sabato 21 luglio 2018

Tablet e deficit di attenzione nei bambini

I bambini e gli adolescenti che utilizzano spesso smartphone, tablet e altri dispositivi digitali sono più esposti allo sviluppo della Sindrome da deficit di attenzione e iperattività. La condizione, nota anche con l'acronimo inglese di ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), è un disturbo dello sviluppo neurologico tipico dell'età evolutiva, che interessa la sfera comportamentale dei ragazzi – e in parte degli adulti – e si manifesta anche con una riduzione del volume cerebrale. Lo ha dimostrato un team di ricerca dell'Emotion and Addiction Laboratory presso la prestigiosa Scuola di Medicina Keck dell'Università della California del Sud. Gli studiosi, coordinati dal professor Adam Leventhal, docente di medicina preventiva e psicologia presso l'ateneo statunitense, sono giunti a questa conclusione dopo aver seguito per due anni circa 2.600 ragazzi tra i 15 e i 16 anni, provenienti da dieci scuole superiori di Los Angeles. Leventhal e colleghi avevano inizialmente coinvolto 4.100 ragazzi, ma hanno scremato il campione a 2.600 dopo aver eliminato tutti quelli che presentavano segni preesistenti di Sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Agli studiosi servivano infatti delle “lavagne vuote”, per verificare con precisione l'associazione statistica tra l'uso dei dispositivi digitali e l'insorgenza dei disturbi. Gli scienziati hanno chiesto ai ragazzi quanto tempo trascorressero con 14 delle piattaforme digitali più diffuse e li hanno suddivisi in tre categorie: nessun utilizzo, utilizzo medio e utilizzo alto. Ogni sei mesi sono stati monitorati sui sintomi da ADHD e sull'utilizzo dei dispositivi, e al termine dei due anni di indagine è stata condotta un'analisi statistica sui dati ottenuti. I risultati hanno mostrato che il 9,5 percento dei 114 ragazzi che hanno usato con frequenza metà delle piattaforme digitali e il 10,5 percento dei 51 che hanno utilizzato spesso tutte le piattaforme hanno sviluppato nuovi sintomi di ADHD. Solo il 4,6 percento dei circa 500 ragazzi che hanno usato poco e per nulla questi dispositivi hanno manifestato sintomi di ADHD, una percentuale in linea col dato nazionale. “Non possiamo confermare il rapporto di causa-effetto dallo studio, ma questa è un'associazione statisticamente significativa”, ha dichiarato il professor Leventhal. “Possiamo dire con sicurezza che gli adolescenti che sono stati esposti a più alti livelli di media digitali hanno avuto maggiori probabilità di sviluppare sintomi di ADHD in futuro”, ha aggiunto lo studioso. I dettagli dell'importante ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Journal of American Medical Association Fonte: http://scienze.fanpage.it/

Cellulari e memoria

Il telefono cellulare può danneggiare la memoria di tuo figlio. Lo smartphone, vero e proprio simbolo del millennio 2000, è onnipresente nelle mani di qualsiasi abitante di questo pianeta. Lo trovi su un grattacelo di New York o in un monastero buddista su qualche montagna sperduta dell'Asia. I ricercatori dell'Istituto svizzero di salute pubblica e tropicale (Swiss TPH) allarmati dalla repentina crescita dell'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) nella nostra vita quotidiana (rilasciati per la maggior parte dai cellulari) e da precedenti studi , sono andati a verificare l'interazione di queste onde con il cervello dei maggiori fruitori, gli adolescenti. Con la mano sinistra. Lo studio ha valutato l'esposizione a campi elettromagnetici RF-EMF su 700 adolescenti in Svizzera nell'arco di un anno,  concludendo che può avere un effetto negativo sullo sviluppo delle prestazioni della memoria visiva e di fatto confermando i risultati precedenti pubblicati su questo argomento. I ricercatori svizzeri hanno scoperto che una delle cause può essere la vicinanza del cellulare con l'emisfero destro del cervello umano. La memoria visiva infatti è principalmente localizzata in quel emisfero cerebrale e gli adolescenti destri (quindi che usano la destra per telefonare) sembrano avere più problemi di quelli mancini. Altro indizio è che l'invio di messaggi di testo, la riproduzione di giochi o la navigazione in Internet non sono associati al cambiamento di prestazioni della memoria, probabilmente perché in questi casi lo smartphone è tenuto a distanza. Come evitare i campi elettromagnetici. I ricercatori specificano che nonostante oramai ci siano diversi studi che provino la dannosità dei campi RF-EMF, la ricerca è ancora all'inizio e le cause di questi danni non sono ancora del tutto comprese, ma consigliano "I potenziali rischi per il cervello possono essere ridotti al minimo utilizzando le cuffie o l'altoparlante durante la chiamata, in particolare quando la qualità della rete è bassa. FONTE: http://scienze.fanpage.it/

