domenica 11 ottobre 2009

Rapporto Unicef "Progressi per l'infanzia" dedicato alla protezione dell'infanzia

Ancora un'iniziativa dell'Unicef per i bambini ...quelli battuti o violentati fisicamente o psicologicamennte, dimenticati, quelli sfruttati, e non dimentichiamo quelli uccisi dai conflitti, dalla fame, delle malattie.Da un'indagine effettuata su 37 paesi, risulta che l'86% dei bambini dai 2 ai 14 anni patisce punizioni fisiche e/o aggressioni psicologiche.», dichiara il Presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo Spadafora.«Nonostante i progressi compiuti, violenza e sfruttamento rimangono una dura realtà nella vita di molti bambini» aggiunge Spadafora.

«Milioni di ragazzi, prosegue, e ragazze di tutto il mondo sono vittime della tratta, sono privi delle cure genitoriali o della registrazione alla nascita di cui hanno bisogno per frequentare la scuola e per accedere all'assistenza sanitaria di base.

Milioni di ragazzi sono costretti a lavorare in condizioni pericolose, mentre altri subiscono violenze o abusi all'interno delle loro stesse case, nelle loro scuole, nelle loro comunità, nelle istituzioni o in prigione, spesso da parte di adulti a cui è affidata la loro cura.
Basta con tutto questo....

Per consultare il testo Unicef integrale e scaricare gli allegati , cliccare sul titolo.

sabato 10 ottobre 2009

Quei bozzetti sul collo...

… una semplice infiammazione o una malattia impronunciabile…prima di continuare un po’ di anatomia e fisiologia del linfonodo e nel liquido che scorre nei vasi linfatici.

I linfonodi sono corpuscoli di forma ovoidale, di dimensioni variabili da 2-3 mm a 2-3 cm. Sono costituiti da tessuto linfoide, cioè da un tessuto emopoietico, la cui funzione è quella di produrre linfociti e monociti. Ogni linfonodo è rivestito da una capsula connettivale, dalla quale si dipartono delle trabecole che suddividono la superficie del linfonodo in una zona corticale, contenente noduli linfatici, e una zona midollare, nella quale si trovano
cordoni di cellule linfocitarie. In un punto ben preciso del linfonodo, detto ilo, entrano vasi e nervi e fuoriescono i vasi linfatici efferenti (in numero di uno o due). I vasi linfatici afferenti, che sono molto più numerosi di quelli efferenti,
entrano nel linfonodo in diversi punti della sua superficie. I linfonodi vengono distinti in superficiali e profondi, a seconda che siano situati al di sopra della fascia toracica o al di sotto di essa. Sono posti lungo il decorso delle vie linfatiche e possono trovarsi isolati o riuniti a formare delle stazioni linfatiche nelle quali confluisce la linfa proveniente da un determinato territorio del nostro organismo. Le principali stazioni linfonodali sono l’ ascellare, l’ inguinale e la cervicale.


La linfa è il liquido chiaro, trasparente e incolore che scorre nei vasi linfatici, la cui composizione varia in rapporto al distretto corporeo da cui origina. Fondamentalmente costituita da acqua, proteine, elettroliti e linfociti, rispetto al
sangue manca di globuli rossi. Rappresenta, di fatto, quella parte di liquido interstiziale che non viene recuperato attraverso il processo di osmosi; questo liquido deve far ritorno al sangue, affinché il volume ematico e la pressione arteriosa del nostro organismo non diminuiscono in modo patologico.La linfa,quando attraversa i linfonodi, abbandona batteri e corpi estranei, che vengono fagocitati dai macrofagi, cellule preposte proprio a questo scopo, e si arricchisce di anticorpi, linfociti e monociti, che devono raggiungere l'apparato circolatorio. La linfa proveniente dai vasi linfatici dell' intestino è chiamata chilo e risulta molto ricca delle sostanze lipidiche (colesterolo e acidi grassi), derivate dalla digestione degli alimenti.

