domenica 19 gennaio 2014

Sale nella dieta del bambino

Il settanta per cento dei bimbi di otto mesi d’età assume sale oltre il livello massimo consigliato. Queste sono le ultime scoperte dei ricercatori dell'Università di Bristol, sulla base di un test che ha visto protagonisti quasi 1.200 bambini. Il risultato della ricerca è stato pubblicato sul magazine European Journal of Clinical Nutrition. Un monito anche per il latte vaccino e quello artificiale, che rispetto al latte materno offre livelli più elevati di sale. Alti livelli di sale in età infantile possono danneggiare i reni in via di sviluppo, nonché abituare il bimbo a uno stile di vita che poi continuerà in età adulta, causandogli problemi di salute nel corso della vita. Anche secondo la Società italiana di Pediatria e la Società europea di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica esiste una relazione tra precoce esposizione al sale, sin dai primi anni di vita, e rischio di obesità e ipertensione nelle età successive. "Un bambino abituato ad eccedere le dosi consigliate di sodio è potenzialmente un adulto iperteso". I ricercatori di Bristol hanno scoperto che la maggior parte dei bambini esaminati ha iniziato lo svezzamento all’età di circa 3-4 mesi con un apporto significativo di sale (più del doppio rispetto la raccomandazione massima per quella fascia di età, ovvero 400 mg di sodio al giorno fino a 12 mesi di età). Pauline Emmett e Vicky Cribb, i nutrizionisti che hanno condotto la ricerca, hanno dichiarato: "Questi risultati dimostrano che l'assunzione di sale deve essere sostanzialmente ridotta nei bambini di questa fascia di età. I neonati hanno bisogno cibi appositamente preparati per loro, senza sale aggiunto, quindi è importante adattare la dieta familiare. Considerato che i tre quarti di sale assunti dal nostro corpo, avviene per mezzo dei cibi lavorati, una valida strategia di riduzione dei consumi può avvenire solo con la cooperazione del settore alimentare. I produttori hanno la responsabilità di ridurre il contenuto salino dei prodotti. Nel Regno Unito questo processo è già stato avviato ma c'è ancora molto da fare". Dunque la restrizione del sale nella dieta del bambino è importante e viene consigliata l'introduzione solo dopo i dodici mesi di vita. Claudio Maffeis, docente di Pediatria all’Università di Verona ,propone dieci regole in cucina contro gli eccessi di sale. "Bastano pochi semplici accorgimenti per insegnare al bambino delle sane e corrette abitudini alimentari, iniziando dalle prime pappe". Eccole : 1) Distinguere sempre l’alimentazione del bambino da quella dell’adulto, offrendo al bambino i cibi giusti per ogni fase della sua crescita. Un alimento 'insospettabile' ma con un contenuto di sale rilevante sono, per esempio, i cereali 'da adulto'. 2) Essere l’esempio per il bambino e per tutta la famiglia nella scelta di cibi sani, iposodici o naturalmente salati. 3) Non aggiungere il sale nelle pappe e usare ingredienti a basso contenuto di sale per tutto il primo anno di vita e proseguire quanto più a lungo possibile. 4) Cuocere la pasta senza aggiungere il sale nell’acqua. In tal modo si risparmia un apporto di sale di circa 10 gr per litro di acqua. 5) Quando si assaggia la pappa non bisognerebbe affidarsi al proprio gusto “adulto” per testarne la bontà, ma è meglio lasciare al bambino la possibilità di abituarsi ed apprezzare il gusto più naturale del cibo. 6) In caso mancasse il latte materno, prima dell’anno preferire i latti specifici in formula, adatti alle sue esigenze, evitando il latte vaccino. Il contenuto di sodio varia infatti molto tra latte umano (15mg/100ml), formula (in media 20mg/100ml) e latte vaccino (55 mg/100ml). 7) Come condimenti, usare aceto e limone al posto del sale e dopo i due anni preferire aromi, spezie e erbe aromatiche. 8) Eliminare i cibi fritti e prediligere le cotture al cartoccio o al vapore che permettono di trattenere il sapore proprio degli alimenti, donando il naturale gusto alle preparazioni. 9) Puntare sulla fantasia: colori e varietà degli ingredienti “catturano” il gusto del bambino. 10) Scegliere materie prime o prodotti dedicati alla prima infanzia di ottima qualità, che garantiscono un sapore piacevole per il palato del bambino

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