martedì 29 aprile 2008

Prematuri: dibattito aperto sulla rianimazione

Il Consiglio Superiore di Sanita', a cui il 7 gennaio scorso il ministro della Salute Livia Turco ha chiesto un parere in merito, si esprime sulle modalita' di assistenza nelle eta' gestazionali estremamente basse. Un argomento spinoso, che sfiora anche il tema dell'aborto terapeutico (con alcuni casi di feti estratti vivi e rianimati) e che e' stato gia' toccato le scorse settimane da un documento dei ginecologi delle quattro Universita' romane, che hanno indicato l'opportunita' di rianimare un feto anche alla 22ma settimana di gestazione, e di farlo se necessario anche contro la volonta' dei genitori.
Il Css esprime un parere piu' sfumato: "Al neonato - si legge nel documento - dopo averne valutate le condizioni cliniche, sono assicurate le appropriate manovre rianimatorie, al fine di evidenziare eventuali capacita' vitali, tali da far prevedere possibilita' di sopravvivenza, anche a seguito di assistenza intensiva. Qualora l'evoluzione clinica dimostrasse che l'intervento e' inefficace - specifica tuttavia il Consiglio Superiore di Sanita' - si dovra' evitare che le cure intensive si trasformino in accanimento terapeutico. Al neonato saranno comunque offerte idratazione ed alimentazione compatibili con il suo quadro clinico e le altre cure compassionevoli, trattandolo sempre con atteggiamento di rispetto, amore e delicatezza. Le cure erogate al neonato dovranno rispettare sempre la dignita' della sua persona, assicurando i piu' opportuni interventi a tutela del suo potenziale di sviluppo e della migliore qualita' di vita possibile".
Il tutto, in stretto collegamento con i genitori: "Fermo restando che il trattamento rianimatorio richiede decisioni immediate ed azioni tempestive e indifferibili - spiega il Css - ai genitori devono essere fornite informazioni comprensibili ed esaustive sulle condizioni del neonato e sulla sua aspettativa di vita, offrendo loro accoglienza, ascolto, comprensione e il massimo supporto sul piano psicologico". In caso di conflitto tra le richieste dei genitori e "la scienza e coscienza" dell'ostetrico-neonatologo, "la ricerca di una soluzione condivisa andra' perseguita nel confronto esplicito ed onesto delle ragioni esibite dalle parti, tenendo in fondamentale considerazione, la tutela della vita e della salute del feto e del neonato".

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