mercoledì 31 dicembre 2008

Termalismo Laziale

Le terme nascono con la Civilta' Romana e sono insite nel patrimonio culturale del Lazio. Il concetto romano di benessere , relax e socialita' passava per le "termae". Oggi , quanto allora , questi concetti che si associano a vita tranquilla e cura del corpo e nello spirito, sono sempre più validi ed attuali.Il nostro paese ha un'altissima concentrazione di terme e dunque di offerte che spaziano in diversi settori terapeutici: dalle bronchiti croniche al colon irritabile, dalla rinopatia vasomotoria ai postumi di una flebite o a problemi dermatologici.Il binomio terapia classica con acque minerali specifiche e recupero delle energie psico-fisico ed al trattamento dello stress sono strettamente legate. A tal riguardo c'è una splendita iniziativa della regione Lazio sul termalismo regionale con sito internet, una guida cartacea alle cure naturali e iniziative dei singoli centri termali.Moltissimi i trattamenti convenzionati con il SSN. Insomma , sembra una buona terapia per il termalismo laziale ...

Cliccare sul titolo per vedere il sito delle terme laziali

domenica 21 dicembre 2008

Gemelli

Sempre più spesso si sente di parti bi-tri gemellari.Le gravidanze gemellari rappresentano l'1-2% di tutte le gravidanze.
Per due terzi sono dizigotiche e per un terzo monozigotiche.
Tutti i gemelli dizigoti ed un terzo dei monozigoti sono bicoriali. Perciò, poco più del 20% di tutte le gravidanze gemellari è monocoriale.
I gemelli monocoriali presentano spesso una prognosi peggiore rispetto ai gemelli bicoriali, con una morbilità e mortalità perinatale da 3 a 5 volte più elevata. Per questo motivo la diagnosi prenatale di corionicità assume importanza fondamentale.
La gravidanza gemellare è facilmente rilevabile con l'ecografia già alla quinta settimana, quando vi sono due sacchi distinti. Per visualizzare gli embrioni e i battiti cardiaci bisogna però aspettare la sesta settimana.
Solo al terzo mese con ecografie accurate è possibile stabilire il numero di placente e definire se si tratta di una gravidanza monocoriale o bicoriale. Questa distinzione è abbastanza importante perché le gravidanze monocoriali vanno incontro a maggiori complicanze e necessitano, quindi, di controlli più frequenti.
La gravidanza gemellare è comunque considerata una gravidanza a rischio, perché sono più frequenti complicanze come la prematurità, la gestosi (pre-eclampsia), il distacco di placenta, il basso peso alla nascita e le anomalie della presentazione fetale durante il parto.Alcuni fattori sembrano predisporre allo sviluppo di una gravidanza gemellare o plurigemellare. Tra questi:

°Familiarità'per parti gemellari

°Genotipo materno (il complesso delle informazioni genetiche – DNA – presenti nella mamma sembra essere più importante rispetto a quello del papà del nascituro)

°Età della donna (l’incidenza cresce con l’avanzare dell’età)

°Razza dei genitori (incidenza massima tra i neri, minima tra gli orientali)

Ricorso a tecniche che favoriscono l’ovulazione (i trattamenti antifertilità promuovono la maturazione contemporanea di più follicoli).

Poi i gemelli portano con se, una particolare sensibilità verso il fratello gemello sia nelle sensazioni che nei conportamenti. Un fortissimo legame che neanche la lontananza riesce ad affievolire.
Cliccando sul titolo potrai saperne di più...

domenica 14 dicembre 2008

IL Reflusso gastroesofageo in età pediatrica

Il reflusso è un disturbo molto comune nei bambini, soprattutto nei primi mesi di vita.
È la risalita in esofago del materiale acido proveniente dallo stomaco. Nei neonati si manifesta con rigurgito ed emissione di saliva, muco e latte dalla bocca.

In genere compare nei primi 10 mesi. Di solito è presente in forma lieve. E, nella quasi totalità dei casi (circa il 95%), scompare spontaneamente entro 18-24 mesi. In qualche caso (circa il 30%) può durare fino ai 4 anni. Le complicanze nei bambini sono piuttosto rare. Si hanno solo nel 5% dei casi.
Nella maggior parte dei casi, il reflusso nei neonati è un fenomeno normale. Deriva dal fatto che l'esofago e la valvola tra esofago e stomaco non sono ancora del tutto formati. L'esofago è più corto e la valvola pure. La sua tenuta è quindi minore.
Il reflusso nei bambini può essere un disturbo passeggero ma può anche diventare una malattia.
Si distinguono tre tipi di reflusso:
° Il reflusso fisiologico è quello che viene a un bambino sano. Non ha particolari sintomi. Si presenta occasionalmente. E viene quasi sempre dopo i pasti. Non influisce sulla crescita del bambino, che mangia con regolarità, non rifiuta il cibo e sta bene. Questo tipo di reflusso scompare da solo nel giro di qualche mese. È detto "fisiologico" perché è un fenomeno normale (dovuto al fatto che nel neonato l'esofago non è ancora del tutto sviluppato).
° Il reflusso funzionale o sintomatico si ha quando gli episodi di reflusso sono frequenti ma non influiscono sulla crescita e sullo stato di salute generale del bambino. I suoi sintomi principali sono: rigurgito e vomito. La sua frequenza varia da 8 a 15 volte al giorno. In genere viene subito dopo la poppata o a qualche ora di distanza dal pasto. Nella maggior parte dei casi, scompare tra l'ottavo e il diciottesimo mese. In genere viene curato con l'alimentazione e alcune regole di comportamento, come l'assunzione di pasti solidi e con la postura verticale.
° Il reflusso patologico si ha quando, oltre al rigurgito, sono presenti altri sintomi: vomito, inarcamento del bambino anche durante la poppata, apnea, broncospasmo, perdita di peso. Riguarda il 10% dei casi.
La clinica è importante ,il bambino non cresce,ma anche la diagnosi stumentale è importante per capire il tipo di reflusso. La phmetria è l’indagine più sicura, ma meno attendibile e meno invasiva, ma molto usata se fatta da un operatore esperto, è l’ecografia gastroesofagea .La terapia si basa sulla gravità del reflusso e conprende gli alginati, gli antiacidi e gli H2 antagonisti. Gli inibitori della pompa protonica sono farmaci un po' più forti e sono in genere indicati per i casi più gravi o persistenti.

sabato 13 dicembre 2008

Miti da sfatare

Tante cose si sentono sull'allattamento al seno e su ciò che si può mangiare, fare,non fare.Facciamo un pò di pulizia. Se questo insieme di regole poteva trovare, in tempi passati, fondamento nelle condizioni igieniche e di vita della donna, attualmente non ha nessun significato.

Non serve quindi che:

La donna rinunci all’uso del latte dei primi giorni,detto colostro, che è preziosissimo per la ricchezza di anticorpi ed è più che adeguato alle necessità nutritive del neonato
La donna s’imponga una certa dieta. Basta che segua a tavola un alimentazione adeguata all'allattamento. Nessun alimento particolare è proibito, ma vale la raccomandazione generale di essere accorte verso i cibi allergizzanti, moderate nelle quantità e di variare continuamente i vari aliment. Qualora la madre individui un rapporto fra il consumo di certi cibi e determinati disturbi del bambino, potrà allora decidere di eliminare uno o più cibi dalla sua dieta. Siccome le diete vegetariane strette portano una carenza della vitamina B 12, questa andrà assunta dalla madre vegetariana con integratori alimentari specifici.
La mamma s’imponga di bere un certo volume di liquidi (magari come tisane) con l’obiettivo di fare più latte, perché la sua produzione non dipende da quanto si beve, ma dalla stimolazione del seno materno da parte del bambino.
La mamma si astenga da attività sportive, perché è ormai ben noto che queste, se moderate, aumentano la produzione di latte, senza modificarne la composizione e la crescita del bambino.
La donna segua rituali igienici di pulizia del seno e del capezzolo prima e dopo della poppata, perché basta la pulizia quotidiana del corpo, l’allattamento al seno, infatti, protegge il bambino dall’esposizione eventuale a germi patogeni.
La mamma sospenda l’allattamento per una febbre, un’influenza, un’infezione; in questi casi non esiste controindicazione ad allattare, perché il latte materno non rappresenta la via di contagio. La mamma può anche assumere farmaci, compatibili con l'allattamento.Se il bambino dovesse ammalarsi dello stesso disturbo, gli verrà somministrata la terapia del caso.

Vero è che il fumo di sigarette può ridurre la produzione di latte. Il fumo passivo inoltre risulta, senza alcun dubbio, dannoso per il bambino che lo respira.

sabato 6 dicembre 2008

Nuove vaccinazioni e Piani regionali

Si fa un gran parlare di vaccinazioni e spesso è l'argomento principe di alcuni incontri con il pediatra. Ma poi , come in altri settori in Italia, c'è una gran confusione su quali fare e perchè e a chi.Ad esempio per la vaccinazione per l'Influenza ,arrivata quest'anno,si è evidenziata una certa disinformazione con un conseguente disorientamento dei genitori senza una direttiva unitaria,(chiaramente già data da Ministero della Salute Nazionale).Spesso ogni regione o provincia e in alcune realtà locale, anche in ASL limitrofe, l'informazione che viene data dagli operatori all'utenza, non è chiara e genera dubbi se non paura e prevenzione verso le stesse vaccinazione.La chiarezza e la competenza dell'operatore che risponde ai quesiti dell'utenza è fondamentale.
Rimanendo ben saldo il principio che il Calendario Nazionale delle Vaccinazioni ,(obbligatorie, consigliate e facoltative), è stato pubblicato un'interessante circolare,"novità sulle vaccinazione", pubblicata dalla FIMP (Federazione Nazionale Italiana Pediatri, sezione Lazio),sulle vaccinazioni non obbligatorie, facoltative che si possono effettuare presso le ASL.
Meritevole documento che forse potrà rendere più chiaro il meccanismo delle vaccinazioni facoltative.

Cliccando sul titolo si puo' scaricare "notizie sulle vaccinazioni" dell FIMP.

Sul sito wwww.pediatrico.it, voce vaccinazione, e' presente un'ampia descrizione delle patologie alle quali questi vaccini sono preposti.

Certificazioni e Sport

E' stata firmata, qualche mese fa, ma attuale per l'inizio dell'attiviuta' invernale sportiva dei bambini una convenzione tra FIMP (federazione italiana Medici Pediatri) e l'Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalita' della scuola in materia di certificati scolastici di Idonerita' sportiva per alcune particolari attività sportive. La caratteristica è che sono gratuite ed erogate dal Pediatra di base. Passo molto importante che , avallato da decreti ministeriali, permette di fare chiarezza su quali certificazioni sono gratuite, dal momento che il certificato medico è obbligatorio per qualsiasi attività sportiva.

Cliccando sul titolo si puo' avere il testo della convenzione.Sullo stesso sito è possibile scaricare il Modulo prestampato per la Certificazione per Attività Sportiva ..

domenica 30 novembre 2008

Piede Torto Congenito: quale trattamento?

