domenica 21 febbraio 2010

L’ Importanza del Gioco

Nel linguaggio corrente la parola "gioco" indica un'attività gratuita che procura un piacere di tipo particolare. Questa attività è anche chiamata ludica, termine che deriva dal latino ludus, gioco.
Fu Platone a sostenere per primo che il gioco non doveva essere estraneo allo
studio ma che i maestri avrebbero dovuto insegnare giocando.
Solo in età moderna il problema del gioco è stato affrontato scientificamente.
Lo psicologo svizzero Piaget, http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Piaget
sosteneva che il gioco è la trasposizione simbolica della realtà conosciuta.
Il gioco svolge funzioni mentali importantissime: rappresenta la realtà imitandola e scaricando emozioni. Per usare una sua felice definizione esso è “il lavoro del bambino”. Mentre nella vita ordinaria, i nostri figli devono continuamente adattarsi al mondo esterno, modificando gli schemi in base alle richieste degli adulti, invece, nel gioco, è il mondo che si adatta a loro, secondo le loro esigenze creative.
Le attività ludiche a cui i bambini si dedicano si modificano via via, di pari passo con il loro sviluppo intellettivo e psicologico, ma rimangono un aspetto fondamentale della vita di ogni individuo, in tutte le fasce d'età. Il gioco, infatti, favorisce lo sviluppo affettivo, lo sviluppo cognitivo e quello sociale
Sempre Piaget, gli stadi del gioco seguono integralmente quelli dello sviluppo individuale:

° dalla nascita al secondo anno di vita il bambino attraversa il cosiddetto periodo senso-motorio, caratterizzato da giochi d’esercizio che gli consentono di muoversi, saltare, correre, gettare, cercare, nascondersi;

° dai 2 anni ai 7-8 anni il bambino è nel periodo dei giochi simbolici: egli riproduce e immagina persone e avvenimenti, quindi assimila e ripropone la realtà in forma simbolica adattandola alle proprie esigenze emotive; in questo periodo dello sviluppo mentale rientrano pure i giochi di costruzione: smontare un meccanismo, rimontarlo, ricostruire, sostituire i pezzi sono tutte operazioni che fanno conoscere, confrontare, risolvere problemi;

° dagli 8 ai 12 anni circa sono caratteristici i giochi di gruppo e di regole che promuovono lo sviluppo sociale;

° dai 10 ai 14-15 anni i bambini realizzano giochi di linguaggio e giochi sociali attraverso i quali si attua il passaggio dal pensiero concreto a quello formale.

Anche Freud ritiene che il gioco assicuri l’equilibrio emotivo della persona, consentendole di liberare le tensioni e di dominare mentalmente le cose attraverso un’attività simbolica, molto simile a quella del sogno. Si pensi alla bambina che indossando le scarpe della madre si prepara ad assumere l’identità femminile (funzione identificatoria). Il bambino che gioca al dentista per attenuare l’ansia che tale personaggio gl’incute, sia prima di andarci (funzione anticipatoria), sia dopo esserci stato (funzione riparatoria). Al bambino che gioca con i fili di lana per simulare il calore del corpo materno (funzione compensatoria).Facile è traslare questo concetto freudiano al bambino che ripete le scene violente appena viste in tv (funzione espressiva) o che si diverte a costruire e a distruggere, a suo piacere, castelli di sabbia, realizzando così un mondo tutto suo (funzione di dominio e controllo). Oppure, si pensi al bisogno di pasticciare e di sporcarsi che hanno tutti i bambini. Alla loro attrazione per le materie primarie e plastiche, ricche di significati simbolici (acqua, farina, sabbia…). La manipolazione di tali elementi scarica le tensioni e difende dal mondo delle regole e dei divieti.
Oltre all’uomo soltanto gli animali superiori giocano nella prima fase della loro vita, cosa che ci induce a pensare che il gioco sia in stretta relazione con la capacità di apprendere. Attraverso il gioco il bambino sviluppa non soltanto le sue capacità fisiche, ma anche l’immaginazione, l’intelligenza, l’affettività, la socialità. L’attività ludica è l’esperienza fondamentale oltre che il modo di esprimersi dell’infanzia: durante il gioco vengono apprese infinite nozioni e sperimentati atteggiamenti utili come tirocinio alla vita del futuro adulto. Tuttavia, benché il gioco realizzi importanti finalità, non è un’attività rivolta a un fine: è l’espressione libera, piacevole e spontanea della vita del bambino.

