzata con pellami morbidi, la parte anteriore deve essere flessibile e non stretta per impedire il movimento delle dita. La parte posteriore deve avere un contrafforte solido che possa stabilizzare il calcagno, ma non deve ostacolare il movimento della caviglia.

martedì 4 maggio 2010

Meningite meningococcica: il vaccino quadrivalente

La meningite meningococcica, causata da Neisseria meningitidis ( COCCO GRAM NEGATIVO (unico batterio in grado di provocare epidemie di meningite) è una malattia batterica acuta, molto grave caratterizzata, dopo un periodo di incubazione di 1-10 giorni, da esordio improvviso, febbre, cefalea intensa, rigidità nucale, nausea, vomito e frequentemente esantema.
Si puo’ manifestare con meningite,ma anche con sepsi o entrambe.
I microrganismi di gruppo A, B e C sono responsabili della maggior parte dei casi. In passato il tasso di letalità superava il 50%, ma con la diagnosi precoce, una corretta terapia e le misure di sostegno nella maggior parte dei casi si ha rapida guarigione senza postumi: il tasso di letalità varia tra il 5 e il10%.
Nei Paesi in cui la malattia è endemica il 5-10% della popolazione può essere portatore. II serbatoio della infezione è costituito unicamente dall'uomo.
La trasmissione avviene per contatto diretto goccioline nasali e faringee di persone infette.
La contagiosità è presente durante l'incubazione e fino alla scomparsa dei meningococchi dal nasofaringe (24 ore dall'inizio della terapia antibiotica)
La malattia è diffusa in tutto il mondo ed è più frequente durante l'inverno e la primavera. Colpisce prevalentemente i bambini e i giovani adulti, specie se vivono in condizioni di sovraffollamento.
Nell’Africa sub-sahariana epidemie da meningococco di gruppo A e C si verificano durante la stagione secca (dicembre-giugno) e terminano improvvisamente con l’inizio della stagione delle piogge, soprattutto nelle aree della savana che si estendono dal Mali all'Etiopia, note come "cintura della meningite".
Il sierogruppo C è più frequentemente responsabile della malattia negli Stati Uniti, in Europa e in Canada.
In Italia l'incidenza é bassa rispetto al resto dell'Europa (3-6 casi /1.000.000 abitanti rispetto alla media europea di 14,5 casi), con circa
180 casi segnalati ogni anno.Negli ultimi anni è risultato il gruppo B (69% dei casi), seguito dal gruppo C (24% dei casi).In Italia esiste un vaccino che contiene un antigene polisaccaridico della parete del meningococco del sierogruppo C coniugato con la proteina CRM 197 del Corynebacterium diphteriae (da non considerare come immunizzante contro la difterite). Eccipienti: idrossido di alluminio, mannitolo, sodio fosfato dibasico, cloruro di sodio, acqua.Il limite di età per la somministrazione: 2 mesi.
L’immunizzazione attiva dei bambini a partire dai due mesi di età, degli adolescenti e degli adulti, per la prevenzione dell’infezione invasiva dal sierogruppo C di Neisseria meningitidis.
L’azienda Novartis ha recentemente comunicato una prossima immissione nel mercato europeo del nuovo vaccino coniugato per la malattia meningococcica di gruppo A, C, W135 e Y che potrebbe essere commercializzato in tutti i 27 Paesi dell’Unione. Il vaccino e’ indicato per l’immunizzazione attiva di adolescenti (a partire da 11 anni di eta’) e adulti a rischio di esposizione a Neisseria meningitidis di gruppo A, C, W135 e Y, per prevenire la malattia invasiva. Si tratta del primo vaccino coniugato disponibile in Europa per proteggere da quattro dei principali sierogruppi prevalenti della malattia meningococcica.
Il vaccino e’ stato sviluppato utilizzando la tecnologia della coniugazione, messa a punto per la prima volta da Novartis Vaccines nello sviluppo del vaccino coniugato per il meningococco C. Sono attualmente in corso studi sull’immunogenicita’ a lungo termine del vaccino quadrivalente coniugato e stanno iniziando studi clinici sugli stati di portatori del batterio. Il nuovo vaccino coniugato per la malattia meningococcica di gruppo A, C, W135 e Y e’ stato somministrato a oltre 18.500 persone ed e’ attualmente allo studio in molteplici trial clinici di Fase III in corso nel mondo su neonati e bambini nella prima infanzia. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha recentemente approvato il vaccino quadrivalente coniugato per l’immunizzazione di soggetti di eta’ compresa tra 11 e 55 anni.

Bibliografia:

American Academy of Pediatric s- Rapporto del comitato sulle malattie infettive - Red Book
ed. 2006 – Pacini editore – Capitolo Meningococco: 367-373.
CDC Health Information for International Travel 2008 http://wwwn.cdc.gov/travel/yellowBookCh4-Menin.aspx
Department of Health UK- Immunisation Against Infectious Disease - "The Green Book" 2006.Chapter 22: Meningococcal.
http://www.dh.gov.uk/en/Policyandguidance/Healthandsocialcaretopics/Greenbook/DH_4097254
Organizzazione Mondiale della Sanità – Vaccinazione contro il meningococco– Position paper (October 2002) Original English and French versions [pdf 127kb]


Cliccando sul titolo si puo' consultare il protocollo di profilassi dell'infezione meningococcica tratto da www.epicentro.iss.it

sabato 1 maggio 2010

Children of war

Non bisogna mai dimenticare che i bambini sono la parte più pura del genere umano e che rappresentano il nostro futuro, ma anche che sono le prime vittime dei nostri errori.Il più grande dei quali è la guerra. Scorrevo gli archivi della prestigiosa rivista americana Life e ho riscoperto foto drammatiche di bambini "in guerra".Sono rapppresentative di qualsiasi orrore commesso dalla pazzia umana e purtroppo è stato ed è comune a tutte le epoche.E' stato stimato che alla fine del 1974,nel Vietnam del Sud c'erano 80000 orfani di guerra....pensate a quante guerre dall'alba dell'uomo...

Cliccare sul titolo per le foto di Life.