giovedì 18 febbraio 2010

Allarme Allergia

Negli ultimi dieci anni , in tutti i paesi occidentali, l'incidenza di patologie allergiche nei bambini è arrivata ad registrare tra il 20 ed il 35% della popolazione pediatrica, triplicando, di fatto, le riniti allergiche e quintuplicando le allergie alimentari.I motivi vanno ricercati in una più fine diagnostica, sviluppatasi negli ultimi anni, ma anche ad importanti modificazioni nello stile di vita delle famiglie, nell'alimentazione e nell'espozione ad allergeni nuovi, già attivi in bambini molto piccoli, nella predisposizione genetica e nell'inquinamento ambientale.Vivere in campagna, o comunque lontani dalle aree urbane, può ridurre il rischio di ammalarsi di patologie allergiche a carico delle vie respiratorie.
L'allattamento al seno è diminuito,considerato fattore protettivo. Inoltre secondo la teoria "igienica", viviamo sempre piu' in ambienti puliti ma chiusi, mangiamo cibi piu' sicuri ma forse troppo sterilizzati. Le nostri condizioni di salute sono migliorate, grazie anche al ricorso agli antibiotici, e cosi' siamo meno esposti a batteri, virus e parassiti che, hanno anche il compito di far sviluppare, in maniera naturale, il nostro sistema immunitario. In altre parole, il miglioramento delle condizioni di vita ha come conseguenza una riduzione delle difese dell’organismo, come dimostra un classico studio che mise a confronto i figli di braccianti e agricoltori con quelli di professionisti e manager, dimostrando che esiste una precisa correlazione tra allergie e stato socioeconomico delle persone. Per spiegare questo strano paradosso, bisogna rifarsi allo sviluppo del sistema immunitario che avviene attraverso due strade. La prima passa attraverso speciali globuli bianchi, i linfociti Th1, che vengono attivati soprattutto dal contatto con batteri. La seconda ha per protagonisti i Th2, la cui attivita' puo' essere stimolata da parassiti, come la tenia o affezioni parassitarie dei bambini. Il miglior controllo delle malattie infettive pediatriche, verificatosi negli ultimi anni, ha determinato un calo dello stimolo nella produzione di Th1 e cio' ha portato a uno sviluppo eccessivo dei Th2. Sarebbe proprio questo squilibrio che, a fronte di una diminuzione delle comuni infezioni dei bambini, determinerebbe un aumento del rischio di allergia, perche' il relativo eccesso di Th2 favorirebbe la produzione di sostanze solubili: le interleuchine -4, -5, -9, -10, -13, che sono responsabili, direttamente o indirettamente delle principali alterazioni fisiopatologiche caratteristiche delle malattie allergiche (produzione delle IgE da parte dei linfociti B e quindi liberazione dei mediatori infiammatori da parte dei mastociti, infiltrazione di cellule eosinofile, ipersecrezione di muco, fenomeni di fibrosi). Un ruolo particolare in questo processo e' svolto dalle cellule dendritiche, presenti in gran numero sulla cute e nelle mucose, dove tra le cellule dell’immunita' naturale sono le piu' importanti sentinelle nei confronti di qualsiasi agente estraneo che turba l’omeostasi dell’organismo. Esse lo intercettano, lo metabolizzano e ne trasportano i componenti nel linfonodo piu' vicino dove li presentano al linfocita T CD4+ helper vergine, affinche' esso lo riconosca mediante il recettore specifico presente sulla sua superficie e quindi cominci ad attivarsi, cioe' a proliferare e a differenziarsi in una cellula attrezzata a combattere lo stesso agente estraneo, penetrato nell’organismo.
La rinite e l’asma sono, invece, in continuo aumento, ma nonostante l’evidenza clinica della loro associazione, e' stato solo negli ultimi 10 anni che le ricerche epidemiologiche ne hanno ipotizzato lo stesso meccanismo patogenetico: circa l’80% dei pazienti asmatici presenta anche rinite, e anche quando l’asma non e' manifesta clinicamente, i pazienti con rinite hanno una maggiore suscettibilita' bronchiale verso agenti esterni, in particolare sostanze inquinanti diffuse nell’atmosfera. L’allergia viene oggi considerata una condizione unitaria, a carattere sistemico, indipendentemente dalle aree del corpo interessate dai sintomi. Esisterebbe una sorta di predisposizione allergica, e per questa sua origine unitaria e atopica, essa puo' presentarsi con varie manifestazioni cliniche, in diverse parti dell’organismo. e' quindi consigliabile una valutazione del soggetto allergico, visto nella sua completezza, senza limitarsi all’apparato colpito dai sintomi.

La Prevenzione è l'unica vera arma per ridurre l'incidenza delle allergie. Ma lo sforzo richiederà in pochi anni un investimento notevole,che potrebbe ammontare ad oltre 10 miliardi di euro l’anno,e dunque l'aumentare dei costi economici e sociali da parte delle famiglie, e dei servizi sanitari.

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