mercoledì 23 gennaio 2008

Gialla, gialla ocra, verde: se non c'è febbre il problema non esiste per il bambino e per i genitori

Forse non tutti farebbero del colore delle feci di un bambino un argomento di discussione, ma vi assicuro che per i genitori e’invece un argomento principe. Le mamme, ed anche i papa’, si preoccupano molto dei colori,(della stipsi parleremo in altro post),che le feci del proprio pargolo possono assumere.
Allora diamo una nota di colore.
Se e’ giallo oro, il neonato e’ probabilmente allattato al seno
Se e’ giallo ocra, sta prendendo latte artificiale
E puo’essere verde… ma allora?
Il colore delle feci è infatti dovuto alle modificazioni che la bilirubina (quel pigmento color giallo-bruno prodotto dal fegato che deriva dalla distruzione dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi e che conferisce al siero ematico la sua tipica colorazione giallastra) subisce durante il suo passaggio nell’intestino prima di essere eliminata. La quantità di ferro contenuta nel latte, materno o artificiale, della quantità di bile presente, del tempo di percorrenza intestinale durante il quale i batteri della flora intestinale ossidano la bilirubina porta questa sostanza a colorare, nella maggior parte dei casi,le feci di un colore che va dal giallo chiaro al verde, fino ad arrivare al comune colore marrone.
Diffusamente il colore verde delle feci spaventa il genitore. Nell’elenco di domande che pone al pediatra, la domanda sulla pericolosita’ delle feci verdi c’è sempre. La risposta è che effettivamente esistono alcune infezioni batteriche dell’intestino (ad esempio la salmonellosi) che causano scariche di colore verdastro, ma in questi casi il bambino presenta altri sintomi associati quali la febbre, il malessere generale, uno scarso appetito, un aumento notevole del numero delle evacuazioni giornaliere ed altri ancora. Inoltre queste situazioni non durano mesi, ma si risolvono nel giro al massimo di 10-15 giorni.
Dunque se un neonato o un lattante stanno bene, preoccuparsi del colore delle sue feci puo’ causare solo ansia inutile.

mercoledì 16 gennaio 2008

Vaccini: quando e come utilizzarli

Ultimamente si e’ fatto un gran parlare di vaccini, soprattutto quelli sulla “meningite”. A parte l’allarmismo ingiustificato, e’ necessario capire cosa sono i vaccini, come sono nati, a che servono e quali sono necessari, oggi, in rapporto all’epidemiologia corrente.
Sono passati ormai più di due secoli da quando Edward Jenner introdusse con successo in Inghilterra la vaccinazione contro il vaiolo, utilizzando una forma attenuata di virus. Quando, mediante un piccolo graffio sulla pelle del braccio, il virus, attenuato nella sua virulenza, veniva iniettato in un soggetto suscettibile, esso era capace di conferire all'organismo del vaccinato difese tali, per cui era impedito successivamente l'attecchimento del virus “selvaggio” del vaiolo e quindi in pratica era impossibile ammalarsi della malattia. Da allora le grandi epidemie di vaiolo, che avevano decimato, con cadenze diverse, la popolazione sulla Terra, si sono sempre di più attenuate, fino a scomparire: l'ultimo caso di vaiolo umano si è manifestato in Somalia nel 1979. Il termine di “vaccino” ricalca il primo vaccino di Jenner, ricavato da una sostanza immunizzante dalla pustola di una vacca.
I vaccini di oggi sono tutt'altra cosa e sono ottenuti con metodiche più sofisticate, che risentono delle moderne tecniche e dei moderni avanzamenti della genetica, della biologia e della microbiologia. Al momento attuale disponiamo di vaccini, ottenuti con procedure diverse:
Vaccini costituiti da agenti infettivi vivi, ma attenuati, come il vecchio vaccino di Sabin contro la polio (OPV), il vaccino contro il morbillo, parotite e rosolia (MPR), il vaccino contro la varicella, il vaccino contro la febbre gialla, il vaccino contro la tubercolosi (BCG) e quello orale contro il tifo (Ty25a)
Vaccini costituiti da agenti infettivi interi uccisi, come il vaccino intero contro l'influenza, il vaccino contro la poliomielite (IPV) e il vecchio vaccino intero contro la pertosse
Vaccini costituiti da tossine o costituenti batterici, inattivati con il formolo o resi atossici per interventi d'ingegneria genetica, come i moderni vaccini contro la pertosse (detti acellulari) e l'anatossina della difterite e del tetano (DTPa). Appartengono a questo gruppo anche i moderni vaccini polisaccaridici, coniugati a proteine di trasporto, contro lo pneumococco, il meningococco e l'Haemophilis influenzae tipo b (Hib), e i vaccini “split” o “a sub-unità” contro l'influenza e altri.
Vaccini costituiti da un solo antigene (cioè da una sostanza che permette la formazione di anticorpi), ottenuto mediante tecniche DNA ricombinanti, come il vaccino contro il virus dell'epatite B, cioè l'HBsAg (antigene di superficie del virus dell'epatite B).
Per una completa documentazione sui vaccini si puo’ consultare il sito www.pediatrico.it oppure navigare in molti siti dedicati ai vaccini, ma attenzione all’attendibilita’ dell’informazione.
In conclusione quando un organo competente (centro di vaccinazione, ospedale , o pediatra curante) consiglia o effettua ad un bambino una vaccinazione deve svolgere due funzioni:
a) difendere il bambino dall'aggressione del maggior numero possibile degli agenti infettivi
b) rendere più fitta la rete di difesa di tutta la popolazione nei confronti degli agenti infettivi.

