venerdì 20 luglio 2012

Decalogo per stile di vita salutare

L'ufficio stampa di "Save the Children" ha diffuso i risultati del progetto triennale “Pronti, partenza, via!”, per la pratica motoria e sportiva e l’educazione alimentare dei bambini e ragazzi, ha già coinvolto oltre 27.000 tra bambini, genitori ed operatori in dieci città italiane. L’intervento, promosso da Save the Children insieme a Kraft Foods Foundation, in partnership con Centro Sportivo Italiano (CSI) e Unione Italiana Sport Per tutti (UISP), è patrocinato dalla SIP (Società Italiana di Pediatria) e dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.E' stato pubblicato un decalogo di stile di vita,consultabile cliccando il link che segue: Il Decalogo per uno stile di vita più salutare. Quello che emerge sui bambini e ragazzi italiani non è molto confortante e in precario equilibrio tra sane abitudini di vita da un lato, come la pratica di attività sportive e motorie, e la sedentarietà e le cattive abitudini dall’altro. Quasi un quinto dei bambini e adolescenti italiani - pari al 19% - non pratica alcuna attività motoria nel tempo libero, con un aumento di un punto percentuale rispetto allo scorso anno. La percentuale sale al 24% al Sud e nelle Isole, con dei picchi del 37% a Napoli e del 33% a Sassari. Costo elevato (21%) o assenza sul territorio di strutture adeguate (16%), sono tra le cause segnalate dai bambini, insieme al fatto che i genitori non possono accompagnarli (20%), ma soprattutto al disinteresse nella pratica di un qualsiasi sport o attività motoria (ben il 38%, in aumento del 12% rispetto al 2011). Paradossale la situazione dei bambini italiani anche durante le ore scolastiche dedicate all’attività motoria e alla pratica sportiva: il 6% dei bambini e ragazzi non ha alcuno spazio dove svolgere attività fisica (con un incremento del 2% a livello nazionale rispetto allo scorso anno, e dove esiste non è in buone condizioni per il 40% dei bambini italiani. Secondo il 60% dei genitori italiani, i loro figli passano il tempo libero prevalentemente a casa propria o di amici, percentuale che arriva al 66% al Sud e nelle Isole e al 64% nel nord ovest e che riguarda in misura maggiore la fascia d’età 11-13 anni (66%). Anche quasi il 30 % dei bambini e ragazzi intervistati dichiara più in generale di passare poco tempo all’aperto: il 12 % di essi non gioca mai o quasi mai fuori con gli amici, mentre il 17% lo fa solo qualche volta al mese. La televisione continua ad essere il mezzo con cui passare il tempo: i genitori dichiarano che più di 3 ore di TV al giorno sono la regola per quasi 1 bambino su 5 durante la settimana, ma nel weekend lo diventano per più di 1 su 4. Ore che spesso si sommano a quelle passate su internet (secondo i bambini e ragazzi italiani più di 3 ore al giorno per il 15% di loro, con percentuali del 30% a Milano e del 23% a Palermo) o a giocare ai videogames ,più di tre ore al girono per l’8%. 1 ragazzo su 4 afferma che i propri genitori non controllano per quanto resti incollato agli schermi, percentuali che salgono al 27% per quanto riguarda la navigazione su internet.Per contro, il 57% dei genitori si preoccupa se i figli stanno all’aperto (in leggera flessione rispetto al 59% del 2011), prevalentemente per la paura degli sconosciuti nel 45% dei casi, seguita dal timore del traffico (25%), che i figli si facciano male (25%), o che frequentino amici pericolosi (3%). Quando si sposta per qualunque esigenza, anche solo per andare a scuola, il 41% dei bambini e ragazzi lo fa accompagnato in auto (con un incremento del 3% rispetto allo scorso anno, e il 68% cammina meno di 30 minuti al giorno (di questi il 23% lo fa per meno di 15 minuti. La percezione dell’importanza di fare sport o attività motorie non va trascurata, soprattutto quando si parla di ragazzi: per il 46% dei ragazzi chi fa sport o attività motoria è considerato positivamente, ma il restante 54% non reputa sia importante o in ogni caso che lo sia più essere esperti di videogiochi, cartoni o calcio. Nell’impiego del tempo libero vengono privilegiate attività individuali come ascoltare musica (55%) o leggere (43%, in flessione di 11 punti percentuali rispetto al 2011), ma una domanda forte di socialità viene dal fatto che il 44% dei bambini ritiene sia molto importante stare con gli amici e i coetanei e il 28% vorrebbe giocare con loro all’aria aperta, mentre solo per il 6% ci vorrebbero più videogame o il 4% desidererebbe giocattoli. Solo un 14% dei bambini e ragazzi italiani ritiene che sia molto importante fare sport. Il tempo con i genitori viene sì trascorso andando a passeggio (52%), ma anche all’interno delle mura domestiche (51%, +6% rispetto al 2011,, all’interno dei centri commerciali ben il 43% dei ragazzi, o a casa di qualche familiare (41%). “Benché sembra che la pratica di attività sportive e motorie sia abbastanza diffusa tra i ragazzi italiani, ad un più attento esame, emergono forti criticità legate al disinteresse in forte aumento