domenica 22 novembre 2009

Allergia agli animali


Secondo la Federazione italiana delle società immunoallergologiche, "l'allergia costituisce la terza causa di malattia cronica nel nostro Paese, con un'incidenza sempre più elevata fra i giovani e i bambini. In particolare il 20% dei piccoli in età scolare è particolarmente sensibile alla polvere, al polline e ai derivati epidermici di animali", cioè la forfora del cane e del gatto.

L’allergia a tutti gli animali non può essere generalizzata ma i “derivati epidermici di animali”rappresentano le risultante di un processo che parte dalla pelle morbida ed elastica dei cuccioli e che una persona con allergia può probabilmente maneggiare e non manifestare alcuna reazione.
Con la crescita la pelle diventa meno elastica, le ghiandole sebacee cominciano a produrre più sebo dando inizio alla manifestazione dei primi sintomi di allergie.
Tutti i tipi di pelle, essere umano o animale, contengono queste ghiandole le quali producono un lubrificante oleoso che mantiene la pelle elastica ed il pelo lucido. E’ da queste secrezioni che proviene l'allergene del gatto "Fel d1", che i felini poi si spargono su tutto il mantello attraverso la loro continua opera di autopulizia. Gli allergeni nel gatto sono molto numerosi ,ma il principale, il FEL dl ,viene prodotto dalle già citate ghiandole sebacee e in misura minore dalle cellule epiteliali squamose basali e si accumula soprattutto sulla superficie dell’epidermide, nella forfora e nei peli. La quantità di pelo che un gatto ha non gioca nessun ruolo significativo rispetto al suo potere allergizzante. Concentrazioni elevate di FEL dl si possono trovare in ambienti in cui vi sia la presenza di uno o più di tali animali domestici, ciò spiega l’insorgenza di manifestazioni cliniche improvvise e gravi in soggetti specificatamente sensibili, quando entrino in uno di questi ambienti. L’allergene del gatto si lega a particelle molto piccole in grado di disperdersi rapidamente nell’aria e di rimanere sospese per molte ore soprattutto in ambienti con scarso ricambio d’aria. Questo allergene inoltre tende ad accumularsi su tappeti, divani, poltrone e tendaggi da cui scompare molto lentamente, anche dopo l’ allontanamento dell’animale dall’ambiente domestico.
Si ritiene con tutta probabilità che circa l’80% delle allergie al gatto serie siano indotte dall'allergene Fel d1. Questo è il motivo per cui i gatti sono probabilmente responsabili di due terzi di tutte le allergie riferite agli animali domestici. Dunque il responsabile della maggioranza delle allergie agli animali è indiscutibilmente il gatto. Del resto si tratta dell’animale che vive, probabilmente, a più stretto contatto con gli abitanti della casa. Il cane è responsabile di allergie piuttosto gravi ma in misura minore rispetto al gatto. La frequenza di sensibilizzazione varia a seconda delle razze canine. Sembra più frequente per il boxer e lo Schanauzer. Il principale allergene del cane è il CANfl che si trova nel pelo e nella forfora. Anche se i cani non sono "auto-pulitori" nella stessa misura dei gatti, tuttavia, è ancora la produzione delle ghiandole sebacee tra le maggiori cause dell'allergia indotta dai cani. Come i gatti, la quantità di pelo del cane è ininfluente sulla relativa capacità di causare le reazioni allergiche.
La Forfora, rappresentata da quelle minuscole particelle di pelle secca che il cane e il gatto perdono in continuazione, è anch'essa in grado di scatenare reazioni allergiche. Queste particelle sono così piccole, talvolta invisibili a occhio nudo, da persistere in sospensione nell'ambiente per parecchio tempo andandosi poi ad annidare su mobili e tappeti.
L' Urina di cani e gatti così come quella di furetti, cavie, criceti e topi, come indicato da recenti studi, contiene fattori allergenici in grado di provocare allergia in soggetti sensibili.
In ambienti particolari , come fattorie e maneggi. comune è anche l’allergia al cavallo. Le allergie alla sua forfora si registrano quasi esclusivamente in soggetti esposti per motivi professionali (fantini, stallieri, veterinari) o in soggetti che praticano l’equitazione. Gli allergeni isolati dai derivati epidermici del cavallo sono, comunque, molto potenti, per cui le manifestazioni cliniche, soprattutto di tipo asmatico, sono molto gravi nei soggetti sensibili. Una novità recente tra i bimbi di città è l’allergia al coniglio, sempre più diffuso come animale da compagnia. Recentemente è stata descritta, infine la bird-egg-syndrome, sindrome allergica osservata in soggetti che tenevano in casa canarini o altri uccelli.
Le manifestazioni più comuni coprono l’intera gamma delle allergie respiratorie, dall’asma alle riniti, alle congiuntiviti e talvolta alle dermatiti. Una gamma di reazioni che, evidentemente, viene accresciuta se si trascura l’igiene del luogo frequentato dall’animale, poiché in questo caso l’allergene non viene eliminato dalle operazioni di pulizia. Si puo’ arrivare ad avere attacchi d’asma e se le crisi si aggravano sia in quantità che in grado di severità, l’allontanamento dell’animale è obbligatorio se non si vuole rischiare una insufficienza respiratoria. Le allergie, poi, assumono aspetti diversi a seconda degli individui: i soggetti immunodepressi, le persone anziane, i bambini o le donne in gravidanza sono i più vulnerabili agli allergeni. Che cosa fare perciò per proteggerli? Eliminare tutti gli allergeni integralmente non è semplice; è evidente, però, che per soggetti predisposti l’ideale, come detto, sarebbe non tenere animali in casa. Se però non si volesse ricorrere a un provvedimento così drastico è opportuno lavare periodicamente l’animale, almeno una volta al mese e spazzolarlo in modo da eliminare il più possibile il pelo morto. Se l’animale entra in casa è preferibile, poi, confinarlo ad alcuni ambienti e, soprattutto non farlo mai entrare in camera da letto. Va anche detto che recenti studi europei hanno ribaltato alcuni luoghi comuni sugli animali domestici, arrivando a definire addirittura un effetto immunizzante, in particolare dei gatti, sui bambini; esponendo il bambino ad alte dosi di allergene fin dai primi giorni di vita è possibile che questo diventi tollerante.

La terapia e’ basata sui sintomi caratteristici dell’allergia e vanno dagli antiistaminici ai cortisonici e ai broncodilatatori usati nelle forme che si manifestano con asma.

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