Tornando ai nostri linfonodi ingrossati: normalmente i linfonodi non sono apprezzabili al tatto, e per farlo occorre che queste formazioni abbiano raggiunto un certo volume ed in questa occasione è possibile studiarne la forma, la consistenza, la dolorabilità, la mobilità ed il tipo di rapporti stabilito con la cute. Tumefazioni di linfonodi per lo più circoscritte si hanno nei fatti infiammatori acuti, maggiormente nelle infezioni e si presentano ingrossate ma anche dolenti, soprattutto al tatto, oppure alla pressione ed è possibile accorgersi del contestuale arrossamento della cute che si presenta anche calda in corrispondenza del linfonodo stesso.
I linfonodi si presentano elastici e duri ma quando siamo in presenza di un’infezione acuta provocata da germi patogeni, tali formazioni si presentano alla palpazione per lo più di consistenza molle e la stessa cute si fa più rossa e quanto mai lucente e oltre che nelle patologie causate da infezioni acute, si possono presentare tumefatti anche per effetto di altre cause, pensiamo alle infezioni croniche o neoplastiche.
Nei bambini e negli adolescenti i linfonodi possono apparire leggermente ingrossati anche in assenza di patologia. Esistono bambini “ linfatici”nei quali le linfoghiandole si possono presentare leggermente ingrossate, generalmente non superano la grandezza di un pisello e formano spesso “catene di rosario” ma possono nascondono anche patologie delle alte vie respiratorie, ipertrofie tonsillari, adenoidi infiammate , carie dentarie. Cosa Fare…rimuovere le cause di base dell’ingrossamento linfonodale e non preoccuparsi del sintomo, cioe’ del linfonodo stesso.
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venerdì 2 ottobre 2009

Aqua

L’acqua è un elemento indispensabile per la vita, e parte in causa di molte funzioni del nostro organismo, dalla regolazione della temperatura corporea alla diuresi , alla circolazione sanguigna.
L'acqua rappresenta circa il 60% del peso corporeo di un adulto e l'80% di quello di un bambino. Durante la giornata, questa acqua varia continuamente in quantità e concentrazione: a riposo e soprattutto in movimento, sono abbondanti le perdite idriche dell'organismo: circa 2-2.5 litri al giorno. L'eliminazione avviene soprattutto con la respirazione, l'urina, la sudorazione e le feci. L'acqua totale corporea (ATC) è distribuita per il 67% all'interno delle cellule e per il 33% all'esterno, nel liquido interstiziale, nel plasma, nella linfa e nel liquido transcellulare.
Il bilancio dell'acqua è regolato dal cento ipotalamico della sete e dall'ormone antidiuretico che aumenta il riassorbimento nei reni.
Per mantenere in equilibrio il bilancio idrico, le perdite vanno reintegrate con l'apporto di acqua, che deve essere rimpiazzata con la stessa velocità con cui viene eliminata: nell'adulto il fabbisogno idrico giornaliero è di circa 2-2.5 litri, di cui la maggior quantità (un litro e mezzo circa) viene fornita dall'acqua stessa e la restante parte dall'acqua contenuta in alimenti e bevande (frutta, verdura, caffè, succhi di frutta ...).
La quantità giornaliera varia con il clima, lo stile di vita, l'età e l'alimentazione e se il quantitativo è insufficiente compaiono i sintomi di disidratazione, affaticamento dei reni, secchezza della pelle e torpore. Dunque bere acqua tutti i giorni per reintegrare le perdite di liquidi e di sali. L'acqua minerale naturale in particolare, grazie al suo contenuto di minerali, aiuta a reintegrare e a fornire il corpo dei sali di cui ha bisogno.
Non tutte le acque minerali sono uguali: ognuna ha caratteristiche specifiche che dipendono dal tipo di sali in essa disciolti.
Le acque si chiamano minerali quando vengono riconosciute tali dal Ministero della Salute attraverso analisi chimico-fisiche e microbiologiche (su composizione, purezza e qualità) che determinano le caratteristiche dell'acqua.
Premesso che tutte le acque potabili contengono sali, la legge considera "minerali" quelle che originando da una falda sotterranea, sono microbiologicamente pure.
Qualsiasi trattamento chimico che alteri la composizione dell'acqua fuori legge: le acque minerali devono essere batteriologicamente pure e prive di inquinanti; devono poi essere imbottigliate come sgorgano dalla sorgente. L'unico trattamento eventuale è l'aggiunta di anidride carbonica per renderle gassate.
Si differenziano dall'acqua potabile del rubinetto, che può essere prelevata da laghi, fiumi o falde superficiali e può essere sottoposta a trattamenti (ad esempio l'aggiunta di cloro).
Le caratteristiche e le proprietà salutari dipendono dalla fonte di provenienza e dai sali minerali.
In base al tipo di minerali in esse disciolti, indicati come "residuo fisso" (cioè la quantità di sali minerali depositati da un litro di acqua fatto evaporare a 180°, le acque minerali vengono classificate come:
Minimamente mineralizzate: hanno un contenuto di sali minerali inferiore a 50 milligrammi per litro; si tratta di acque "leggere" che in quanto povere di sali minerali favoriscono la diuresi e facilitano l'espulsione di piccoli calcoli renali.
Oligominerali: hanno un contenuto di sali minerali non superiore ai 500 milligrammi per litro. In virtù dei pochi sali minerali presenti, sono ottime acque da tavola, adatte ad essere bevute quotidianamente; inoltre svolgono un'ottima azione diuretica e contengono poco sodio.
Minerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1000 milligrammi (1 g) per litro. Contengono una percentuale consistente di sali minerali e pertanto non devono essere bevute in quantità eccessive (fino a un litro al giorno), alternandole con acqua oligominerale. Hanno applicazioni diverse a seconda del tipo di sostanze in esse presenti (calcio, zolfo, ferro, magnesio, bicarbonato...).
Ricche di sali minerali: il residuo fisso è di oltre 1500 milligrammi per litro. Sono molto ricche di sali, pertanto devono essere bevute specificamente a scopo curativo e su consiglio medico.