Il piede torto è la più comune malformazione delle ossa e delle articolazioni nei neonati: riguarda, infatti, un bambino su 1000. È stato stimato che ogni anno, in tutto il mondo, nascano più di 100.000 piccoli con questo problema. Il disturbo interessa più i maschi delle femmine (con un rapporto di 3 a 1), ed è bilaterale (ovvero riguarda entrambi i piedini) in circa il 45-50% dei casi.
La malformazione può essere di diversa entità: normale, lieve, moderata e grave. Facendo riferimento a classificazioni basate su un punteggio (associato alle varie deformità degli assi del piede), si può quindi stabilire la serietà del problema, valutare se è necessario l’intervento chirurgico di tenotomia percutanea e rassicurare i genitori in merito ai progressi che si potranno ottenere con il trattamento.
Le cause non sono state trovate anche si considerata una forte componente genetica: quando un genitore è affetto da piede torto, infatti, il nascituro ha una probabilità del 3-4% di ereditare questa malformazione e le probabilità salgono al 30% se il problema riguarda entrambi i genitori.
I geni responsabili della malformazione del piede torto si attivano tra la 12a e la 20a settimana di vita fetale: durante la gravidanza, è quindi possibile venire a conoscenza della patologia tramite una normale ecografia di controllo.Così, si può intervenire tempestivamente alla nascita.
I genitori di un bimbo affetto da questo problema non devono affatto allarmarsi: se correttamente curato da esperti, il loro piccolo non avrà alcun tipo di handicap e sarà perfettamente in grado di condurre una vita normale e attiva.
Al “Buzzi” di Milano , da qualche anno seguono un metodo detto di “Ponsedi” dal nome del medico che lo ha introdotto in Italia dagli USA.
Diagnosticabile già in utero, mediante una normale ecografia, il piede torto congenito deve essere curato tempestivamente, intervenendo,se possibile, fin dalla prima settimana di vita del bambino: questa, infatti, è l’epoca ideale per iniziare la terapia.Il trattamento prevede una esperta manipolazione del piedino, con successiva applicazione di apparecchi gessati appositamente modellati secondo tappe correttive ben definite e a cadenza settimanale.In questo modo, si correggono gradualmente e senza dolore le varie deformità equino-cavo-varo-supinato’ del piede torto.Prima di mettere l’ultimo, potrà essere necessaria - nell’80-85% dei casi, in linea con quella degli altri centri che adottano questa metodica, un piccolo intervento chirurgico sul tendine di Achille,che si esegue circa un centimetro,un centimetro e mezzo sopra il calcagno per una completa correzione dell’equinismo. Infatti, diversamente dai legamenti tarsali, quelli delle ossa del ‘meso-piede’, regione anatomica compresa tra l’avampiede e il retropiede questo tendine, composto da fasci di collagene non allungabili passivamente,può non correggersi a sufficienza con i soli apparecchi gessati.
L’intervento di tenotomia percutanea, previsto nel protocollo Ponseti, non è particolarmente invasivo e non richiede punti disutura, ma l’applicazione di un nuovo apparecchio gessato per tre settimane,il tempo necessario perché il tendine si rigeneri, raggiungendo una lunghezza normale.Nella maggior parte dei casi, questo semplice intervento può rimanere l’unico atto invasivo per la completa guarigione del piede.

mercoledì 26 novembre 2008

Termometri al mercurio....Addio

Il Parlamento europeo ha approvato una delibera per la messa al bando del vecchio e caro termometro a mercurio, visto la possibilita' di inquinamento dello stesso.
Ma analizziamo quale sono i metodi di misurazione e quale e' ritenuto il piu' attendibile.
I termometri a mercurio sono attualmente gli strumenti più utilizzati, sia per la precisione e l'affidabilità, sia per il basso costo. Tuttavia,come abbiamo visto dalla delibera europea, sembrano destinati a scomparire per problemi relativi alla tossicità del mercurio e alle difficoltà legate al suo smaltimento.Già dal luglio del 2001, infatti, in alcuni Stati Americani, dietro raccomandazione dell'American Academy of Pediatrics, i termometri a mercurio sono già stati messi al bando e sostituiti con quelli digitali.
I termometri digitali, caratterizzati da un display in cui si visualizza la temperatura, rappresentano l'alternativa al tradizionale mercurio ,abbastanza economici , alla portata di tutti e pratici,ma debbono essere spesso mandati in manutenzione, cosa che non si fa. Possono essere impiegati sia per via rettale (se hanno sonda flessibile) sia per via orale e ascellare.Pur vero che esistono delle controversie sull'affidabilita' dei termometri digitali e parte dei operatori del settore e molti forum di genitori non lo trovano affidabile. Costano anche piu' di un termometro tradizionale ma non quanto un'apparecchio ad alta tecnologia. Utile per "orientarsi" sullo stato febbrile del bambino.
I termometri a cristalli liquidi, strisce di plastica che misurano la temperatura quando appoggiate sulla fronte, non sono raccomandabili per la bassa affidabilità dovuta alla scarsa precisione.
I termometri a raggi infrarossi sono di tre tipi: quelli auricolari, grazie alla speciale forma a cono, una volta inseriti nell'orecchio, rilevano la temperatura del timpano. Fra i vantaggi si possono elencare la rapidità (due secondi circa), la facilità d'uso, l'innocuità e l'accettabilità da parte del paziente, ma, per contro, vanno impiegati con molta cautela, soprattutto nei bambini piccoli: se non utilizzati correttamente possono infatti determinare letture errate (anche di qualche grado). Proprio per la scarsa affidabilità, questi termometri non risultano raccomandabili.
Gli altri due tipi, di recente commercializzazione, impiegano i raggi infrarossi per rilevare la temperatura della fronte per contatto (es. Thermocontact, Termotouch) oppure, grazie ad un puntatore ottico, a distanza (es. Thermofocus). Questi strumenti presentano un grado di precisione paragonabile ai termometri elettronici e, come quelli auricolari, sono rapidi nella rilevazione, semplici da usare e bene accetti dai piccoli pazienti.
Dunque quale scegliere.
Ricordiamo che la febbre non è una malattia, ma una difesa naturale del corpo. Si manifesta con un aumento della temperatura corporea superiore a 36,5° C se misurata per via cutanea (ascellare), mezzo grado piu' alta se misurata per via rettale.
Finche' c'è il vecchio termometro a mercurio....

Cliccare sul titolo per leggere la delibera Europea sui temometri a mercurio

venerdì 21 novembre 2008

Dieta vegetariana ai bambini: No grazie!

Privare i bambini delle proteine e delle vitamine animali è un gesto «immorale» che può determinare danni anche permanenti al loro sviluppo. L’accusa contro le diete vegetariane troppo restrittive è lanciata da Lindsay Allen, ricercatrice statunitense.

A fornire le basi scientifiche della sua accusa, uno studio condotto dalla stessa Allen in Kenya su oltre 500 soggetti in età scolastica. Il gruppo di bambini che nel corso di due anni aveva ricevuto 60 grammi di carne al giorno ha evidenziato un miglior tono muscolare, un maggior sviluppo delle capacità mentali nonché più vivacità a scuola e più disposizione al gioco. Nonostante l’immediato contrattacco della SSNV (Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana) a difesa della dieta vegetariana per i bambini, molti esperti sottolineano come nella fase dello sviluppo l’apporto di sostanze nutritive come vitamina B12, vitamina D, calcio e ferro, di cui le diete troppo restrittive rischiano di essere carenti, sia indispensabile per la salute e la crescita dei bambini.La dieta mediterranea e lo svezzamento nei paesi latini, come l'Italia, fornisce tutti gli apporti ad una regolare e corretta crescita con i costituenti essenzili , proteici, lipidici e glucidici.
Dunque i genitori debbono meditare prima di imporre ai propri bambini scelte dietetiche non appropriate per la loro crescita armonica.

martedì 18 novembre 2008

Bioetica e Carta di Firenze

Riporto da un'agenzia nazionale di stampa, , senza commento, le affermazioni di un noto bioeticista, nell'ambito del congresso di biotica al Meyer di Firenze.

"I feti, i neonati fortemente prematuri, i ritardati mentali gravi e coloro che sono in uno stato vegetativo permanente, cioè senza speranza, costituiscono esempi di non persone umane. Tali entità fanno parte della specie umana, ma non sono persone". L'affermazione arriva da Gianfranco Vazzoler pediatra e componente della Consulta di bioetica di Pordenone che l'ha scritta nero su bianco nella sua relazione al convegno su 'Le sfide della neonatologia alla bioetica e alla società: le buone ragioni della Carta di Firenze' all''ospedale Meyer.

Per Vazzoler, infatti, ''è persona chi ha autocoscienza, senso morale e razionalità". Parlando di rianimazione dei prematuri, "alcuni neonati sono neurologicamente e fisicamente così compromessi - ha aggiunto il bioeticista - da essere impossibilitati irreversibilmente ad acquisire il loro potenziale di conquista dei diritti. Non potranno mai diventare persone e quindi il loro migliore interesse non sta nel perseguire la vita".

Una tesi duramente contestata da Gianpaolo Donzelli, ordinario di neonatologia all'università di Firenze secondo il quale quelle di Vazzoler sono affermazioni "senza alcun fondamento scientifico ed etico". "Vazzoler - dice Donzelli all'ADNKRONOS SALUTE - parla esclusivamente a titolo personale.

La posizione della SIN (Societa' Italiana di Neonatologia) e' critica nei confronti di queste posizioni estreme, a nome del suo Presidente, ma rimane il fatto che l'argomento è spinoso e tocca la sensibilita' e le convinzioni etiche del singolo medico e del suo senso di tutela della vita. Rianimare un neonato estremamente prematuro, sotto le 23 settimane, è un dubbio che assale il neonatologo in sala parto e nessuno e nessuna carta o protocollo puo' condizionare il senso di difesa e salvaguardia della vita del paziente.

mercoledì 12 novembre 2008

Influenza nei bambini: bisogna vaccinarli?

Sta per arrivare....l'influenza. E come al solito c'è una grande confusione sulla necessita' di vaccinare i bambini sani. I mass-media, i giornali, gli stessi operatori del settore danno pareri contrastanti circa l'opportunita' e la validita' della vaccinazione.
Ma il Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute e il Ministero della salute hanno dato delle indicazioni precise sul problema. Vaccinazione che va consigliata ai bambini a rischio (nefropatici, cardiopatici,immunodepressi). Le indicazioni debbono essere seguite nell'interesse dei piccoli, per evitargli vaccinazioni non necessarie.Tutti possono farlo, non e' pericoloso, ma vanno seguite le linee guida e le raccomandazioni degli esperti.
Cliccate sul titolo per saperne di piu'....

domenica 9 novembre 2008

Alimentazione Pediatrica

L'alimentazione pediatrica e' una delle basi della pediatria e comporta mille sfaccettature, dalla prima pappa alla scelta del latte artificiale (se non c'e' il latte materno!!!), all'alimentazione della mamma durante l'allattamento, all'asilo nido, alla materna e le mense scolastiche. Spesso non c'è attenzione all'alimentazione dei bambini: si è attenti che mangino, non cosa e quando mangiano .La qualita' e il giusto ritmo dell'alimentazione del bambino e' importante quanto la loro crescita staturale e ponderale, perche' sono il motore della crescita. Al tal riguardo, da qualche mese ho messo in rete un blog di alimentazione:
Menu' di Culle e Pannolini (httpp://mariopacella2.blogspot.com).
Ieri ho pubblicato un articolo sull'alimentazione scolastica,in relazione ad un programma che ho intrapreso sul sito di alimentazione.
Lo presento anche su Culle e Pannolini.

In età scolare si impostano e si confermano le abitudini alimentari del bambino,impostate fin dai primi mesi di vita pertanto è in questa fase che la famiglia e la scuola devono contribuire allo sviluppo di uno stile alimentare salutare, che permanga nell’età adulta. Il progressivo cambiamento del modo di vivere e dei ritmi nuovi imposti dalla societa' hanno portato a profonde modificazioni delle abitudini alimentari familiari, con la diffusione nella popolazione infantile di una alimentazione scorretta, con introito eccessivo di calorie, proteine di origine animale, grassi saturi, sodio con mancanza di glucidi complessi, fibra, vitamine e sali minerali. Agli errori nutrizionali si associano la monotonia della dieta, una errata distribuzione dell’intake calorico nella giornata, una prima colazione assente o insufficiente, pasti nutrizionalmente non adeguati intervallati da numerosi spuntini. Nei bambini e ragazzi in età scolare abitudini alimentari scorrette hanno portato ad un aumento della frequenza di sovrappeso e obesità, derivante oltre che da scelte alimentari sbagliate da eccessiva sedentarietà. Per promuovere una crescita armonica e uno sviluppo corretto è importante educare i bambini a consumare un’ampia varietà di alimenti. Attraverso una corretta alimentazione associata ad un’attività fisica regolare si può prevenire il sovrappeso e ridurre il rischio di sviluppare in età adulta malattie cronico-degenerative (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione etc). Le fondamenta delle abitudini alimentari si costruiscono in ambito familiare. La scuola, attraverso la mensa scolastica ha un ruolo preventivo, in quanto interviene in età precoce quando le abitudini alimentari sono ancora in formazione, agisce su un grande numero di bambini, uniformando e indirizzando correttamente le scelte alimentari del bambino e della famiglia. Quindi genitori ed educatori devono impegnarsi per contribuire a sviluppare nel bambino una coscienza alimentare autonoma e consapevole che permetta loro di fare scelte nutrizionali corrette, promuovendo anche una sana e regolare attività fisica.

