martedì 18 novembre 2008

Bioetica e Carta di Firenze

Riporto da un'agenzia nazionale di stampa, , senza commento, le affermazioni di un noto bioeticista, nell'ambito del congresso di biotica al Meyer di Firenze.

"I feti, i neonati fortemente prematuri, i ritardati mentali gravi e coloro che sono in uno stato vegetativo permanente, cioè senza speranza, costituiscono esempi di non persone umane. Tali entità fanno parte della specie umana, ma non sono persone". L'affermazione arriva da Gianfranco Vazzoler pediatra e componente della Consulta di bioetica di Pordenone che l'ha scritta nero su bianco nella sua relazione al convegno su 'Le sfide della neonatologia alla bioetica e alla società: le buone ragioni della Carta di Firenze' all''ospedale Meyer.

Per Vazzoler, infatti, ''è persona chi ha autocoscienza, senso morale e razionalità". Parlando di rianimazione dei prematuri, "alcuni neonati sono neurologicamente e fisicamente così compromessi - ha aggiunto il bioeticista - da essere impossibilitati irreversibilmente ad acquisire il loro potenziale di conquista dei diritti. Non potranno mai diventare persone e quindi il loro migliore interesse non sta nel perseguire la vita".

Una tesi duramente contestata da Gianpaolo Donzelli, ordinario di neonatologia all'università di Firenze secondo il quale quelle di Vazzoler sono affermazioni "senza alcun fondamento scientifico ed etico". "Vazzoler - dice Donzelli all'ADNKRONOS SALUTE - parla esclusivamente a titolo personale.

La posizione della SIN (Societa' Italiana di Neonatologia) e' critica nei confronti di queste posizioni estreme, a nome del suo Presidente, ma rimane il fatto che l'argomento è spinoso e tocca la sensibilita' e le convinzioni etiche del singolo medico e del suo senso di tutela della vita. Rianimare un neonato estremamente prematuro, sotto le 23 settimane, è un dubbio che assale il neonatologo in sala parto e nessuno e nessuna carta o protocollo puo' condizionare il senso di difesa e salvaguardia della vita del paziente.

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