Da un' analisi della letteratura si evidenzia come le acque oligominerali trovino, proprio per le loro peculiari caratteristiche, un frequente impiego sia in ambito nipiologico che pediatrico.
Per schematizzare:
1)L'uso di acque oligominerali a prevalenza calcica o alcalina terrosa, per la ricostruzione e diluizione dei latti formulati, sembra rispondere ad ottimi criteri di tollerabilità e favorire la funzione assimilativa, assicurando inoltre un buon introito di calcio ed altri elettroliti fondamentali in un periodo di rapido accrescimento e non comporti alcun rischio di eccessivo carico salino per i neonati e i piccoli lattanti.
2) Azione diuretica quale coadiuvante nel trattamento e nella profilassi delle infezioni delle vie urinarie e della calcolosi urinaria. e favoriscono l'eliminazione attraverso il rene di cataboliti tossici che si possono formare in corso di stati febbrili, con vomito e diarrea.
3) Le acque minerali (bicarbonato-calciche) passando dallo stomaco al duodeno esercitano uno stimolo alcalinizzante, facilitando così l'azione degli enzimi pancreatici e sono utili in casi di chetoacidosi conseguente a malattie febbrili, a stati dismetabolici o gastroenteriti tossiche, in quanto svolgono un'azione tamponante e tendono a ripristinare una valida riserva alcalina.
Le acque bicarbonato-calciche sono utili anche nei periodi di elevato accrescimento, in cui massima è la richiesta di elementi quali il calcio.
4) Un'acqua ad uso nipiologico (bambini di 2-3 mesi) non deve assolutamente contenere nitrati in concentrazione superiore a 10 mg/L.
5) L'assenza poi di contaminazione batteriologica consente il loro impiego senza ricorrere alla bollitura, operazione che tende a privare l'acqua dei gas disciolti e a far precipitare sali.

Per saper leggere e ben interpretare l'etichetta di un'acqua minerale, clicca sul titolo.