Clicca sul titolo per il link a Menu' di Culle e Pannolini

domenica 2 novembre 2008

Vitamina D e Bambini

Nell'ultimo numero della prestigiosa rivista Pediatrics , viene riportata la raccomandazione dell'AAP (Americ Academy of Pediatrics) sulla necessità di raddoppiare la dose raccomandata di vitamina D ai bambini, alla luce di osservazioni sempre piu' frequenti del suo effetto protettivo su malattie come il rachitismo e da studi recenti , su alcuni tipi di tumori.
La vitamina D ha un ruolo importante nella regolazione del metabolismo del calcio, favorendo la mineralizzazione delle ossa: la sua carenza e' la rischiosa causa del rachitismo con conseguente deformazione ossea e diminuzione della crescita del bambino. La vitamina D è una vitamina liposolubile e può essere acquisita sia con l’ingestione che con l’esposizione alla luce solare.
La forma previtaminica necessita dell’azione dei raggi ultravioletti attivando una forma di colesterolo (una delle molte funzioni positive del colesterolo) presente nella pelle e la converte in vitamina D.
La forma sintetica della vitamina D2 è conosciuta come ergocalciferolo ed è utilizzata per vitaminizzare gli alimenti.
La vitamina D3, conosciuta col nome di colecalciferolo, è la forma naturale e la troviamo nell’olio di fegato di pesce. La vitamina D3 può essere prodotta sinteticamente dall’irradiazione ultravioletta del 7-deidrocolesterolo, un derivato del colesterolo.
Il fabbisogno giornaliero e' di 200 UI (Unita' Internazionali) e va raccomandato soprattutto ai bambini allattati al seno, dalla nascita fino al primo anno di vita. Viene assunta anche con la dieta essendo presente nelle uova, nel pesce (salmone, tonno), nei formaggi ma meno nel latte vaccino e nel latte umano, che debbono essere integrati con supplementazioni esterne.
Dunque Vitamina D a 400 UI ?
Vedremo gli sviluppi delle ricerche ..nel frattempo esponete i bambini al sole....

mercoledì 29 ottobre 2008

Dermatite da contatto

La dermatite di contatto è una reazione della pelle, che si sviluppa con l’interagire con sostanze solitamente fino a quel momento non considerate allergizzanti. Il soggetto sviluppa rush cutanei , irritanti e pruriginosi, dopo contatto
ripetuto con sostanze come: alcuni metalli (cromo, nichel, cobalto, mercurio); alcuni medicamenti come gli antibiotici; prodotti professionali come il cemento, le vernici, le resine; alcuni indumenti trattati con tinture o coloranti. Ma nella maggioranza dei casi le dermatiti da contatto sono causate da cosmetici come smalti per le unghie, saponi, profumi e detersivi. sostanze vegetali, come piante, o piccoli parassiti, (acari o processionarie).
E' necessario individuare la sostanza che ha provocato la dermatite.
L'agente imputato del contatto può essere identificato con prove allergiche cutanee o piu’ frequentemente rimanere misconosciuto. Nei soggetti riconosciuti allergici , vi e’ una piu’ alta probabilita’ di avere reazioni cutanee “da contatto”. La terapia e’ sintomatica: essenzialmente creme antiistaminiche e , se la dermatite e’ particolarmente impegnativa, cortisoniche, e antiistaminici per via orale.
L’incidenza della dermatite da contatto, da 0 a 14 anni, va da 7 al 15% ,secondo studi e statistiche diverse. Riportiamo una studio belga che distingue per fasce d’eta’ le reazioni da contatto:
Al dipartimento di dermatologia del University Hospital di Lovanio, Belgio, i ricercatori hanno stilato l’elenco delle sostanze in grado di sviluppare dermatiti allergiche da contatto nei bambini. Che cambiano con la crescita.
BEBE’: oggetti da succhiare (in gomma), pannolini, materiali contenenti colle;
BAMBINI: vaccini e pomate dermatologiche (contenenti tracce di mercurio), giocattoli e bigiotteria (nichel, gomma e colle)
ADOLESCENTI: cosmetici, tatuaggi temporanei, bigiotteria, allergie professionali.
PER TUTTE LE FASCE DI ETA’: scarpine in gomma per i bebè e scarpe da ginnastica per i ragazzi (contengono residui di cromo, gomma, colle e coloranti e non fanno traspirare i piedi, accentuano la sudorazione e la macerazione della pelle).
Dunque una particolare attenzione a come vestite i vostri figli, come li lavate, dove e come vivono.

lunedì 27 ottobre 2008

Convegno sui prematurissimi

Nuove tecnologie applicate alla terapia intensiva: oggi sempre piu’ piccoli e piccolissimi possono essere rianimati e tenuti in vita. Ciò avviene talvolta a prezzo di grandi sofferenze per i piccoli e le famiglie e a fronte di un'aspettativa di vita minima e contrassegnata da una lunga strada di controlli, problematiche sanitarie e sociali. Ma e’ etico e caritatevole farlo? Cosa dicono i neonatologi che , giornalmente , affrontano queste problematiche?
Per promuovere la consapevolezza dell'importanza del principio della “proporzionalità delle cure”, il 30 e 31 ottobre si svolgerà a Firenze, presso la nuova sede dell'ospedale pediatrico “Meyer” in viale Pieraccini 24, un convegno sull'uso responsabile della terapia intensiva nei prematuri più piccoli: i neonati di età gestazionale estremamente bassa.
Un momento di confronto su un argomento sempre piu’ attuale.

martedì 21 ottobre 2008

Dal Ministero "Misto" , le linee guida comuni per la prevenzione dentaria dei bambini

Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali pubblica per la prima volta le “Linee-guida per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva”. Obiettivo del documento è offrire a ginecologi, pediatri, neonatologi, odontoiatri, igienisti, igienisti dentali indicazioni univoche, condivise e basate sulle migliori evidenze scientifiche disponibili per la prevenzione di carie, gengiviti e parodontiti, stomatiti, problemi ortopedici dei mascellari nei bambini da zero a quattordici anni.
Alla stesura delle Linee-guida hanno partecipato esperti dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani, del Centro di collaborazione OMS per l’epidemiologia orale e l’odontoiatria di comunità, della Federazione Italiana Medici Pediatri, del Ministero, del Movimento Italiano Genitori, della Società Italiana di Ginecologia ed Odontoiatria, della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, della Società Italiana di Neonatologia, della Società Italiana di Odontoiatria Infantile, della Società Italiana di Pediatria e dell’Università.
Le raccomandazioni contenute nelle Linee-guida sono uno strumento per gli operatori avente il fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi indicati dall’OMS (entro il 2010 il 90 per cento dei bambini di età compresa tra i 5 e i 6 anni deve essere esente da carie e a 18 anni non deve esserci nessuna perdita di denti dovuta a carie o a malattia parodontale). Attualmente in Italia più del 20 per cento dei bambini di 4 anni di età presenta carie, mentre a 12 anni l’incidenza sale al 44 per cento.

Ottimo esempio, raro, di collaborazione interdisciplinare per la salute pubblica, su un delicato argomento come i denti dei nostri bambini e adolescenti

Fonte : Bibliografia. Ufficio stampa Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali 2008.

mercoledì 15 ottobre 2008

Inziativa di Emergency per il martoriato Darfur

Il 3 ottobre, Emergency ha dato avvio alla campagna «La nostra idea di pace» per la costruzione di un Centro pediatrico a Nyala, capitale del Sud Darfur.
Dal 3 al 22 ottobre, gli utenti Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia potranno inviare un SMS al numero 48587 del valore di 1 euro oppure effettuare allo stesso numero una chiamata da rete fissa Telecom Italia del valore di 2 euro. L’intero ricavato sarà devoluto a Emergency.
L’attività di raccolta fondi sarà pubblicizzata con una campagna che comparirà negli spazi ceduti gratuitamente dalle maggiori concessionarie pubblicitarie.
Emergency intraprenderà una campagna informativa sugli obiettivi del Centro pediatrico in alcuni dei principali media italiani.
E' un'iziativa lodevole a sostegno degli"ultimi" del mondo,in una terra martoriata dalla guerra civile e dalla fame.Per noi, paesi "ricchi" dare un euro vale un cappuccino o il giornale mattutino, per un bambino del Darfur un pasto caldo per vari giorni.

martedì 14 ottobre 2008

SIDS ovvero morte in culla: un’iniziativa dell’Ospedale di Livorno

La sindrome della morte in culla, definita SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) chiamata anche morte bianca. In alcuni casi il neonato, apparentemente sano senza nessun segno di malattia durante il sonno (sia di giorno che di notte, sia in culla che nel passeggino) improvvisamente smette di respirare. La SIDS, che nei paesi occidentali rappresenta la forma più comune di morte nei bambini (il 60% sono di sesso maschile) in età compresa tra uno e dodici mesi con una incidenza nel periodo tra i due ed i quattro mesi, colpisce indifferentemente tutte le razze e le classi sociali. Dagli studi effettuati sono stati evidenziati che i fattori che aumentano il rischio SIDS, sono di diversa natura, dalle infezioni delle vie respiratorie, allo stress fisico, ai cambiamenti dovuti all’irregolarità nei ritmi cardiaci e del sonno. Tra questi vanno ad incidere anche le cause esterne, come l’esposizione del feto o del neonato al fumo passivo, la nascita prematura, l’allattamento artificiale, la temperatura troppo elevata nell’ambiente dove il bambino riposa e la posizione sbagliata nel lettino. In quest’ultimo caso il rischio di mortalità risulta essere più elevato per i bambini che dormono in una posizione prona rispetto a quelli che dormono in posizione supina. E’ importante sottolineare un dato emerso dalle statistiche, secondo le quali si è riscontrato una notevole diminuzione delle “morti in culla”, grazie al contributo che le campagne pubblicitarie hanno fornito, informando i genitori sui fattori a rischio e sulle modalità per eliminarli.La frequenza con cui si manifesta la SIDS, è di circa un caso su mille bambini. La morte di un bambino è sempre un evento tragico difficile da accettare, a maggior ragione se si parla di questa sindrome, le cui cause improvvise, nonostante le ricerche, i riscontri diagnostici ed autoptici, non sono ancora del tutto chiare alla scienza.

Dal giornale“Tirreno” di Livorno: un semplice computer portatile, dotato di “modem” e linea telefonica, può essere un prezioso aiuto per tenere sotto controllo neonati a rischio di morte improvvisa. L’apparecchio è stato donato all’Unità Operativa di Pediatria Medica dell’Ospedale di Livorno dall’Associazione “Insieme per la vita”.Impiegato negli Stati Uniti, già alla fine degli anni’80, il congegno è stato oggi ulteriormente e concretamente aggiornato, riuscendo a controllare diversi, importanti parametri clinici attraverso il movimento del torace, ma anche delle variazioni chimiche del sangue, nei casi di ostruzioni delle alte vie aeree ed assieme, della funzionalità cardiaca. Specifici congegni sono inoltre in grado di far scattare i dispositivi d’ allarme ed anche di registrarli, così da avere un controllo costante della situazione. Il Centro fiorentino si pone dunque come struttura di collegamento e controllo a distanza, evitando il trasporto dei piccoli pazienti. Il sospetto dei casi a rischio contempla i nati pre-termine con disturbi già nei primi giorni di vita. Poi, nel tempo, da seguire sono le gravi malattie polmonari croniche, quelle congenite di cuore, le apnee ostruttive nel sonno, il tutto ai fini di una telediagnosi e di un teleconsulto. In media, la metà di tali pazienti è costretta a successivi ricoveri (per informazioni www.nannasicura.com). E' stato sottolineato come la prima valutazione del malato a rischio avverrà, secondo questo protocollo, monitorando a Livorno in ambito ospedaliero il bambino ed i dati successivi saranno poi inviati in via telematica a Firenze, verificando la necessità di ulteriori percorsi d’approfondimento diagnostico.

Questa iniziativa non deve far pensare che tutti i bambini debbano avere in casa , collegato con il piu' vicino centro pediatrico, un tale dispositivo, ma che la prevenzione di questo complesso evento multifattoriale e' essenziale.

sabato 27 settembre 2008

Lacrime di Coccodrillo ovvero Stenosi del dotto Lacrimale

Ostruzione, parziale o completa, del canale nasolacrimale, che funzionalmente fa defluire le lacrime verso il naso. Di solito l'ostruzione è localizzata al passaggio dal sacco lacrimale al dotto vero è proprio, per cui essa provoca il ristagno delle lacrime nel sacco, favorendo una sovrinfezione da parte di batteri, che dal sacco lacrimale può estendersi alla congiuntiva e alle palpebre.
E' una condizione abbastanza comune, che interessa il 6% dei neonati. Nel 30% dei casi il difetto è presente da ambedue i lati. il difetto è presente sin dalla nascita, talora i sintomi compaiono al secondo mese di vita, in quanto alcuni bambini cominciano a produrre lacrime solo dalla 3a - 4a settimana.
I sintomi sono: occhio perennemente umido, lacrimazione anche in assenza di pianto, non c’è arrossamento della congiuntiva o dei tessuti palpebrali.La terapia e’ sintomatica , con “massaggini” al livello dello sbocco nasolacrimale (lato nasale dell’occhio) e pulizia oculare.In caso di sovrainfezione si ha iperemia della congiuntiva dell’occhio, secrezione mucopurulenta e edema sottopalpebrale. E’ necessario usare antibiotici e pulizia oculare con soluzione fisiologica sterile, o salviettine sterili umidificate.
Nel 90% dei casi il problema si risolve spontaneamente entro l'anno di vita del bambino. Talora, persistendo l'ostruzione, è necessario ricorrere ad un piccolo intervento di canalizzazione (mediante una sonda) da parte dello specialista oculista.