rispetto alla pratica di sport e un lieve incremento dei comportamento sedentari, come il più frequente utilizzo dell’auto negli spostamenti ed una maggiore permanenza dei ragazzi a casa nel tempo libero”, afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Indicatori preoccupanti, perché il movimento e la socialità sono elementi essenziali per la crescita equilibrata. Come abbiamo cercato di sintetizzare nel Decalogo per uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie , esistono dei comportamenti virtuosi che bisogna cercare di innescare: stimolare a camminare per più di 30 minuti al giorno, ad esempio, è fondamentale, se consideriamo che il 68% dei bambini e dei ragazzi italiani non lo fa”. Anche l’alimentazione, altro tassello del corretto stile di vita, insieme alle attività sportive, al movimento e al vivere all’aria aperta, presenta delle zone d’ombra. Nonostante i genitori dichiarino di conoscere in genere le regole per un regime salutare (89%)apprese soprattutto in ambito familiare (42%), o da letture (39%), il 37% di loro non le applica con i propri figli. Come conseguenza, circa un ragazzo su 4 mangia la frutta solo un paio di volte la settimana o meno spesso. È soprattutto dai pediatri che i genitori vorrebbero avere più informazioni su una corretta alimentazione, seguiti dagli insegnanti dei propri figli, ma anche dai media. I bambini inoltre non iniziano correttamente la giornata facendo colazione nel 19% dei casi, e mai o solo qualche volta a casa per il 12% di essi. E se si indaga su cosa mangiano i ragazzi, sono latte (65%), biscotti (47%) e cereali (39%). Per la maggior parte di essi, pari al 57%, comunque la colazione varia. La merenda fuori dai pasti principali (intesi come colazione , pranzo e cena) è un’abitudine consolidata solo per il 25% dei bambini italiani, a cui si aggiunge un 43% che lo fa qualche volta alla settimana, e la maggior parte di loro lo fa a metà pomeriggio (65%): la raccomandazione dei pediatri di effettuare 5 pasti nell’arco della giornata è ben lontana dall’essere praticata. Quasi un ragazzo su 10 mangia a pranzo solo a casa (l’8% in media, ma la percentuale rimane del 6% anche per i bambini tra i 6 e i 10 anni ) o fuori con gli amici (il 5%). Anche a cena, il 12 % non mangia quasi mai o solo qualche volta a tavola con i genitori. Il 39% dei bambini dichiara di mangiare sempre davanti alla TV, percentuale che sale al 44% al sud e nelle isole, con un 59% dei genitori che non contesta il fatto o non c’è , mentre il restante 41% si lamenta ma accetta la situazione. L’obesità o il sovrappeso dei bambini e ragazzi in Italia appare per i genitori un problema consueto e che colpisce un cospicuo numero di ragazzi: un genitore su quattro afferma che riguardi oltre il 30% dei bambini del nostro paese, ed in particolare la fascia d’età dai 6 ai 10 anni (per il 64% di questi). Il sovrappeso è maggiormente presente in famiglie che denunciano qualche problematica o difficoltà relazionale o famiglie mono-reddito, in cui le madri sono casalinghe. “Anche per quanto riguarda il pianeta nutrizione emergono luci ed ombre. Se è vero che la maggior parte dei bambini e ragazzi italiani mangiano più o meno abitualmente frutta e verdura, è anche vero che solo un bambino su quattro fa propria la raccomandazione di pediatri e nutrizionisti di fare 5 pasti al giorno, un bambino su 10 decide autonomamente cosa mangiare e aumenta il numero dei genitori che non contesta ai figli il fatto di mangiare di fronte alla tv. Tali comportamenti a rischio si registrano soprattutto in contesti socio-economici disagiati – continua Valerio Neri – e potrebbero estendersi a causa della crisi economica, che secondo la ricerca Ipsos sta mettendo in difficoltà il 29% delle famiglie italiane, con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno”. Complessivamente, nel corso dei tre anni del progetto, saranno più di 66.000 - tra bambini dai 6 agli 11 anni e loro familiari, oltre a decine di operatori, educatori, insegnanti, pediatri e nutrizionisti - le persone coinvolte direttamente e attivamente dal progetto “Pronti, partenza, via!”, nel quartiere di Sestri Ponente a Genova, quello di Borgo Vittoria a Torino, Corvetto a Milano, Brecce Bianche ad Ancona, Primo, Gattone e Isole ad Aprilia (e provincia di Roma), Rizzeddu a Sassari, Ponticelli a Napoli, San Pio e San Paolo a Bari, San Giovanni a Catania, Acquasanta e Arenella a Palermo. Tra gli interventi che fanno parte del progetto, il recupero di spazi e strutture in-door e out-door, che si trovano in zone disagiate delle città - campi da gioco, percorsi sportivi, spazi verdi, campi polivalenti, skate e roller park, piste podistiche e ciclabili - ma anche l’azione formativa ed educativa specialistica all’interno delle scuole primarie per promuovere stili di vita e alimentari salutari per i bambini e le loro famiglie, oltre all’apertura di sportelli informativi per tutti. L'articolo completo può essere consultato sul sito di Save the children