Al di là delle diverse correnti di pensiero, risulta evidente come il gioco è altamente significativo per la crescita del bambino, perché svolge una funzione strutturante dell'intera personalità.
Il gioco ha un alto valore evolutivo, perché stimola cognitivamente il bambino e permette l'accesso al suo mondo interiore. Dunque il compito di analizzare, o quanto meno di cercare di valutare il comportamento dei bambini, attraverso il gioco, deve coinvolgere in prima persona sia i genitori che gli educatori. I genitori devono trovare il tempo da dedicare al gioco dei loro figli, per dare loro l'opportunità di misurare e sviluppare le proprie risorse e le proprie potenzialità. Del resto i bambini reagiscono con entusiasmo alla disponibilità dei genitori a giocare con loro: lo scoprire che possano mostrare interesse e che possano coinvolgersi in un'attività da loro considerata seria, è motivo di grande felicità ed è un modo che consente loro di rafforzare il senso di sicurezza e protezione. La capacità dei genitori di giocare con i propri figli è sicuramente un buon indice di armonia familiare, così come la capacità di giocare da parte degli educatori con i bambini, garantisce a questi ultimi una sensazione di benessere psichico oltre a costituire la condizione di base per consentire loro di sviluppare una buona capacità ludica.
In ogni caso è necessario garantire e restituire ai bambini il tempo e lo spazio per dare libero sfogo a tutte le loro pulsioni interne e assicurare loro una certa complicità senza svestirsi del ruolo di guide.