giovedì 28 agosto 2008

Una lacrima sul viso

Spesso l’occhio del neonato presenta una lacrimazione eccessiva o una secrezione giallastra. Non e’ altro che un’ ostruzione, parziale o completa, del canale nasolacrimale, che normalmente fa defluire le lacrime verso il naso. Di solito l'ostruzione è localizzata al passaggio dal sacco lacrimale al dotto vero è proprio, per cui essa provoca il ristagno delle lacrime nel sacco, favorendo un’ infezione da parte di batteri, e dal sacco lacrimale può estendersi alla congiuntiva e alle palpebre.
La stenosi dei dotti lacrimale e’ abbastanza comune, interessa circa il 6% dei neonati. E’ normalmente monolaterale, ma nel 30% dei casi il difetto è bilaterale. I sintomi compaiono al secondo mese di vita,anche se il difetto e’ congenito in quanto alcuni bambini cominciano a produrre lacrime solo dalla 3a - 4a settimana. Nella quasi totalita’ dei casi il problema si risolve spontaneamente entro l'anno di vita del bambino. Talvolta, persistendo l'ostruzione oltre tale eta', è necessario ricorrere ad un piccolo intervento di canalizzazione (mediante una sonda) da parte dell’ oculista. La Stenosi del dotto lacrimale o dacriostenosi congenita si presenta con l’occhio sempre umido ,lacrimazione anche quando il bambino non piange , la narice dal lato interessato rimane asciutta e normalmente l’occhio non è arrossato e le palpebre non sono gonfie . Questa patologia va differenziata dalla dacriostenosi acquisita che può verificarsi in seguito a ostruzione infiammatoria del dotto causata da infezione del sacco lacrimale oppure in seguito a congiuntivite acuta. I sintomi sono l’arrossamento dell'occhio, della pelle che ricopre il sacco lacrimale e delle palpebre e secrezioni purulente. La compressione sul sacco lacrimale causa frequentemente un abbondante reflusso di muco o di pus dal puntino lacrimale.
Come gia’ detto , a causa del mancato drenaggio l’occhio affetto dall’ostruzione del dotto nasolacrimale può infettarsi, producendo secrezioni gialle che escono dallo sbocco oculare del canale. E' necessario pertanto mantenere vuoto il sacco lacrimale, massaggiandolo regolarmente (almeno 2 volte al giorno). Il massaggio ha anche lo scopo di favorire la disostruzione del canale, liberandolo da eventuali aderenze. Per questo, esso deve essere abbastanza energico, condotto premendo col dito sull'angolo interno dell'occhio interessato e massaggiando verso l'alto e verso il basso.Si deve pulire l’occhio con soluzioni fisiologhe sterili oppure con salviettine oculari gia’ preparate. Le manovre vanno effettuate con assoluta pulizia da parte degli operatori. Se l’occhio e’ purulento e’ necessario far uso di colliri o pomate antibiotiche.

venerdì 22 agosto 2008

I diritti all’astensione dal lavoro per maternita’ ....sono anche per il papa’

Secondo il Decreto Lgs. n° 151 del 26/03/2001 - c.d. Testo Unico sulla maternità - il congedo di maternità si compone di 5 mesi, ossia l’interdizione al lavoro opera per i due mesi antecedenti al parto e per i tre mesi successivi alla nascita del bambino, durante il quale il divieto di lavoro è assoluto.

Esiste tuttavia la possibilità per la lavoratrice, qualora le sue condizioni fisiche, accertate da un medico del SSN, lo permettano, di potere lavorare fino all’ottavo mese di gravidanza e quindi assentarsi 1 mese prima del parto, allungando a 4 mesi l’assenza dopo lo stesso (c.d. flessibilità).
In caso di parto anticipato rispetto alla data presunta, i giorni di congedo non goduti potranno essere recuperati dopo la nascita del bambino, in modo da garantire alla lavoratrice un riposo comunque non inferiore ai 5 mesi. Se il figlio nato prematuro ha necessità di un periodo di degenza presso una struttura ospedaliera, pubblica o privata, la madre ha diritto alla sospensione temporanea del congedo di maternità. In questo caso il congedo obbligatorio post-partum, comprensivo del residuo periodo ante-partum non goduto, andrà a decorrere dalla data dell'effettivo rientro a casa del figlio. Durante il periodo di sospensione temporanea del congedo di maternità la lavoratrice può fruire dei riposi giornalieri per allattamento.
Il congedo di maternità è calcolato utile a tutti gli effetti ai fini dell'anzianità di servizio, delle ferie e della tredicesima mensilità e ai fini previdenziali. Viene considerato attività lavorativa ai fini della progressione di carriera.
Nell’ipotesi di adozione, il congedo spetta solamente per i 3 mesi successivi all’entrata in famiglia del bambino qualora di età inferiore ai 6 anni.
E’ interessante notare che la legge prevede la fruizione di un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, in alternativa alla madre, anche per il padre lavoratore (c.d. congedo di paternità) nelle seguenti ipotesi:
1. abbandono del bambino da parte della madre;
2. morte o grave invalidità della madre;
3. affidamento esclusivo dal bambino al padre.

Per quanto riguarda il trattamento economico spettante alla lavoratrice durante questo periodo di astensione obbligatoria, l’importo dovuto risulta essere pari all’80% della retribuzione normalmente percepita (si considera la retribuzione media giornaliera) e viene corrisposto dall’INPS, anche se materialmente anticipato dal datore di lavoro. Quasi tutti i contratti collettivi, prevedono tuttavia una integrazione del 20% rimanente a carico del datore di lavoro, in modo tale che la lavoratrice non subisca penalizzazioni economiche.
In caso di adozione. di affidamento preadottivo o temporaneo la normativa offre ampia tutela ai genitori adottivi.
Anche la lavoratrice che adotta un bambino oppure ottiene l'affidamento preadottivo o temporaneo, ha diritto all'astensione dal lavoro.
Per la Finanziaria 2008 il congedo di maternità in caso di adozione di minore spetta ora per un periodo massimo di cinque mesi in caso di adozione nazionale durante i primi cinque mesi successivi all'effettivo ingresso del minore nella famiglia della lavoratrice, mentre in caso di adozione internazionale. il congedo può essere fruito anche prima dell'ingresso del minore in Italia, durante il periodo di permanenza all'estero richiesto per l'incontro con il minore e gli adempimenti relativi alla procedura adottiva.
Nel caso di affidamento di minore, è previsto che il congedo possa essere fruito entro cinque mesi dall'affidamento, ma per un periodo massimo di tre mesi.

Per usufruire del congedo l’ interessato deve presentare al proprio datore di lavoro , in caso di dipendenza privata anche all' Inps, la domanda corredata dal certificato di nascita del bambino,e in caso di adozione o affidamento,la copia del provvedimento dell'Autorità giudiziaria che ha disposto l'adozione o l'affidamento, idonea documentazione attestante l'ingresso del bambino in famiglia (dichiarazione dell'Istituto pubblico o privato da cui il bambino o dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà ai sensi dell'art. 4 della Legge n. 15/1968) e in caso di adozioni e affidamenti preadottivi internazionali certificazione da parte dell'ente autorizzato che ha ricevuto l'incarico di curare la procedura di adozione.

Per avere il testo completo del Decreto Legge N° 151 , cliccare il titolo del post

sabato 9 agosto 2008

Le nuove carte antropometriche neonatali

Nuovi percentili in arrivo per misurare la crescita dei neonati italiani.


Le carte antropometriche neonatali sono considerate oggi uno strumento indispensabile per una adeguata classificazione auxologica dei neonati e rivestono quindi una notevole rilevanza nella pratica clinica e nella ricerca. Attualmente non è disponibile in Italia un valido riferimento e l’uso di curve neonatali straniere non è giustificato per la popolazione italiana. Peso,lunghezza e circonferenza cranica sono comunemente utilizzati per la valutazione auxologica dei neonati e forniscono informazioni sulla crescita sia di tipo qualitativo che quantitativo: queste variabili antropometriche devono essere rilevate utilizzando strumenti standardizzati e seguendo tecniche di misurazione precise ed accurate
La validità delle carte antropometriche neonatali si basa anche sull’affidabilità dell’età gestazionale (EG) espressa in settimane compiute, in accordo con le raccomandazioni internazionali. La valutazione ecografica precoce ha migliorato oggi l’affidabilità nella determinazione dell’EG rispetto alla valutazione anamnestica ed all’uso dei punteggi clinici alla nascita. Una stima affidabile dell’EG, come osservato in due recenti studi italiani, annulla la distribuzione bimodale del peso nelle EG più basse, e riduce la flessione della curva al termine di gravidanza osservata in studi con EG meno affidabili. Nel 1996 la Società Italiana di Neonatologia ha definito dei criteri di campionamento e di elaborazione degli standard antropometrici neonatali che sono stati utilizzati per costruire due curve sulle popolazioni del Nord-Est e del Nord-Ovest. Queste curve, considerate come riferimento antropometrico per i neonati del Nord Italia, non sono rappresentative della popolazione del Centro e Sud d’Italia e, attualmente, anche del Nord, dove negli ultimi anni si è verificata una significativa modificazione della popolazione neonatale.
Al congresso della Società italiana di Neonatologia, che si e’ tenuto a Torino, in maggio, sono stati presentati le nuove carte antropometriche neonatali italiane, frutto di uno studio policentrico promosso dalla Sin (Società Italiana di Neonatologia) e che ha coinvolto 34 centri su tutto il territorio nazionale, (compreso l’ospedale Fatebenefratelli S.Pietro, per il quale sono stato il referente per questo studio).
Grazie a queste nuove carte, sarà possibile valutare in modo aggiornato e appropriato la crescita dei prematuri. Lo studio ha valutato , non solo dati antropometrici di neonati di peso molto basso, finora non valutati, ma anche di mettere in evidenza come negli ultimi 20 anni i neonati italiani siano cambiati: sono diminuite le alterazioni in eccesso o in difetto della crescita nei nati a termine . Si tratta di cambiamenti in buona parte dovuti alla migliorata gestione della gravidanza da parte degli ostetrici e alla sempre più stretta collaborazione fra ostetrici e neonatologi.

Bibliografia

1.Bertino E. Neonatal growth charts. Ital J Ped 2002; 28:425-428.
2.Milani S, Bossi A, Cortinovis I, Bertino E, Fabris C, Mostert M, Benso L. Neonatal anthropometric standard. An update. Acta Med Auxol 1990; 22: 27-45.
3.Bertino E, Licata D, Prandi CM, Fabris C. Carte antropometriche neonatali: problemi aperti. Neonatologica 1991; Suppl: 96-105.
4.Gagliardi L, Macagno F, Pedrotti D, Coraiola N, Furlan R, Agostini L, Milani S. Standard antropometrici neonatali prodotti dalla task-force della Società Italiana di Neonatologia e basati su una popolazione italiana Nord-Orientale. Riv Ital Ped 1999; 25: 159-169.
5.Karlberg J, Cheung YB, Luo ZC. An update on the update of growth charts. Acta Paediatr 1999; 88:797-802.
6.Bertino E, Coscia A, Tafi L, Benso L. Prenatal and neonatal growth. In: Nicoletti I, Benso L, Gilli G, eds. Physiological and Pathological Auxology. Firenze 2004: 175-220.
7.Cameron N. Measuring techniques and instruments. In: Nicoletti I, Benso L, Gilli G, eds. Physiological and Pathological Auxology. Firenze 2004: 117-159.
8.Chiswick ML. Commentary on current WHO definitions used in perinatal statistics. Arch Dis Child 1986; 61: 708-710.
9.Società Italiana di Medicina Perinatale. In SEE (eds.): “Requisiti e raccomandazioni per l’assistenza perinatale”. Firenze 1999.
10.Kramer MS, Mc lean FH, Boyd ME, Usher RH. The validity of gestational age estimation by menstrual dating in term, preterm and post-term gestations. JAMA 1988; 260: 3306-8.
11.Gagliardi L, Scimone F, Del Prete A, Petecca C, Stival G, Pasinetti G et al. Precision of gestational age assessment in the neonate. Acta Paediatr 1992; 81: 95-9.
12.Bertino E, Murru P, Bagna R, Ventriglia A, Garzena E, Martano C, Prandi G, Costa S, Borgione S, Milani S, Fabris C. Standard antropometrici neonatali dell’Italia Nord-Occidentale. Riv Ital Ped 1999; 25: 899-906.

venerdì 1 agosto 2008

Montagne: istruzioni per l’uso

Dal momento che Vi ho abbandonato per un periodo di “spero meritato” riposo e con i miei figli cammino tra boschi e masi con corone di montagne, Vi lascio qualche consiglio per una vacanza “in quota”.
La quota ideale per i bambini più piccoli è compresa tra gli 800 e i 1.500 metri di altitudine, con un clima collinare o di bassa montagna, che non registra mai temperature eccessivamente rigide che potrebbero comportare uno sbalzo troppo intenso per l’organismo del piccolo. Queste quote sono consigliate anche per motivi di pressione dell’aria: man mano che si sale in altezza infatti, l’ossigeno diventa sempre più rarefatto e ciò comporta uno sforzo maggiore da parte del cuore del bambino per ossigenare il sangue.
A differenza degli adulti a cui bastano 1-2 giorni, il bambino impiega circa una settimana per adattarsi ai cambiamenti di clima. Quindi affrontare questo sbalzo per un solo fine settimana è spesso controproducente, soprattutto se il viaggio per raggiungere la località di montagna è abbastanza lungo. I cambiamenti di clima e di abitudini possono rendere il bambino irritabile, fargli subire alterazioni dei ritmi del sonno, inappetenza, stitichezza. Dunque vacanze piu’ lunghe, almeno una settimana, per garantire l’adattamento del bambino.
I benefici offerti al bambino dalla montagna sono legati alle ore trascorse all’aria aperta. Meglio uscire nelle ore centrali della giornata , al contrario che al mare d’estate, quando la temperatura è meno rigida e ci sono minori sbalzi termici, ed evitare invece passeggiate la mattina presto o dopo il tramonto. Nelle giornate molto fredde invece è sempre bene ridurre i tempi delle uscite. Attenzione al vento: questo raffredda molto rapidamente il corpo del piccolo e può irritare la gola, gli occhi e la pelle, con il rischio di provocare tosse e congiuntivite.
Per i climi montani l’abbigliamento più indicato è quello “a strati”, o “ a cipolla”composto da più capi sovrapposti, piuttosto che da pochi vestiti molto pesanti: questa tecnica consente infatti di spogliare o vestire il bambino a seconda dei cambiamenti della temperatura. Con le basse temperature della montagna anche in estate sono indispensabili capi pesanti: un maglione di lana per la sera, una giacca a vento per ripararlo dalla pioggia a volte improvvisa, un cappellino che ripari le orecchie del piccolo se la giornata è particolarmente ventosa. Non dimenticare mai di applicare sulla pelle delicata del piccolo una crema a schermo totale.