giovedì 28 giugno 2018

In vista dell'estate.....

I raggi UVA UVB , con differenti lunghezze d'onda, sono i responsabili sia piacevolmente dell'abbronzatura, sia delle scottature. La protezione e' importante per i bambini e deve essere massima, soprattutto d'estate, anche se gli UVA sono presenti e filtrano nell'atmosfera tutto l'anno. I pediatri gia' dalla primavera allertano i genitori dei piccoli pazienti alla prevenzione delle scottature e ad un corretto approccio al sole. Una ditta francese di prodotti cosmetivi ha realizzato un piccolo e istruttivo video sulla prevenzione alle scottature, quasi un decalogo , rapido e completo. Cliccare sul link per vedere il video: http://pharmagrin.net/go?k=Gk9TeEqVztXp Da: La Roche-Posay

domenica 24 giugno 2018

Uso di apparecchi elettronici e salute dei piccoli

Salute da tutelare per i più piccoli senza criminalizzare le tecnologie digitali ormai sempre più presenti ed indispensabili nella vita quotidiana di ciascuno di noi. È questo l’obiettivo che si prefigge la Società italiana di pediatria che pubblica, per la prima volta, un documento ufficiale nel quale indica quale sia il corretto impiego di cellulari e altri dispositivi elettronici da parte dei bambini compresi nella fascia di età che va da 0 ad 8 anni. Il report degli esperti, pubblicato sull'Italian Journal of Pediatrics, è stato presentato a Roma in occasione del 74esimo Congresso italiano di pediatria. Tra le principali linee guida esposte vi è quella che consiglia di vietare l’utilizzo di smartphone e tablet per tutti gli infanti fino a 24 mesi di vita, durante i pasti e prima di andare a dormire. Invece, viene raccomandato di limitarne l'uso ad un'ora al giorno nei piccoli tra i 2 e i 5 anni e al massimo due ore al dì per quelli tra i 5 e gli 8 anni. In Italia ben otto bambini su dieci tra i 3 e i 5 anni usano il cellulare dei genitori. E mamma e papà risultano fin troppo permissivi; il 30% di loro, infatti, utilizza strumenti come lo smartphone per distrarre e calmare i piccoli durante il primo anno di vita, addirittura il 70% nel secondo. Il documento sconsiglia, inoltre, la visione di programmi con contenuti violenti e volgari e ribadisce soprattutto un secco "no" al cellulare inteso come oggetto "pacificatore". "Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali, ma come pediatri che hanno a cuore la salute psicofisica dei bambini non possiamo trascurare i rischi documentati di un'esposizione precoce e prolungata a smartphone e tablet" ha spiegato Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria. Che aggiunge: "Numerose sono le evidenze scientifiche sulle interazioni con lo sviluppo neuro-cognitivo, il sonno, la vista, l'udito, le funzioni metaboliche, le relazioni genitori-figli". "E' importante porre dei limiti ai piccoli e trovare dei modi alternativi per intrattenerli e calmarli. I genitori dovrebbero dare il buon esempio, limitando l'utilizzo dei dispositivi perché i bambini sono grandi imitatori" dichiara, invece, Elena Bozzola, segretaria nazionale della Società italiana di pediatria. Senza dimenticare che un uso eccessivo di questi strumenti potrebbe causare nei bambini minori relazioni sociali con i coetanei, bassi livelli di attenzione e scarso rendimento scolastico. Un rischio che deve essere assolutamente evitato. Fonte : Il Giornale

