mercoledì 2 giugno 2010

Rapporto State of Mothers 2010

Una sfida quotidiana. E’ questa la sconsolante conclusione a cui perviene l’organizzazione internazionale indipendente Save the Children, che da anni si occupa della difesa e promozione dei diritti dei bambini e della salute materno-infantile. Il rapporto State of Mothers 2010, stilato da Save the Children, non prende esclusivamente in considerazione le aree più depresse e povere del mondo, dove ancora oggi 50 milioni di donne partoriscono senza alcuna assistenza professionale e magari senza aver ricevuto alcun controllo durante il puerperio, ma si sofferma anche ad analizzare la condizione delle madri e le politiche sociali di sostegno alla maternità nei Paesi occidentali industrializzati,dove da tempo i governi hanno intrapreso politiche sociali e introdotto nei loro ordinamenti leggi volte ad assicurare alle madri e ai loro bambini elevati standard di benessere, di cure ed istruzione adeguate.

In questi Paesi del Nord Europa (Norvegia, Islanda, Svezia, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Germania) e dell’Oceania ( Australia e Nuova Zelanda) diventare ed essere madri non è né una sfida né un privilegio, bensì un diritto. In questi Paesi la maternità non è vissuta come un qualcosa che “capita”, ma sono le donne che decidono di “scegliere” di concepire un figlio quando le condizioni, economiche, lavorative e familiari, glielo consentono.
Ben diversa la condizione delle mamme nei Paesi in via di sviluppo, dove sono più di 350.000 le donne che ogni anno perdono la vita in conseguenza della gravidanza o per complicazioni legate al parto. E se muoiono le mamme, conseguenza inevitabile che periscano anche i bambini. Sono 8,8 milioni i bambini che ogni anno muoiono prima di aver compiuto i 5 anni di età e di essi, il 41 per cento non sopravvive al primo mese di vita. Il 99 per cento delle morti materno-infantili, cita Save the Children, si registrano in quei Paesi in via di sviluppo dove le donne e i bambini non possono contare su cure minime essenziali nè durante la gravidanza né al momento del parto né tanto meno subito dopo la nascita.
L’Italia in questa statistica si posiziona al 17esimo posto dell’Indice delle Madri, e molto buoni rispetto ad alcuni singoli parametri, come per l’appunto il rischio di mortalità materna, il tasso di mortalità infantile (4 su 1000 nati vivi), o i tassi di iscrizione alla scuola secondaria (100%). Se però spostiamo lo sguardo sulle condizioni sociali delle donne e dei bambini, scopriamo che un numero non insignificante di questi non vive per niente bene e che è in ripresa la povertà fra le madri, soprattutto con bambini. Sono 4.2 milioni le donne povere nel nostro Paese e circa 1.678.000 di loro sono madri. I dati evidenziano che in Italia la maternità può diventare causa di povertà per molte donne oltre a incidere anche sui livelli occupazionali femminili, che diminuiscono sensibilmente.
Se si vuole contrastare la povertà delle donne-madri, diventa cruciale e urgente l’adozione di politiche di sostegno, che agevolino l’accesso al lavoro e ai servizi.


Ciccando sul titolo si puo’ leggere il rapporto …I’m sorry , in English!

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