Per i bambini sopra i 5 anni, le indicazioni sono un po’ diverse.

Secondo le indicazioni della commissione medica UIAA (Unione Internazionale delle Associazione Alpinistiche) per quanto riguarda l’alta quota, non ci sono restrizioni specifiche, almeno fino a 2500 – 3000 metri di quota. Al di sopra dei 3000 metri è bene porre particolare attenzione al mal di montagna acuto, anche perché i più piccoli spesso non sanno riferire con precisione i sintomi. Come per gli adulti, anche per i bambini si raccomanda una salita lenta e graduale, non più di 300 metri al giorno al di sopra dei 3000 metri, cercando di limitare l’attività fisica all’arrivo in quota, anche se spesso è difficile farli star fermi, soprattutto i più piccoli.
Le motivazioni a camminare sono diverse da quelle degli adulti, e che “la vetta” può non essere così importante; è bene offrire mete intermedie e rispettare i tempi dei bambini, facendo fermate frequenti per lasciarli recuperare anche con momenti di gioco. Farli bere a volontà, abituandoli a portare la borraccia nello zainetto.
Il peso dello zaino deve essere limitato, in base alla taglia del bambino. L’indicazione è non più di 1 Kg fino a 5 anni, meno di 3 Kg fino a 8 anni e meno di 5 Kg fino a 12 anni, per evitare danni alle articolazioni e alla colonna vertebrale.
I rapidi cambiamenti di quota e quindi di pressione barometrica, come con la funivia, possono aumentare il rischio di dolori alle orecchie soprattutto nei più piccoli.
Per l’abbigliamento e la protezione dai raggi UVA le raccomandazioni sono simili a quelle per i piu’ piccoli.
Ma soprattutto in montagna ci vogliono , oltre cartine o orientamento, buone gambe e spallle, buon senso da parte dei genitori.
Buona camminata a tutti.

martedì 22 luglio 2008

La tutela dell’Infanzia e i diritti dei Bambini

E’ sufficiente leggere un giornale o seguire un telegiornale per rendersi conto con quanta poca considerazione teniamo il “sale della Terra”: i nostri bambini. Nostri, perche’ i bambini debbono essere tutelati da tutti come figli propri, come una massima ricchezza da preservare e consenvare. Ma purtroppo non e’ cosi’. Lavoro minorile, baby-prostituzione, bambini schiavi, ragazzi-soldati, fino a gravi ed efferati comportamenti di adulti irresponsabili che si macchino di crimini verso i minori. Tanto si fa, ma e’ sempre poco per combattere la macchia indelebile del togliere ai bambini quel diritto basiliare ed inviolabile di poter crescere fino al raggiungimento dell’eta’ della “Ragione”. Ma molti Stati e organismi Internazionali lavorano per questo.Dal sito dell'Unicef:
"La Convenzione sui diritti dell'infanzia rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia.
Contempla l'intera gamma dei diritti e delle libertà attribuiti anche agli adulti (diritti civili, politici, sociali, economici, culturali).
Costituisce uno strumento giuridico vincolante per gli Stati che la ratificano, oltre ad offrire un quadro di riferimento organico nel quale collocare tutti gli sforzi compiuti in cinquant'anni a difesa dei diritti dei bambini.
La Convenzione è stata approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed è entrata in vigore il 2 settembre 1990.
L'Italia ha ratificato la Convenzione il 27 maggio 1991 con la legge n. 176 e a tutt'oggi 193 Stati, un numero addirittura superiore a quello degli Stati membri dell'ONU, sono parte della Convenzione."
Purtroppo le cifre ci dicono che non bastano leggi e convenzioni e finche’ non cambiera’ qualcosa nelle menti di molti adulti, avremo le pagine dei quotidiani piene di brutte notizie sull’infanzia.

Clicca sul titolo del post per scaricare la convenzione Unicef sull'infanzia

sabato 19 luglio 2008

Ricerca e nuove sostanze per il benessere dei nostri bimbi

La Luteina e il neonato

La luteina è il principale carotenoide contenuto nell’area centrale della retina, detta macula.
Può agire come un filtro che protegge la macula dalla luce solare.
E’ una sostanza che si trova negli spinaci, nell’insalata, nei porri, e nei piselli, nel grano.
I soggetti che si nutrono di cibi ricchi di luteina sembrano avere una minore incidenza di degenerazione maculare .
Si ammalano di questa malattia associata all’età, i fumatori, le donne in postmenopausa e le persone con occhi chiari.
Una ricerca compiuta presso l'Università di Utrecht (Paesi Bassi), ha dimostrato che i supplementi di luteina naturale derivanti dagli esteri dei tageti possono aumentare il pigmento maculare.
La luteina e la zeaxantina sono presenti in concentrazioni dosabili nel cordone ombelicale. Diversi studi hanno dimostrato che esiste una correlazione diretta tra le concentrazioni di luteina nel plasma della madre e quelle del neonato subito dopo la nascita. Va anche segnalato che le concentrazioni plasmatiche di carotenoidi e luteina nei primi quattro/sei mesi di vita sono molto basse. Ciò è da ricondurre al fatto che la dieta del neonato è esclusivamente lattea e priva di elementi solidi (come verdura a foglia verde) ,tra le poche fonti di questo micronutriente.
L’allattamento al seno consente al neonato di assumere luteina e zeaxantina dai primi giorni di vita allo svezzamento , ossia in un periodo durante il quale avviene il processo di maturazione della fovea. Inoltre, poiché i livelli plasmatici di luteina della donna in allattamento e quelli del neonato allattato al seno sono correlati, è fondamentale che , durante il periodo di allattamento, la donna segua una dieta multivariata con alto contenuto di luteina e zeaxantina o integrata con tali elementi, per garantirne la disponibilità al bambino.
E’ dunque necessario integrare la dieta dei neonati alimentati con latte di formula con luteina e zeaxantina al fine di prevenire uno stato carenziale , che si traduce in una minore protezione retinica verso la luce blu.

Riferimenti bibliografici:

1. Hulten K, Van Kappel AL, Winkvist A, Kaaks R, Hallmans G, Lenner P, and Riboli E. Carotenoids, alpha-tocopherols, and retinol in plasma and breast cancer risk in northern Sweden. Cancer Causes Control 12: 529-537., 2001.
2. Toniolo P, Van Kappel AL, Akhmedkhanov A, Ferrari P, Kato I, Shore RE, and Riboli E. Serum carotenoids and breast cancer. Am J Epidemiol 153: 1142-1147., 2001.
3. Kim MK, Ahn SH, and Lee-Kim YC. Relationship of serum alphatocopherol, carotenoids and retinol with the risk of breast cancer. Nutrition Research 21: 797-809, 2001.
4. Zhang S, Hunter DJ, Forman MR, Rosner BA, Speizer FE, Colditz GA, Manson JE, Hankinson SE, and Willett WC. Dietary carotenoids and vitamins A, C, and E and risk of breast cancer. J Natl Cancer Inst 91: 547-556., 1999.
5. Rock CL, Saxe GA, Ruffin MTt, August DA, and Schottenfeld D. Carotenoids, vitamin A, and estrogen receptor status in breast cancer. Nutr Cancer 25: 281-296, 1996.
6. Milo K, Singeltary J, Bomser J, and Smith MAL. Lutein and zeaxanthin inhibit human breast cancer cell proliferation (abstract). FASEB 12: A830, 1998.
7. Yeum, K. J., G. Ferland, et al. (1998). "Relationship of plasma carotenoids, retinol and tocopherols in mothers and newborn infants." J Am Coll Nutr 17(5): 442-7
8 Berendschot TT et al, Invest Ophthalmol Vis Sci 2000; 41: 3322-3326

lunedì 23 giugno 2008

Storie 4

Le mamme dei prematuri

Riflettevo che la nascita di un bambino prematuro e’ sempre un evento traumatizzante per i genitori, e come e’ difficile capire tutto il dramma che vivono dentro, ogni giorno, se non hai avuto quell’esperienza, è altrettanto difficile comprendere i sentimenti e lo stato d’animo dei neonatologi e delle infermiere pediatriche che lavorano in terapia intensiva. In tutti i siti che ho visto, nei blogs, nelle testimonianze tutti lodano e ringraziano le equipe che hanno assistito i loro piccoli, (piu’ facilmente se tutto va bene), ma raramente si sottolinea in quali condizioni psicologiche questi professionisti lavorano, cosa sentono, come vivono questi drammi giornalieri, come vivono la morte di un bambino. Questo commento non vuole aprire una polemica o un rimprovero per qualcosa che spesso non viene espresso a parole, ma sentito dai genitori, e considerato che è il lavoro del neonatologo e deve essere fatto con professionalita’, velocita’ e una certa freddezza, si dimentica di spendere qualche parola in piu’. Penso di poter affermare di sentire e capire sia le sensazioni dei genitori, sia quelle del neonatologo, essendo un neonatologo che lavora in una terapia intensiva neonatale, e padre di una bambina nata prematura e ricoverata nel mio reparto per due mesi.
Vi raccontero’ , appena saro’ pronto, la storia di Chiara, cosi’ si chiama mia figlia, e di cio’ che mia moglie ed io abbiamo provato durante la degenza della mia principessina in TIN e dei turni di notte passati in reparto , sapendo di dover intervenire, se necessario, anche su Chiara. Oggi, pero’ voglio pubblicare una storia che navigando tra i siti per prematuri o scritti da genitori di prematuri ho letto , trovata su Internet da Fran, mamma di un bambino prematuro. L'ha tradotta in italiano. L'autore e' anonimo. E' un omaggio alla mamma di Chiara, mia figlia.