domenica 29 aprile 2018

Fakes News

Oggi se si ha un dubbio o si vuole approfondire un argomento , si naviga sul Web e si ottiene immediatamente una risposta...ma che risposta?! Il web e' pieno di notizie poco attendibili e risposte spesso non basate su fonti certe e verificabili se non palesemente false. Vi rimando ad un articolo che vi fara' orientare meglio nel web: http://www.meteoweb.eu/2018/04/vaccini-adolescenti-rischio-fake-news-la-guida-dei-pediatri/1076098/#6L5qjUyoBc1HRjvV.

domenica 31 dicembre 2017

Auguri di Buon Anno a tutti i miei pazientini, ai genitori, ai nonni e nonne ... a tutti i bambini del mondo, che ridono, gioiscono, crescono ma soprattutto a quelli che soffrono , che sono sfruttati, violentati, maltrattati, abbandonati. Oramai non e' possibile ascoltare un telegiornale o leggere un quotidiano senza venire a contatto con violenza sui minori...non dimenticando quella sulle donne, vera piaga nationale e non e protagonista indiscussa di questo 2017. Cosa mi aspetto dal nuovo anno?? Un po' di serenita' per tutti quelli che soffrono, un sorriso e una mano tesa....Ci vorrebbe cosi'poco!!! Buon anno a tutti con la promessa che tornero' frequentemente su quete pagine con novo vigore.

venerdì 24 febbraio 2017

Fruttosio e danni epatici

Troppo zucchero rischia di trasformarsi in "veleno" per il fegato dei bambini. L'abuso sistematico del fruttosio aggiunto ai cibi e alle bevande ha gli stessi effetti pericolosi dell'alcool: ogni grammo in eccesso rispetto al fabbisogno giornaliero (circa 25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi. La conferma scientifica arriva da uno studio dei ricercatori dell'area di Malattie epato-metaboliche dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che, per la prima volta in letteratura, rivela i danni del fruttosio sulle cellule del fegato dei più piccoli. I risultati dell'indagine sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Hepatology. Lo studio è stato condotto tra il 2012 e il 2016 su 271 bambini e ragazzi affetti da fegato grasso. In 1 bambino su 2 gli esami effettuati hanno rilevato livelli eccessivi di acido urico in circolo. L'acido urico è uno dei prodotti finali della sintesi del fruttosio nel fegato. Quando è prodotto in grandi quantità diventa tossico per l'organismo e concorre allo sviluppo di diverse patologie. Attraverso ulteriori indagini, incrociate con i dati emersi dal questionario alimentare somministrato ai pazienti, i ricercatori hanno dimostrato l'associazione tra gli alti livelli di acido urico e l'aggravarsi del danno al fegato, soprattutto tra i grandi consumatori di fruttosio: quanto più zucchero ingerivano con la dieta abituale, tanto maggiore era il danno riportato dalle loro cellule epatiche. Il fruttosio è uno zucchero naturale presente in diversi alimenti, soprattutto nella frutta ma anche nei vegetali e nelle farine utilizzate per pasta, pane e pizza. In una dieta bilanciata, il consumo di fruttosio naturalmente contenuto nei cibi non provoca alcun effetto negativo. Il nemico dei bambini è il fruttosio aggiunto presente negli sciroppi e nei dolcificanti largamente utilizzati dall'industria nelle varie preparazioni alimentari (marmellate, bevande, merendine, succhi di frutta, caramelle). Basti pensare che una sola lattina di bevanda zuccherata contiene il doppio della quantità giornaliera di fruttosio indicata per l'età pediatrica (circa 25 grammi). Un barattolo di marmellata confezionata ha una concentrazione di fruttosio 8 volte maggiore del fabbisogno quotidiano; una merendina ne contiene mediamente il 45% in più, mentre una bottiglietta di succo di frutta poco più della metà. Fonte Askanews