Vaccinando un numero elevato di soggetti impediamo in ultima analisi ai virus e ai batteri patogeni di circolare e quindi di dare infezione o malattia. Tanto più alta sarà la copertura vaccinale di una popolazione (oltre il 90-95%) e tanto maggiore sarà la probabilità che un agente infettivo, introdotto casualmente, non trovi spazio per diffondere da un soggetto all'altro, per cui verranno a mancare i casi secondari, elementi essenziali per la diffusione della malattia.
Questo concetto viene anche conosciuto con il nome di “immunità di gruppo” e rappresenta uno dei capisaldi della scienza delle vaccinazioni. La necessità di tenere la copertura vaccinale a livelli molti alti è legata anche al fatto che esiste sempre, per ogni vaccino, la possibilità che un bambino non risponda allo stimolo immunitario e rimanga suscettibile alla malattia. Questa possibilità è in generale molto bassa (inferiore al 5% dei vaccinati): essa ci spiega perché sia necessario raggiungere nella diffusione della vaccinazione nella popolazione livelli molto, molto elevati.
I vaccini giusti , “non obbligatori”, da somministrare dipendono dal buon coordinamento tra la conoscenze del problema degli operatori e della corretta informazione all’utenza e dalla conseguente tranquillita’ della scelta piu’ giusta da parte della famiglia.

lunedì 7 gennaio 2008

Sicurezza a bordo, necesario l'utilizzo di seggiolini e adattatori

La sicurezza dei bambini a bordo dei veicoli e' fondamentale perché, in caso d’incidente, sono i più indifesi ed esposti ai rischi. Secondo le statistiche nel nostro Paese, ogni anno, più di 8000 bambini sotto i 13 anni sono coinvolti in incidenti stradali, con un tasso di mortalità molto elevato. L’utilizzo dei dispositivi di ritenuta per bambini è essenziale non solo in caso d’incidente ma anche in tutte le occasioni in cui la circolazione impone un repentino cambiamento di velocità o di marcia. In questi casi un adulto riesce a restare correttamente seduto sul sedile mentre un bambino può cadere pericolosamente sul pavimento o urtare contro i sedili o i vetri con il rischio di lesioni. È largamente dimostrata l’efficacia dei seggiolini nel diminuire la probabilità di morte o di lesione grave in chi li utilizza: un bambino correttamente sistemato su un seggiolino ha, infatti, il 69% delle probabilità in meno di un decesso in caso di incidente grave.
I dispositivi utilizzabili sono di due tipi: seggiolini e adattatori. Dovrebbero essere usati fin dai primi giorni di vita seguendo attentamente le istruzioni riportate nei manuali e la scelta deve essere fatta in base al peso del bambino. Il trasporto dei bambini sui veicoli è regolato dall’articolo 172 del codice della strada, (modificato dal decreto legislativo n.150 del 13 aprile 2006) e dalla normativa europea. I dispositivi di ritenuta sono obbligatori dalla nascita fino al raggiungimento di 36 chili di peso. Fino a 18 kg si possono usare solo i seggiolini, oltre questo peso si possono utilizzare anche gli adattatori. Quest’ultimi sono dei piccoli sedili che, sollevando il bambino, permettono di usare le cinture di sicurezza dell’auto che però vanno passate sotto le alette poste ai lati, in senso longitudinale al torace. I sistemi di sicurezza presenti negli autoveicoli non sono adatti a persone inferiori a 1.50 metri di altezza. Fino a 9 chili di peso il bimbo deve essere trasportato in senso contrario alla marcia dell’auto. Inoltre non bisogna mai mettere il bambino sul sedile anteriore se la macchina è provvista di airbag, a meno che non possa essere disattivato. Il posto più adatto è il sedile posteriore, al centro, che protegge anche da eventuali urti laterali. Dopo 10 chili si può cominciare a sistemare il seggiolino in senso di marcia. Lo schienale del seggiolino deve essere ben appoggiato al sedile della macchina e le cinture presenti sul dispositivo devono sempre essere allacciate, anche per brevi tragitti. Il seggiolino o l’adattatore devono essere omologati.
Per tutte le omologazioni e le regole consultare il sito
www.poliziadistato.it

sabato 5 gennaio 2008

Giocattoli, alcune regole per l'acquisto e per tutelare il bambino

La tutela dei bambini, anche in materia di giocattoli e’ sempre piu’ sentita.
La sicurezza e la salute dei consumatori più piccoli sono garantite dalla direttiva comunitaria n. 378 del 1988 e dal Decreto Legislativo n. 313 del 1991. Il ministero dell’Industria è tra le amministrazioni pubbliche preposte a vigilare che i giocattoli siano sicuri. Sulla confezione devono infatti comparire in maniera visibile, leggibile, indelebile e soprattutto in lingua italiana:
• la marcatura CE con cui il fabbricante attesta la conformità del giocattolo alle prescrizioni di legge;
• il nome e/o la ragione sociale e/o il marchio, nonché l’indirizzo del fabbricante o del responsabile dell’immissione sul mercato;
• le avvertenze sulle fasce d’età consigliate e le precauzioni d’uso per la manutenzione e il montaggio;
• la scritta "Attenzione. Da usare sotto la sorveglianza di adulti”, per i giocattoli che riproducono apparecchi destinati agli adulti e per i giocattoli che contengono prodotti chimici.
Maggiori informazioni possono essere lette e scaricate, insieme ad una piccola guida “all’acquisto e all’uso del giocattolo”,
sul sito http://www.sviluppoeconomico.gov.it/pdf_upload/documenti/phpBYK3gO.pdf