Vi siete mai chiesti come vengano scelte le mamme dei prematuri? Io immagino Dio che dal cielo guarda verso la terra. Mentre osserva chiede ai suoi angeli di prendere delle note su un librone gigante.
"Rossi Maria, a lei mandiamo un maschietto, e come santo patrono San Matteo. Bianchi Anna, a lei una bimba, santo patrono direi Santa Clelia. Verdi Giuseppina, a lei gemelli, mandale come santo patrono San Gerardo, quello e' abituato alle parolacce!"
Dopo un po' dà un altro nome di donna all'angelo e poi aggiunge: "A lei mandiamo un prematuro." L'angelo e' curioso, " Perche' proprio a lei Signore? E' cosi' felice!".
Dio replica, "Proprio per quello, secondo te potrei mandare un prematuro ad una mamma che non sa ridere? Sarebbe crudele." "Ma avrà abbastanza pazienza?" chiede l'angelo. "Non voglio che abbia troppa pazienza, non vorrei naufragasse in un mare di autopieta' e disperazione. Dopo che lo shock e la rabbia passeranno sapra' affrontare il tutto. L'ho osservata oggi, ha quel senso di se' e di indipendenza cosi' raro e necessario in una madre. Vedi, il bimbo che le mandero' ha un mondo a se e lei dovra' portarlo fuori da quel mondo, e non e' una cosa facile."
"Ma Signore, non e' neanche credente!" Dio sorride, "Non importa, mi prenderò cura del problema. Ma questa donna e' perfetta, ha la giusta dose di egoismo".
L'angelo e' stupito: "Egoismo? Da quando in qua l'egoismo e' diventato una virtu'?" Dio annuisce. "Se occasionalmente non riuscira' a staccarsi dal suo bimbo, non potrà mai farcela. Si, donerò a questa donna un prematuro. Lei non lo sa ma sarà invidiata, non darà mai niente per scontato, non considererà mai un passo come una cosa normale. E quando il suo bimbo la chiamerà mamma per la prima volta, saprà di aver osservato un miracolo. Le permetterò di vedere le cose chiare come le vedo io, l'ignoranza, la crudeltà, il pregiudizio, ma lei sara' superiore a tutto ciò. Non sarà mai sola, io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno." " E per quanto riguarda il santo patrono?" chiede l'angelo ancora con la penna in mano. Dio sorride, "Sara' sufficiente uno specchio."

domenica 22 giugno 2008

Il caffe’ migliora la sopravvivenza nei neonati con apnea di prematurità

La terapia con metilxantine (caffeina e similari) è comunemente utilizzata per l’apnea della prematurità, ma alcuni studi sostengono che non ci sono abbastanza dati riguardanti l’ efficacia e la sicurezza. La caffeina viene regolarmente usata per le apnee nei reparti di terapia Intensiva Neonatale . Non è stato dimostrato finora che le metilxantine abbiano effetti a lungo termine sullo sviluppo neuronale e sulla crescita.
Recentemente uno studio canadese, ha assegnato, in modo casuale, 2006 neonati con peso alla nascita tra i 500 ed i 1250 g a ricevere Caffeina oppure placebo, finchè la terapia per l’apnea della prematurità non fosse più necessaria. Schmidt B et al, N Engl J Med 2007; 357: 1893-902
Lo scopo principale era rappresentato dal valutare la mortalità, la paralisi cerebrale,il ritardo cognitivo (definito come un punteggio del Mental Development Index inferiore di 85 alla scala Bayley Scales of Infant Development ), la sordità, o la cecità, all’età di 18-21 mesi.
Dei 937 trattati con Caffeina, per i quali erano disponibili i dati dei principali outcome, il 40,2% è deceduto o è sopravvissuto con disabilità riguardante il neurosviluppo, rispetto al 46,2% dei neonati trattati con placebo per i quali erano disponibili i dati sugli outcome principali. Il trattamento con Caffeina, paragonato al placebo, ha ridotto l’incidenza di paralisi cerebrale e di ritardo cognitivo.
Il tasso di mortalità, sordità, cecità ed i percentili medi per l'altezza, il peso, e la circonferenza della testa durante il periodo osservazionale, non sono risultati significativamente differenti tra i due gruppi.
Concludendo la terapia con Caffeina per l’apnea della prematurità migliora il tasso di sopravvivenza senza disabilità nel neurosviluppo a 18-21 mesi, nei bambini con peso alla nascita molto basso.

venerdì 30 maggio 2008

Storie 3

Quando ho lanciato l'idea di "Storie" su queste pagine, probabilmente pensavo gia' a Lucia. Anche dopo molti anni di "mestiere" ci poco due cose che non si imparano, e che esulano dalla professionalita' ma che debbono essere innate in un neonatologo: la capacita' di capire quando si e' fatto, con amore, tutto il possibile e quella di guardarsi indietro e sapere di averlo fatto. Ho vissuto con i genitori di Lucia tutta l'angoscia e l'ansia nella quale e' passata la sua breve e travagliata vita e purtroppo sono sempre stato presente nelle ore critiche. La poesia rispecchia bene lo stato d'animo dei genitori, perche' solo chi e' dietro quella "porta" o davanti a "quell'incubatrice" sa e soffre. Ma anche "loro", gli infermieri pediatrici, i medici tutti i giorni vivono quelle storie, le fanno proprie ,si uniscono alla famiglia nel dolore e piu' spesso nella gioia della fine di un percorso che porta al ritorno a casa del piccolo malato. Mantenendo sempre la lucidita' necessaria alla prontezza nell'emergenza e alla professionalita' caratteristica dei reparti cosi' delicati, non si puo' fare pero' a meno di far emergere quell'umanita' che ci accomuna. Come quella notte della poesia: dopo aver lottato lungamente , una forza superiore ci ha portato via Lucia e un silenzio irreale ha attanagliato i cuori di tutta l'equipe presente. Lucia era entrata nei nostri cuori e li' continuera' a vivere nel ricordo.

Storie 2

In ricordo di Lucia

Ospedale S. Pietro, quello dei viali alberali, dei sensi unici, dei parcheggi a pagamento, quello delle panchine sempre piene
era inverno e i fiori già sbocciati.

Ospedale S. Pietro, quello del Dr. Finocchi della Haass, della Scapillati, della Consigli, quello del Dr. Pacella, povero Cristo.... pure Lui...quanta jella.

Ospedale S. Pietro, quello della Tin, della Sub Tin, del Nido, della Patologia,quanto dolore in quelle stanze , mamma mia

Ospedale S. Pietro, quello della CPAP, del Cytomegalovirus , delle Piastrine basse, della Pcr , della Rop, della Candida, quella dell’Ossigeno a cinquanta.

Ospedale S. Pietro, quello dei citofoni, dei campanelli, delle porte chiuse, quello delle lunghe attese di tanta povera gente dagli sguardi vuoti ma con le speranze accese.

Ospedale S. Pietro, quello dove...ma come va ?... Dottore posso entrare?,..lo so che ha da fare, ma io Le voleva parlare !!!Un giorno o l'altra la sfondo quella porta fatemi entrare,
là dentro c'è Lucia che lotta.

Ospedale S. Pietro, quella dove quel giorno.... Sig. Conti sono il Dr. Pacella, faccia presto, venga. Quel giorno là Lucia ha detto basta
e si è rivolta al cielo
è diventata un Angelo
e si e’ alzata in volo,


Il Papa’

Roma 14/02/2007

Poesia inviata dal papa'.Lucia ci ha lasciato il 14/02/2007

venerdì 16 maggio 2008

Sordita’ e meningite, alcune nozioni che bisogna conoscere

L’ FDA (Food and Drug Administration) ha inviato una comunicazione agli Healthcare Provider, ricordando l’aumentato rischio di meningite batterica in coloro che ricevono un impianto cocleare e l’importanza di un immunizzazione di questi pazienti.
Sebbene in tutti i riceventi che hanno un impianto cocleare appaia essere aumentato il rischio di meningite batterica causata da Streptococcus pneumoniae, i bambini con impianto cocleare dotato di posizionatore hanno un rischio ancora maggiore.
Il solo modello con posizionatore è stato ritirato dal mercato nel 2002.
Sono stati segnalati all’FDA 2 casi fatali per meningite negli ultimi anni, riguardanti bambini a cui era stato impiantato un impianto cocleare con posizionatore. Nessuno di questi 2 bambini era stato immunizzato, come raccomandato dai CDC (Centers for Disease Control and Prevention).
L’impianto cocleare è un ausilio protesico uditivo sofisticato e costoso che viene consigliato in caso di deficit uditivi profondi o totali, quando gli apparecchi acustici tradizionali non consentono un sufficiente recupero della capacità uditiva. Diversamente dagli apparecchi acustici tradizionali, che amplificano il suono e sfruttano i residui uditivi dell’organo uditivo interno (la coclea), l’impianto cocleare sostituisce il ruolo della coclea danneggiata e produce sensazioni uditive stimolando direttamente il nervo acustico.
Dunque e’ consigliata la vaccinazione anti-peumococcica nelle categorie a rischio:
*Asplenia (asportazione della milza) o disfunzioni gravi della milza inclusi coloro affetti da anemia falciforme e da morbo celiaco (intolleranza al glutine).
*Malattie renali croniche o sindrome nefrotica
*Immunodeficienza o immunosoppressione dovute a malattie o terapie, comprese le infezioni da HIV in qualunque stadio
*Malattie cardiache croniche
*Malattie polmonari croniche
*Malattie epatiche croniche compresa la cirrosi
*Diabete
*Interventi neurochirurgici e traumi cranici
*Etnie a svantaggio socio-culturale
*bambini nati prematuri
ma dunque anche nei bambini portatori di impianti cocleari.

lunedì 5 maggio 2008

Bella stagione: il risveglio delle allergie

L’allergia è una condizione che si pone quando l'immunità del’organismo inizia a reagire a sostanze come gli alimenti, la polvere, il polline, a forfore animali. Queste sostanze sono note come allergeni e possono essere inalate, ingerite o possono venire a contatto con la pelle.
Le allergie possono presentarsi sotto forma di congiuntivite allergiche, rinite allergica, forme respiratorie fino all’ asma, interessamento cutaneo. Le allergie non sono contagiose perche’ non hanno un’origine infettiva,ma sono dovute ad aberrazione del sistema immunitario, pertanto non possono essere trasmessi da una persona all'altra. Le allergie non sono ereditarie, ma la familiarita’ può svolgere un ruolo nelle allergie. Se un genitore ha un’ allergia, la possibilità che il proprio bambino sviluppi un’allergia è del 25% e se entrambi i genitori hanno allergie,la possibilità che il bambino sviluppi allergie va dal 50% fino al 90% se i genitori hanno la stessa identica allergia. Tuttavia, le allergie può non essere presente alla nascita e può svilupparsi a qualsiasi età.

Oggi molte persone sviluppano allergie e ciò è dovuto alla reazione immunologia scatenata dal sistema immunitario quando l’ organismo entra in contatto con un allergene per la prima volta, e lo ritiene “non self”, non proprio, e produce anticorpi contro di esso. Quando il sistema immunitario entra in contatto ripetutamente con gli stessi allergeni, vengono prodotti diversi anticorpi, sopratutto IgE e conseguentemente porta a diverse reazioni.Le immunoglobuline IgE rilasciano una sostanza chiamata istamina che provoca gonfiore, arrossamento,e infiammazione a vari organi bersaglio quali naso, occhi, cute e polmoni.

Alcuni pazienti hanno allergie durante tutto l'anno (allergia perenne) come osservato con gli acari della polvere (dermatophagoides), che possono essere presenti nei tappeti e materassi o possono esprimersi solo in certi periodi dell’anno come nelle allergie al polline o alle fioriture.

Le piu’ comuni sostanze che provocano allergie sono polveri, polline, prodotti chimici, funghi, frutta a guscio, fagioli, patate, carote, aragoste, granchi, gamberi, latte, plastica, farmaci come base di penicillina e punture di insetti può indurre reazioni allergiche in una persona che è suscettibile di queste allergie.

Una grave reazione ad un farmaco può causare shock anafilattico e dunque pericolo per la vita, se l’intervento medico non e’ tempestivo. L’asma allergica puo’ causare crisi respiratorie gravi.

Molte sostanze possono provocare una reazione allergica. Per determinare quale sostanza innesca la reazione allergica , ci sono test cutanei che utilizzano piccolissime quantità di allergene come stimolo alla reazione. Se si è allergico a tale sostanza, sul sito dove l'allergene e’ stato inoculato si crea un ponfo iperemico , accompagnato da prurito. Altri tests sono i RAST . Questi tests cutanei sono generalmente evitati nei bambini sotto i 4-5 anni perche’ non attendibili.


Il trattamento consiste di evitare l'allergene (se si conosce la sostanza che provocano allergie)., oppure assumere farmaci in grado di contrastare gli effetti di una reazione allergica come gli antiistaminici. Questi farmaci possono causare sonnolenza e devono essere prese sotto un controllo medico.Gli antiistaminici di ultima generazione hanno meno effetti collaterali, compresa la sonnolenza. Altri farmaci usati sono steroidi in forma di spray nasale per rinite allergica o collirio per congiuntivite allergica o inalatori per asma. Gli steroidi ed alcuni antistaminici vengono usati come azione preventiva dell’attacco allergico e presi per un periodo prolungato ed in minime dosi evitano i fastidiosi sintomi al paziente allergico.
L’ immunoterapia è utilizzato nelle rinite allergiche, allergie a farmaci, nell’asma. L’ immunoterapia viene somministrato per iniezione sottocutanea partendo con basse dosi di allergeni una volta o due volte la settimana dopo che si è gradualmente aumentata. Lo scopo e’ sensibilizzare il paziente all’allergene inoculato con dosi crescenti ,fino ad ottenere una tolleranza tale da evitare la reazione allergica. Da sei mesi ad un anno, dopo l’inizio del trattamento e’ possibile vedere i primi benefici, che durano da pochi mesi a 2-3 anni.