venerdì 13 luglio 2012

L'obbligo delle vaccinazioni: assenzi e dissenzi

La controversia sull'obbligatorietà dei vaccini continua sui media, e genera posizioni e schieramenti, tra i medici, i genitori, tra il Ministero della Salute con il nuovo Calendario vaccinale e con le singole Regioni e centri vaccinazioni della ASL.Si discute se è corretto avere ancora le vaccinazioni di legge o liberarizzarle, se la possibilità di reperire singoli vaccini e non solo i vaccini combinati, sia un diritto dei genitori che scelgono le vaccinazioni, se nei centri vaccinazioni devono essere presenti questi vaccini singoli e non essere costretti ad una vaccinazione imposta che va oltre l'obbligatorietà di legge.Proprio a questo proposito è stato pubblicato un lungo articolo sul "ilfatto quotidiano" che,con un'esposizione imparziale, riporta in primo piano la problematica vaccini alla luce della reperibilità nei centri vaccinazioni, del vaccino esavalente,e non dei solo quattro vaccini obbligati dalla legge. Allego il link per facilitare la lettura dell'interessante articolo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/04/vaccinazioni-stato-ne-richiede-4-ma-ne-impone-6-esavalente-costoso-e-dannoso/283069/

domenica 8 luglio 2012

Il fumo passivo fa male al futuro nascituro

Il fumo fa male e questo è assodato,e che sia nocivo anche il fumo passivo al feto ,era anche noto.Ma a Nottingham uno studio dell’Università ha accertatoche il fumo passivo aumenta il rischio di mortalità perinatale del 23% e di difetti congeniti al nascituro del 13%. È la conclusione a cui sono giunti gli esperti dopo una rassegna di 19 studi precedenti in cui si sono analizzati gli effetti sulla gravidanza con donne il cui partner era fumatore o che lavoravano con colleghi fumatori. Precedenti ricerche avevano già dimostrato che le donne che fumano durante la gravidanza possono pregiudicare la salute del neonato, come ipoevolutismo fetalee difetti come palatoschisi e cardiaci. “Non è possibile ancora identificare il momento in cui i rischi hanno inizio”, afferma Jo Leonardi-Bee, uno degli autori dello studio comparso sulla prestigiosa rivista "Pediatrics" . “Ancora non sappiamo se sia l’effetto collaterale del fumo inalato dalla donna - dice ancora il ricercatore - o uno diretto e primario sullo sviluppo degli spermatozoi del padre”. Un indicatore statistico determinante è la quantità di sigarette fumate, il cui aumento è direttamente correlato all’aumento del rischio. "Sono necessarie ulteriori ricerche su questo problema - continua lo scienziato -, anche se già sappiamo che il fumo ha un impatto sullo sviluppo degli spermatozoi, quindi è molto importante che gli uomini smettano di fumare prima di provare ad avere un bambino". Per leggere l'articolo di Leonardi-Bee su Pediatrics, andare sul link seguente: http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2011/03/07/peds.2010-3041.full.pdf