sabato 17 agosto 2013

Novità sulla diagnosi di celiachia

La Celiachia riconosce come unica terapia la completa assenza del glutine dalla dieta per non avere sintomi ma deve essere diagnosticata presto per ridurre al minimo i sintomi.Il primo approccio avviene a partire dal dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio: ritenuti marcatori sierologici di grande affidamento, mentre fino a 20 anni fa l'esame più attendibile era la biopsia intestinale.Ma la ricerca va avanti e infatti un gruppo di ricercatori dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova ha scoperto la positività dei celiaci agli anticorpi diretti contro il rotavirus, responsabile delle più diffuse forme di gastroenterite virale nei bambini fino ai cinque anni. «Con una semplice analisi del sangue è oggi possibile prevedere l’insorgenza della malattia celiaca nei soggetti geneticamente predisposti con largo anticipo rispetto ai test diagnostici convenzionali - spiega Antonio Puccetti, immunologo clinico e sperimentale coautore dello studio pubblicato su “Immunology Research” . La scoperta rappresenta un importante passo avanti per una diagnosi precoce di celiachia e può essere particolarmente utile in caso di celiachia con sintomatologia atipica extraintestinale o nei casi di celiachia silente. La malattia è spesso subdola e può portare danni notevoli a un organismo in accrescimento: perciò una diagnosi precoce è di particolare rilevanza». Nello studio genovese su 357 bambini, si è visto come il 10% di quelli che si ammalavano di celiachia avevano anticorpi diretti contro la proteina Vp7 del rotavirus: presenti già almeno dieci anni prima della diagnosi e del tutto assenti nei coetanei sani. «Gli anticorpi anti-Vp7 possono destabilizzare la barriera intestinale lasciando aperta una via di ingresso al glutine, contro il quale viene rivolta la risposta infiammatoria che tipicamente si sviluppa da parte del sistema immune dei soggetti celiaci». Della celiachia si sa che alcuni geni del complesso maggiore di istocompatibilità determinano la predisposizione all’intolleranza al glutine: la seconda più diffusa al mondo, dopo quella al lattosio. Potrebbe esistere un altro fattore, genetico o ambientale, che contribuisca alla manifestazione del quadro clinico. Non è da escludere che un ruolo venga giocato proprio dalle infezioni virali, molto diffuse tra i bambini.

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