giovedì 24 settembre 2009

La "violenza" nelle fiabe dei bambini

Come tutti, o quasi tutti, i papà racconto le favole…niente di insolito. Dall’alba dei tempi , in modi e lingue diverse, sono state raccontate favole ai bambini.
Da Esopo, favolista greco del VII o VI sec a.c., con le sue favole ricche di animali con sobrio riferimento ai vizi e alle virtù umane ad Hans Christian Andersen della Piccola Fiammiferaia e del Soldatino di piombo , ed ai Fratelli Grimm , con Biancaneve e i sette Nani e Pollicino, scritte a fine '700 , non da Walt Disney , per finire con il Padre di Pinocchio, Carlo Collodi , le favole hanno segnato la nostra esistenza, ci hanno fatto immaginare, sognare e volare sulle ali della fantasia, accompagnandoci fino all’età adulta. Ma , da adulti, ci siamo mai soffermati, raccontando una storia ai nostri figli, del significato di questa o analizzare i personaggi che animano una fiaba?
Le fiabe dei fratelli Grimm sono colme di violenza.Nella favola originale di Cappuccetto Rosso c' è una descrizione accurata di come il lupo viene ucciso e squartato. I due fratelli tedeschi non scrissero di proprio pugno le favole, ma anzi, le raccolsero con accuratezza nei paesi e nelle campagne, dove venivano tramandate per via orale. Con il passare degli anni e con il passaparola queste leggende, divenute favole, venivano riadattate per essere raccontate ai bambini davanti al fuoco nelle sere dei rigidi inverni germanici.
Ma altri esempi come la Regina matrigna che ordina al “ fidato” cacciatore di uccidere l’orfanella Biancaneve perché molto più bella di lei, o Hansel e Gretel o Pollicino che vengono abbandonati dai genitori e rischiamo di venir mangiati da orchesse e orchi giganteschi, come nel “Fagiolo Magico” .Poi non pensiamo alla Piccola Fiammiferaia , bimba che muore di stenti e di freddo la vigilia di capodanno e cerca di scaldarsi con i fiammiferi. Pinocchio , da pezzo di legno diventa un bambino ma passando per mille peripezie e inanellando tutti i lati negativi degli uomini, dalla furbizia negativa della Volpe ladra, allo sfruttamento minorile di Mangiafuoco al rendere in schiavitù gli asinelli - bambini che giocano a biliardo e fumano sigari….le principesse delle favole sono tutte orfane, cadute in disgrazia, con sorellastre e matrigne , rischiano la vita continuamente, vedi Cenerentola o la Bella e la Bestia o la Sirenetta. Ma che gli raccontiamo a questi poveri bambini….

Noi non associamo mai la "morale" alla violenza, separiamo sempre un’azione cattiva , anche se è sotto metafora, da un’azione positiva ed educativa. Eppure il fine ultimo di questi racconti era proprio l' insegnamento morale. Necessario è leggere la fiaba o favola, (sinonimi derivati dal verbo latino “ fari” che significa "parlare", "raccontare") anche nel contesto storico nel quale è stata scritta o raccontata, che non è lo stesso di oggi. La finalità è a carattere morale-didascalico, pertanto la sua trama non si esaurisce nella vicenda narrativa , allora come oggi , ma vuole piuttosto evidenziare un messaggio di ordine etico, giacché assai spesso gli scrittori se ne valsero in rapporto a un contesto politico-sociale negativo con povertà e fame per la maggioranza della popolazione, analfabetismo, alta mortalità infantile. Anche oggi dobbiamo vedere, al di là della storia raccontata, il fine educativo più alto della fiaba, e vederla come Gianni Rodari, il quale sosteneva che le favole devono servire unicamente ad aprire la mente del bambino, assolvendo così il loro scopo educativo. "Le favole -così recitava una sua famosa frase- sono il posto delle mille opportunità".

sabato 12 settembre 2009

Zucchero : 2° parte

La maggioranza di noi non pensa che quando dolcifichiamo il nostro caffe’ con lo zucchero bianco stiamo usando una miscela contenente calce, resine, ammoniaca, acidi vari e "tracce" di barbabietola da zucchero.
Che cosa e' rimasto del primo succo scuro ricco di vitamine, sali minerali, enzimi, oligoelementi che componeva la base dello zucchero che mangiamo?
Purtroppo quasi nulla. Lo zucchero raffinato diviene nocivo per la salute se consumato ad alte dosi (mangiando, per esempio dolci e dessert dopo tutti i pasti nella stessa giornata)e sicuramente è necessario ricercare un’alternativa più naturale e meno dannosa, soprattutto per i bambini. Lo zucchero bianco ha un’ influenza sia sul sistema nervoso sia sul metabolismo, creando prima stimolazione poi depressione con conseguenti stati di irritabilità.Il rapido e violento assorbimento dello zucchero nel sangue che fa salire la glicemia. Di fronte a tale rapido innalzamento, il pancreas risponde immettendo insulina nel sangue e ciò provoca una brusca discesa del tasso glicemico detta "crisi ipoglicemica" caratterizzata da uno stato di malessere, sudorazione, irritabilità, aggressività, debolezza, necessità di altro carburante dato dallo zucchero.La conseguenza di questa caduta degli zuccheri e' l'immissione in circolo, da parte dell'organismo, di altri ormoni atti a far risalire la glicemia, tra cui l'adrenalina che e' l'ormone dell'aggressivita', della difesa, della tensione. Si puo' ben comprendere come questi continui “cambiamenti” ormonali con i loro risvolti psicofisici determinano un esaurimento delle energie con l'indebolimento di tutto l'organismo. Cio' e' stato ampiamente verificato da studi condotti negli Stati Uniti dove la violenza e l'aggressivita' nei bambini, messe in relazione anche al tipo di dieta e ai cibi e zuccheri raffinati, hanno creato allarme e preoccupazione per tutte le conseguenze sociali che esse determinano.