La prevenzione rimane ancora l’unica vera strategia di trattamento.

domenica 4 maggio 2008

Congiuntivite: tutti i rimedi per affrontarla

Con la primavera il pericolo congiuntivite è molto alto. E' necessario capire bene come va affrontata. Le congiuntiviti, sono le più comuni infezioni oculari.Sono caratterizzate da edema palpebrale, iperemia congiuntivale, a volte secrezione catarrale o mucopurulenta, lacrimazione, senso di corpo estraneo ed eventuale presenza di emorragie sottocongiuntivali. Possono presentare più comunemente un’eziologia virale, batterica o allergica. Le forme batteriche necessitano di trattamento antibiotico e in alcuni casi, di individuazione del germe responsabile con una coltura dei secreti oculari e antibiogramma relativo.
Le forme allergiche, in assoluto le più frequenti, sono spesso stagionali, croniche, caratterizzate da esacerbazione e remissioni. Possono comparire in soggetti atopici, associate ad eczemi o più raramente a broncospasmo. Il segno clinico distintivo è la presenza di prurito accompagnato e sostituto da manifestazioni “ticcoidi”. In genere sono ben controllate da colliri antistaminici Una forma più rara e severa è la congiuntivite primaverile è una manifestazione oculare atopica mediata dalle IgE. Oggi si ritiene che sia l’esposizione alle radiazioni UV ad avere un effetto scatenante. I sintomi sono rappresentati da prurito e fotofobia, che spesso si associano a lacrimazione intensa e secrezione viscosa e si accentuano in condizioni ambientali caldo-umide (peggiora spessonei periodi caldi). Le alterazioni congiuntivali interessano prevalentemente la congiuntiva tarsale e sono costituite da papille, secondarie all’ipertrofia dei follicoli linfatici , che danno alla mucosa un aspetto ad “acciottolato romano”.
Quando la sintomatologia è intensa è necessario l’uso dei cortisonici locali 1-3 volte al giorno sotto stretto controllo specialistico e successivamente farmaci antistaminici e stabilizzanti la membrana cellulare, come l’olopatadina o il disodiodicromoglicato per tutto il periodo di reattività. Nelle forme meno gravi ci si può avvalere di preparati antistaminici ad uso topico, da utilizzarsi due volte al giorno sino alla scomparsa dei sintomi.

martedì 29 aprile 2008

Prematuri: dibattito aperto sulla rianimazione

Il Consiglio Superiore di Sanita', a cui il 7 gennaio scorso il ministro della Salute Livia Turco ha chiesto un parere in merito, si esprime sulle modalita' di assistenza nelle eta' gestazionali estremamente basse. Un argomento spinoso, che sfiora anche il tema dell'aborto terapeutico (con alcuni casi di feti estratti vivi e rianimati) e che e' stato gia' toccato le scorse settimane da un documento dei ginecologi delle quattro Universita' romane, che hanno indicato l'opportunita' di rianimare un feto anche alla 22ma settimana di gestazione, e di farlo se necessario anche contro la volonta' dei genitori.
Il Css esprime un parere piu' sfumato: "Al neonato - si legge nel documento - dopo averne valutate le condizioni cliniche, sono assicurate le appropriate manovre rianimatorie, al fine di evidenziare eventuali capacita' vitali, tali da far prevedere possibilita' di sopravvivenza, anche a seguito di assistenza intensiva. Qualora l'evoluzione clinica dimostrasse che l'intervento e' inefficace - specifica tuttavia il Consiglio Superiore di Sanita' - si dovra' evitare che le cure intensive si trasformino in accanimento terapeutico. Al neonato saranno comunque offerte idratazione ed alimentazione compatibili con il suo quadro clinico e le altre cure compassionevoli, trattandolo sempre con atteggiamento di rispetto, amore e delicatezza. Le cure erogate al neonato dovranno rispettare sempre la dignita' della sua persona, assicurando i piu' opportuni interventi a tutela del suo potenziale di sviluppo e della migliore qualita' di vita possibile".
Il tutto, in stretto collegamento con i genitori: "Fermo restando che il trattamento rianimatorio richiede decisioni immediate ed azioni tempestive e indifferibili - spiega il Css - ai genitori devono essere fornite informazioni comprensibili ed esaustive sulle condizioni del neonato e sulla sua aspettativa di vita, offrendo loro accoglienza, ascolto, comprensione e il massimo supporto sul piano psicologico". In caso di conflitto tra le richieste dei genitori e "la scienza e coscienza" dell'ostetrico-neonatologo, "la ricerca di una soluzione condivisa andra' perseguita nel confronto esplicito ed onesto delle ragioni esibite dalle parti, tenendo in fondamentale considerazione, la tutela della vita e della salute del feto e del neonato".

Progetto sperimentale Nati oggi. Insieme per la vita: una finestra sul neonato prematuro

IL Progetto Sperimentale ”Nati oggi. Insieme per la vita” persegue l’obiettivo di umanizzare l’evento della nascita, di promuovere la continuità del contatto madre-neonato in caso di ricovero del nascituro e la partecipazione consapevole dei genitori alla degenza in Terapia Intensiva Neonatale del proprio figlio. E’ un progetto in via di realizzazione dell’Ospedale S. Filippo Neri di Roma che ha attivato un servizio di Net-Cam che si avvale di un sistema protetto, rispettando la privacy , mediante password e codici assegnati dalle struttura ospedaliera, che permette ai genitori di neonati prematuri ricoverati in TIN di poter vedere via internet, sullo schermo del proprio computer le immagini in tempo reale del neonato ricoverato.
Sicuramente una nascita prematura apre un mondo ricco di attese, di preoccupazione per la vita del proprio bambino, di ansie mai sedate anche dai medici piu’ comprensivi e disponibili. Questa iniziativa, grazie ai processi tecnologici raggiunti, permette di “vedere” il proprio figlio e di far vivere ai genitori , anche da casa , in modo meno angoscioso questo evento.

mercoledì 16 aprile 2008

Olio di Sasso: un ottimo nutriente per il menù del vostro bambino

Come sappiamo l'olio è un ottimo prodotto alimentare per prevenire malattie cardiovascolari. L'olio di sasso in particolare, grazie alle sue caratteristiche organolettiche, è utile per allineare il proprio modello di vita ad una corretta alimentazione e in special modo a quella della Dieta Mediterranea. Per questo vi consiglio di utilizzarlo per l'alimentazione dei vostri figli tanto da segnalarvi un'azienda produttrice: Azienda agricola "OlioMontiLepiniLaRocca" (www.oliomontilepini.it). Vi segnalo inoltre che l'azienda è ubicata nel Lazio. L'olio è prodotto con metodi esclusivamente biologici e può essere definito olio sasso grazie alle caratteristiche geomorfologiche del terreno e alle tecniche usate per la cura delle piante. A tutt'oggi, il prodotto, proprio per la sua "verginità" produttiva, è consigliato dai medici curanti per superare problemi di colesterolo e prevenire infarti. Operativamente, l'azienda condotta in forma imprenditoriale - familiare, gestisce ed effettua vendite in azienda e per email.

martedì 15 aprile 2008

Storie

Penso da molto tempo di scrivere un articolo di "vita vissuta". Una storia che ricorda un segno, un momento, un gesto, un faccino di bambino che non scompare dalla mente e che probabilmente non si dimentichera' mai. Uno spaccato di vita professionale e umana vista non solo dal punto di vista del neonatologo ma anche dell'uomo e del padre.
Ma e' difficile...quando ripensi a quell'evento che non sbiadisce ti prende un nodo alla gola e ti fai mille domande, ti assalgono mille dubbi, mille particolari sia che sia stato un evento negativo, sia positivo. Ma purtroppo spesso rimangono solo quelli negativi e acquistano un'aurea magica e romanzata quelli positivi. Per quelli negativi, devi ripensare e superare l'impasse e prendere coscienza che il ricordo, la memoria e' fondamentale nel cammino di un uomo e permette di non cadere negli stessi errori e perseverare in essi e tirar fuori da quell'esperienza almeno una piccola percentuale di positivita'. Per quelli positivi: devi gioire e sapere che la tua forza e la serenita' con la quale hai affrontato l'evento possono essere stati determinanti , insieme alla tua professionalita', ma che la dea bendata devi averla sempre dalla tua parte.
Ora vorrei raccontarvi una storia, ma e' notte e ho passato una dura giornata nel mio reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Tornero' per scriverla, ma vorrei che qualcuno di voi desse un contributo , un'esperienza su queste pagine, iniziasse dove io questa sera ho tentennato forse per trovare le giuste parole per cominciare un racconto.So' che molti di voi vorrebbero farlo..da tempo. E' il momento!

martedì 8 aprile 2008

Alimentazione: dal mattino si vede il buon giorno:

Il momento migliore per impostare una corretta e sana alimentazione e’ durante l'età infantile, in particolare nei primi due anni di vita.
Secondo Irene Axelsson, studiosa di alimentazione infantile, nella vita di ogni individuo esistono due grandi rivoluzioni alimentari, due soli momenti in cui si decide tutto il nostro futuro destino "a tavola".

Il primo di questi punti di rottura è rappresentato dalla nascita: è questo il momento in cui, dopo 9 mesi circa di alimentazione per via placentare, attraverso i vasi ombelicali, si passa per la prima volta ad un'alimentazione orale, rappresentata dal latte, sia esso, materno, consigliato dall’OMS, sia latte artificiale.

Il secondo momento coincide , con il divezzamento o svezzamento, che puo’ cominciare in modo dolce con la frutta o preparati a base di latte oppure in modo piu’ salato con la “pappa”.In questo processo, che comincia quando finisce il latte materno, se il lattante e’ alimentato al seno oppure dal 4° mese di vita, se con latte artificiale, la dieta si diversifica sia per consistenza che per composizione che per stile. Sempre secondo la Axelsson, qualunque scelta alimentare si possa volontariamente compiere nelle epoche della vita successive, per quanto radicale essa sia, non potrà mai rappresentare uno passaggio tanto marcato come questi momenti appena descritti.

Dunque e’ importante mangiar bene fin da bambini, ma soprattutto farsi seguire da esperti in alimentazione pediatrica e lasciare le soluzioni fai-da-te. E chi se non i vostri pediatri possono soddisfare questa esigenza e consigliare i tempi e gli alimenti giusti per ogni fascia di eta’?

martedì 25 marzo 2008

Controlli della vista per 7 mila bambini italiani

La notizia ripresa da un’agenzia di stampa riguarda la vista dei bambini: argomento delicato che nasconde alcune insidie e che avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte di genitori e operatori sanitari.
'Occhio ai bambini'. Questo lo slogan di una nuova campagna nazionale di prevenzione, che quest'anno coinvolgerà oltre settemila piccoli fra i 3 e i 6 anni, e prevede un check-up visivo nelle scuole dell'infanzia di una ventina di province italiane. Iniziata oggi a Isernia, dopo la metà di marzo l'iniziativa toccherà Campobasso, mentre nei prossimi mesi raggiungerà Roma, Firenze, Venezia e Bologna. I medici oculisti hanno già iniziato a visitare gratuitamente i piccoli in una speciale unità mobile: un camper appositamente attrezzato.
Obiettivo, individuare precocemente eventuali disturbi e malattie oculari che, altrimenti, potrebbero compromettere lo sviluppo dell'apparato visivo. L'iniziativa è promossa dall'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia), organizzata assieme alle sezioni provinciali dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana. "Il problema è che nei bambini piccoli ci sono anomalie visive che possono rimanere sconosciute: prima fra tutte l'occhio pigro (ambliopia)".

Per informazioni sulle tappe della campagna: 800-068505 (9-13 dal lunedì al venerdì)
o www.iapb.it.

venerdì 7 marzo 2008

L'allattamento al seno riduce il rischio di obesità del bambino

Diversi studi (*) hanno dimostrato che l'allattamento al seno rappresenta un importante fattore di riduzione del rischio, per un bambino, di sviluppare più tardi un problema di obesità.
Sono studi non nuovi e la notizia e’ un po’ datata , ma serve a sottolineare di nuovo l’importanza dell’allattamento al seno , caldeggiata dalla FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), dalla SIN (Societa’ Italiana di Neonatologia), dalla WHO (Organizzazione Mondiale della Sanita’).
Secondo l'articolo del British Médical Journal, l'alimentazione del lattante al seno per 3 o 6 mesi è sufficiente per ridurre del 50% il rischio di obesità più tardi. E nell'ipotesi in cui il lattante fosse nutrito con latte materno per un anno (una prassi normale sino a 50 anni fa), il rischio per il bambino di diventare obeso un giorno sarebbe solo del 1%.
Infatti, gli studi e i commenti su questo argomento si accontentano di porre l'accento sul vantaggio del latte materno naturale rispetto al latte sostitutivo artificiale, come se quest'ultimo fosse la norma.non dimenticando che dovremmo anche porre l’accento sull’allattamento precoce con latte vaccino che aumenta i rischi di allergie, infezioni e addirittura la comparsa del diabete giovanile (di tipo I).
Il fatto che un numero sempre crescente di studi dimostri ormai che il bambino nutrito artificialmente con un prodotto industriale a base di latte vaccino presenta rischi seri di diventare obeso un giorno dovrebbe farci meditare sulla costatazione di Darwin, che nessun animale in natura si nutre del latte di una specie diversa dalla sua.