A livello intestinale provoca processi fermentativi con produzione di gas e tensione addominale, e l'alterazione della flora batterica con tutte le conseguenze che cio' comporta (coliti, stipsi, diarree, formazione e assor bimento di sostanze tossiche, ecc.).IN teragisce con le vitamine, soprattutto del gruppo B. La vitamina B1 è necessaria per la trasformazione dei carboidrati. Quanto più zucchero viene introdotto, tanto maggiore è il fabbisogno di Vitamina B1.


Altre possibili interazioni con l’organismo sono: apparato circolatorio (con l'aumento di colesterolo e danni alle arterie), epatico, pancreatico (poiche' l'organo che gestisce gli zuccheri e' il pancreas), ponderale (con l'aumento di peso e l'obesita'), cutaneo.

Dolcificanti Naturali

Come sostituto dello zucchero bianco raffinato si puo’ tentare un elenco dei sostituti dello zucchero raffinato:

Fruttosio, zucchero semplice, facilmente reperibile, sia in natura che commercialmente.
Il malto d'orzo, di riso o di mais: sono fluidi, con sapore di caramello, derivati dalla bollitura di questi cereali. Il prodotto così ottenuto viene poi concentrato fino ad ottenerne uno simile al miele.
Lo sciroppo d'acero: è un dolcificante che si ottiene dai tronchi degli aceri da zucchero (Acer saccharum) e degli aceri rossi (Acer rubrum). La linfa viene concentrata tramite un processo di bollitura.
Il succo d'agave: deriva da una pianta di origine messicana ed è ricco di sali minerali; contiene soprattutto fruttosio e dolcifica più dello zucchero.
Il succo d’uva: derivato dalla bollitura della spremitura di uve alla quale si aggiungono chiodi di garofano, cannella, limone. Contiene fruttosio.
Lo zucchero integrale: derivato dal succo della canna da zucchero (non esiste come derivato della barbabietola), che viene poi fatto bollire ottenendo una polvere grossolana, mai cristallina, non trattata.
Il miele: prodotto dalle api a partire da nettare o melata. Il fruttosio è lo zucchero maggiormente presente, conferendo al miele un potere dolcificante maggiore dello zucchero.

Dolcificanti artificiali

Ottenuti per sintesi chimica, non si ritrovano in natura. Hanno un valore nutritivo praticamente nullo. In Italia l'uso dei dolcificanti sintetici e' consentito solo per i prodotti dietetici autorizzati dal Ministero della Sanita'. Tranne l'aspartame, tutti i dolcificanti artificiali, compreso l'ultimo nato, l'acesulfame-K, vanno a toccare i delicati meccanismi di controllo dell'insulina, causando un aumento della sua produzione (azione insulinotropica).

L 'Aspartame fu scoperto per caso nel 1965 e viene approvato per gli alimenti disidratati nel 1981 e per le bibite gassate nel 1983. L'Aspartame è di gran lunga la sostanza più dannosa in commercio ad essere aggiunta agli alimenti. E' responsabile per circa il 75% delle reazioni avverse agli additivi alimentari segnalati dall'FDA statunitense. Alcuni dei 90 differenti sintomi documentati elencati nel rapporto come causati dall'Aspartame includono: mal di testa, vertigine, infarti, nausea, intorpidimento, spasmi muscolari, depressione, perdita di capelli, palpitazione, difficoltà respiratorie, difficoltà di parola, attacchi d'ansia, tintinnio auricolare, vertigini, perdita della memoria, dolore alle giunture.
L'Aspartame è costituito per il 40% di acido aspartico; l'acido glutammico è per il 99% monosodico glutammato. L'aspartato e il glutammato funzionano come neurotrasmettitori nel cervello facilitando la trasmissione dell'informazione da neurone a neurone. Troppo aspartato o glutammato nel cervello uccide alcuni neuroni permettendo l'afflusso di troppo calcio nelle cellule. Questo afflusso scatena un aumento eccessivo di radicali liberi che uccidono le cellule.