Per un’idea della dimensione del problema "obesita’" in Italia si puo’ consultare il sito http://www.ministerosalute.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?id=92&sub=3&lang=it

(*) " Breastfeeding and obesity: cross sectional study "
Von Kries R. British Medical Journal, 1999; 319.

“Chilhood predictors of adult obesity”: systematic review”
Parsons T.J. Ints.J.Obes.Relat.Metab.disord., 1999, 23 (suppl.8)

“Epidemic of obesity in UK children”
Reilly J.J. Lancet, 1999,354.

“Breastfeeding may help prevent childhood overweight”
Dietz W.H. Jama, 2001, 285.

“Breastfeeding and lowering the risk of childhood obesity”
Armstrong J. Lancet,2002,359.

Pappe e merende: l'uso dell'olio extravergine di oliva è consigliato

Da millenni l’olio d’oliva è protagonista nella tavola mediterranea. L’olio extravergine di oliva, derivato esclusivamente dalla spremitura meccanica delle olive, non è solo una delizia per il palato o un semplice condimento, ma un vero e proprio alimento.
L’olio di oliva è tra tutti gli olii vegetali quello a più alto grado di digeribilità da parte dell’organismo umano. Oltre ai trigliceridi e grassi polinsaturi, contiene infatti sostanze antiossidanti come vitamina E, polifenoli, fitosteroli, clorofille e carotenoidi, che esplicano un’azione protettiva per il nostro organismo. Grazie a questi elementi l’olio extravergine di oliva può contribuire a bloccare l’attività dei radicali liberi, cioè i composti chimici responsabili dell’invecchiamento delle cellule.
L’olio d’oliva fornisce altresì un ottimo apporto di precursori della vitamina A e grazie a ciò l’olio extravergine di oliva impedisce la secchezza delle mucose e rallenta l’invecchiamento della pelle. La presenza di significativi livelli di vitamina D, fa sì che l’olio d’oliva permetta una buona assunzione del calcio nell’ intestino e una conseguente buona attività contro la decalcificazione ossea negli anziani. La sua elevata digeribilità gli consente di essere considerato un ottimo veicolatore di sostanze antiossidanti e vitaminiche presenti in altri alimenti ed in sua assenza difficilmente assimilabili.
L’equilibrata presenza dell’acido Linoleico, ed il giusto rapporto con i suoi derivati ac. Linolenico e ac. Arachidonico, favorisce l’eliminazione del’ colesterolo attraverso l’intestino riducendo il pericolo di malattie coronariche, di calcoli biliari e di trombi. Inoltre, è noto che il consumo abituale può aiutare a prevenire i tumori del colon e della mammella, ma anche le malattie cardiovascolari, perché grazie alla presenza di acido oleico rende le lipoproteine più solubili e ne aumenta la capacità di rimuovere il colesterolo.
Come sostengono i nutrizionisti, l’olio extravergine di oliva è un prodotto che aiuta la digestione ed è ottimamente assorbito dall’organismo in qualsiasi età, in virtù della sua percentuale di acidi grassi di origine vegetale. Grazie alla presenza di acido Oleico la struttura dell’olio d’oliva resta praticamente inalterata fino a 200°C. Nei lattanti circa la metà della razione energetica è assicurata dai grassi. Ecco perché nel latte materno sono presenti in quantità elevata gli Acidi Grassi Essenziali (AGE o EFA). Anche sotto questo aspetto l'olio extra vergine di oliva riveste un interesse straordinario: ha infatti una composizione AGE simile a quella del latte materno. Nel successivo svezzamento un cucchiaino di olio d’oliva extravergine non deve mai mancare nella preparazione della pappa essendo digeribile e povero di grassi acidi grassi saturi. L'olio extra vergine di oliva è quindi un alimento fondamentale per tutte le diete.

sabato 23 febbraio 2008

Crisi di pianto: i consigli per superare la difficoltà momentanea del bambino

Il pianto e’ un’evenienza drammatica e improvvisa nella vita di un bambino, ma ha diversi significati e si identifica in varie patologie. Tentiamo un semplice vademecum.


Il pianto della fame
Se il bambino scoppia in un pianto improvviso che diventa via via più intenso, anche se apparentemente nulla poteva causare tale reazione, e apre la bocca rivolgendola verso di voi se lo prendete in braccio, è affamato. Vuole il latte, e se dovesse rifiutare il latte, è probabile che abbia semplicemente sete. Porgetegli quindi dell’acqua in un biberon.

Coliche
Pancia gonfia, stiramento degli arti, pianto acuto…Massaggiatelo la pancia o mettetelo sulla pancia sul vostro avambraccio per alleviare i dolori. La tisana di finocchio ha un’azione simile ai farmaci anti-aria, ma piu’ blanda.

Il pianto di stanchezza
Se, girando la testina da destra a sinistra, emettemugulii , con lo sguardo languido e le guance rosse e gonfie, starà tentando, dondolando la testa, di addormentarsi.
Quando notate che il bambino è stanco, coricatelo nel suo lettino perché prenda sonno da solo

Il pianto di dolore
Se ad un gemito alto e prolungato segue una pausa, come se il vostro piccolo cercasse di trattenere il respiro, si tratta in genere di un pianto di dolore. Potrebbe trattarsi di coliche gassose o di un infezione come l’otite, che gli provoca un fastidioso malessere.
In questo caso, se il pianto si prolunga eccessivamente e verificate che il bambino ha anche qualche linea di febbre, consultate il vostro pediatra. Se il pianto prolungato si verifica soprattutto di sera si tratterà quasi sicuramente di coliche: allora, massaggiategli la pancia

Voglia di coccole
Anche lui vuole le coccole….quando tutte le offerte di cibo sono vane e non sono coliche ma sembra infastidito da tutto cio’ che fate, sospendete ogni attivita’ e abbracciatelo, stringetelo a voi, baciatelo…ha bisogno di contatto, del contatto con la mamma e con il papa’…fatelo e vedrete il sorriso sul suo faccino.

Non esiste una regola. E’ il passare del tempo al fianco del vostro bambino che vi aiuta a conoscerlo, a comprendere meglio le sue esigenze ed a rispondere ai suoi bisogni quotidiani

mercoledì 23 gennaio 2008

Gialla, gialla ocra, verde: se non c'è febbre il problema non esiste per il bambino e per i genitori

Forse non tutti farebbero del colore delle feci di un bambino un argomento di discussione, ma vi assicuro che per i genitori e’invece un argomento principe. Le mamme, ed anche i papa’, si preoccupano molto dei colori,(della stipsi parleremo in altro post),che le feci del proprio pargolo possono assumere.
Allora diamo una nota di colore.
Se e’ giallo oro, il neonato e’ probabilmente allattato al seno
Se e’ giallo ocra, sta prendendo latte artificiale
E puo’essere verde… ma allora?
Il colore delle feci è infatti dovuto alle modificazioni che la bilirubina (quel pigmento color giallo-bruno prodotto dal fegato che deriva dalla distruzione dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi e che conferisce al siero ematico la sua tipica colorazione giallastra) subisce durante il suo passaggio nell’intestino prima di essere eliminata. La quantità di ferro contenuta nel latte, materno o artificiale, della quantità di bile presente, del tempo di percorrenza intestinale durante il quale i batteri della flora intestinale ossidano la bilirubina porta questa sostanza a colorare, nella maggior parte dei casi,le feci di un colore che va dal giallo chiaro al verde, fino ad arrivare al comune colore marrone.
Diffusamente il colore verde delle feci spaventa il genitore. Nell’elenco di domande che pone al pediatra, la domanda sulla pericolosita’ delle feci verdi c’è sempre. La risposta è che effettivamente esistono alcune infezioni batteriche dell’intestino (ad esempio la salmonellosi) che causano scariche di colore verdastro, ma in questi casi il bambino presenta altri sintomi associati quali la febbre, il malessere generale, uno scarso appetito, un aumento notevole del numero delle evacuazioni giornaliere ed altri ancora. Inoltre queste situazioni non durano mesi, ma si risolvono nel giro al massimo di 10-15 giorni.
Dunque se un neonato o un lattante stanno bene, preoccuparsi del colore delle sue feci puo’ causare solo ansia inutile.

mercoledì 16 gennaio 2008

Vaccini: quando e come utilizzarli

Ultimamente si e’ fatto un gran parlare di vaccini, soprattutto quelli sulla “meningite”. A parte l’allarmismo ingiustificato, e’ necessario capire cosa sono i vaccini, come sono nati, a che servono e quali sono necessari, oggi, in rapporto all’epidemiologia corrente.
Sono passati ormai più di due secoli da quando Edward Jenner introdusse con successo in Inghilterra la vaccinazione contro il vaiolo, utilizzando una forma attenuata di virus. Quando, mediante un piccolo graffio sulla pelle del braccio, il virus, attenuato nella sua virulenza, veniva iniettato in un soggetto suscettibile, esso era capace di conferire all'organismo del vaccinato difese tali, per cui era impedito successivamente l'attecchimento del virus “selvaggio” del vaiolo e quindi in pratica era impossibile ammalarsi della malattia. Da allora le grandi epidemie di vaiolo, che avevano decimato, con cadenze diverse, la popolazione sulla Terra, si sono sempre di più attenuate, fino a scomparire: l'ultimo caso di vaiolo umano si è manifestato in Somalia nel 1979. Il termine di “vaccino” ricalca il primo vaccino di Jenner, ricavato da una sostanza immunizzante dalla pustola di una vacca.
I vaccini di oggi sono tutt'altra cosa e sono ottenuti con metodiche più sofisticate, che risentono delle moderne tecniche e dei moderni avanzamenti della genetica, della biologia e della microbiologia. Al momento attuale disponiamo di vaccini, ottenuti con procedure diverse:
Vaccini costituiti da agenti infettivi vivi, ma attenuati, come il vecchio vaccino di Sabin contro la polio (OPV), il vaccino contro il morbillo, parotite e rosolia (MPR), il vaccino contro la varicella, il vaccino contro la febbre gialla, il vaccino contro la tubercolosi (BCG) e quello orale contro il tifo (Ty25a)
Vaccini costituiti da agenti infettivi interi uccisi, come il vaccino intero contro l'influenza, il vaccino contro la poliomielite (IPV) e il vecchio vaccino intero contro la pertosse
Vaccini costituiti da tossine o costituenti batterici, inattivati con il formolo o resi atossici per interventi d'ingegneria genetica, come i moderni vaccini contro la pertosse (detti acellulari) e l'anatossina della difterite e del tetano (DTPa). Appartengono a questo gruppo anche i moderni vaccini polisaccaridici, coniugati a proteine di trasporto, contro lo pneumococco, il meningococco e l'Haemophilis influenzae tipo b (Hib), e i vaccini “split” o “a sub-unità” contro l'influenza e altri.
Vaccini costituiti da un solo antigene (cioè da una sostanza che permette la formazione di anticorpi), ottenuto mediante tecniche DNA ricombinanti, come il vaccino contro il virus dell'epatite B, cioè l'HBsAg (antigene di superficie del virus dell'epatite B).
Per una completa documentazione sui vaccini si puo’ consultare il sito www.pediatrico.it oppure navigare in molti siti dedicati ai vaccini, ma attenzione all’attendibilita’ dell’informazione.
In conclusione quando un organo competente (centro di vaccinazione, ospedale , o pediatra curante) consiglia o effettua ad un bambino una vaccinazione deve svolgere due funzioni:
a) difendere il bambino dall'aggressione del maggior numero possibile degli agenti infettivi
b) rendere più fitta la rete di difesa di tutta la popolazione nei confronti degli agenti infettivi.

Vaccinando un numero elevato di soggetti impediamo in ultima analisi ai virus e ai batteri patogeni di circolare e quindi di dare infezione o malattia. Tanto più alta sarà la copertura vaccinale di una popolazione (oltre il 90-95%) e tanto maggiore sarà la probabilità che un agente infettivo, introdotto casualmente, non trovi spazio per diffondere da un soggetto all'altro, per cui verranno a mancare i casi secondari, elementi essenziali per la diffusione della malattia.
Questo concetto viene anche conosciuto con il nome di “immunità di gruppo” e rappresenta uno dei capisaldi della scienza delle vaccinazioni. La necessità di tenere la copertura vaccinale a livelli molti alti è legata anche al fatto che esiste sempre, per ogni vaccino, la possibilità che un bambino non risponda allo stimolo immunitario e rimanga suscettibile alla malattia. Questa possibilità è in generale molto bassa (inferiore al 5% dei vaccinati): essa ci spiega perché sia necessario raggiungere nella diffusione della vaccinazione nella popolazione livelli molto, molto elevati.
I vaccini giusti , “non obbligatori”, da somministrare dipendono dal buon coordinamento tra la conoscenze del problema degli operatori e della corretta informazione all’utenza e dalla conseguente tranquillita’ della scelta piu’ giusta da parte della famiglia.