venerdì 19 febbraio 2010

Allarme Allergie

Negli ultimi dieci anni , in tutti i paesi occidentali, l'incidenza di patologie allergiche nei bambini è arrivata ad registrare tra il 20 ed il 35% della popolazione pediatrica, triplicando, di fatto, le riniti allergiche e quintuplicando le allergie alimentari.I motivi vanno ricercati in una più fine diagnostica, sviluppatasi negli ultimi anni, ma anche ad importanti modificazioni nello stile di vita delle famiglie, nell'alimentazione e nell'espozione ad allergeni nuovi, già attivi in bambini molto piccoli, nella predisposizione genetica e nell'inquinamento ambientale.Vivere in campagna, o comunque lontani dalle aree urbane, può ridurre il rischio di ammalarsi di patologie allergiche a carico delle vie respiratorie.
L'allattamento al seno è diminuito,considerato fattore protettivo. Inoltre secondo la teoria "igienica", viviamo sempre piu' in ambienti puliti ma chiusi, mangiamo cibi piu' sicuri ma forse troppo sterilizzati. Le nostri condizioni di salute sono migliorate, grazie anche al ricorso agli antibiotici, e cosi' siamo meno esposti a batteri, virus e parassiti che, hanno anche il compito di far sviluppare, in maniera naturale, il nostro sistema immunitario. In altre parole, il miglioramento delle condizioni di vita ha come conseguenza una riduzione delle difese dell’organismo, come dimostra un classico studio che mise a confronto i figli di braccianti e agricoltori con quelli di professionisti e manager, dimostrando che esiste una precisa correlazione tra allergie e stato socioeconomico delle persone. Per spiegare questo strano paradosso, bisogna rifarsi allo sviluppo del sistema immunitario che avviene attraverso due strade. La prima passa attraverso speciali globuli bianchi, i linfociti Th1, che vengono attivati soprattutto dal contatto con batteri. La seconda ha per protagonisti i Th2, la cui attivita' puo' essere stimolata da parassiti, come la tenia o affezioni parassitarie dei bambini. Il miglior controllo delle malattie infettive pediatriche, verificatosi negli ultimi anni, ha determinato un calo dello stimolo nella produzione di Th1 e cio' ha portato a uno sviluppo eccessivo dei Th2. Sarebbe proprio questo squilibrio che, a fronte di una diminuzione delle comuni infezioni dei bambini, determinerebbe un aumento del rischio di allergia, perche' il relativo eccesso di Th2 favorirebbe la produzione di sostanze solubili: le interleuchine -4, -5, -9, -10, -13, che sono responsabili, direttamente o indirettamente delle principali alterazioni fisiopatologiche caratteristiche delle malattie allergiche (produzione delle IgE da parte dei linfociti B e quindi liberazione dei mediatori infiammatori da parte dei mastociti, infiltrazione di cellule eosinofile, ipersecrezione di muco, fenomeni di fibrosi). Un ruolo particolare in questo processo e' svolto dalle cellule dendritiche, presenti in gran numero sulla cute e nelle mucose, dove tra le cellule dell’immunita' naturale sono le piu' importanti sentinelle nei confronti di qualsiasi agente estraneo che turba l’omeostasi dell’organismo. Esse lo intercettano, lo metabolizzano e ne trasportano i componenti nel linfonodo piu' vicino dove li presentano al linfocita T CD4+ helper vergine, affinche' esso lo riconosca mediante il recettore specifico presente sulla sua superficie e quindi cominci ad attivarsi, cioe' a proliferare e a differenziarsi in una cellula attrezzata a combattere lo stesso agente estraneo, penetrato nell’organismo.
La rinite e l’asma sono, invece, in continuo aumento, ma nonostante l’evidenza clinica della loro associazione, e' stato solo negli ultimi 10 anni che le ricerche epidemiologiche ne hanno ipotizzato lo stesso meccanismo patogenetico: circa l’80% dei pazienti asmatici presenta anche rinite, e anche quando l’asma non e' manifesta clinicamente, i pazienti con rinite hanno una maggiore suscettibilita' bronchiale verso agenti esterni, in particolare sostanze inquinanti diffuse nell’atmosfera. L’allergia viene oggi considerata una condizione unitaria, a carattere sistemico, indipendentemente dalle aree del corpo interessate dai sintomi. Esisterebbe una sorta di predisposizione allergica, e per questa sua origine unitaria e atopica, essa puo' presentarsi con varie manifestazioni cliniche, in diverse parti dell’organismo. e' quindi consigliabile una valutazione del soggetto allergico, visto nella sua completezza, senza limitarsi all’apparato colpito dai sintomi.

La Prevenzione è l'unica vera arma per ridurre l'incidenza delle allergie. Ma lo sforzo richiederà in pochi anni un investimento notevole,che potrebbe ammontare ad oltre 10 miliardi di euro l’anno,e dunque l'aumentare dei costi economici e sociali da parte delle famiglie, e dei servizi sanitari.

giovedì 18 febbraio 2010

Allarme Allergia

Negli ultimi dieci anni , in tutti i paesi occidentali, l'incidenza di patologie allergiche nei bambini è arrivata ad registrare tra il 20 ed il 35% della popolazione pediatrica, triplicando, di fatto, le riniti allergiche e quintuplicando le allergie alimentari.I motivi vanno ricercati in una più fine diagnostica, sviluppatasi negli ultimi anni, ma anche ad importanti modificazioni nello stile di vita delle famiglie, nell'alimentazione e nell'espozione ad allergeni nuovi, già attivi in bambini molto piccoli, nella predisposizione genetica e nell'inquinamento ambientale.Vivere in campagna, o comunque lontani dalle aree urbane, può ridurre il rischio di ammalarsi di patologie allergiche a carico delle vie respiratorie.
L'allattamento al seno è diminuito,considerato fattore protettivo. Inoltre secondo la teoria "igienica", viviamo sempre piu' in ambienti puliti ma chiusi, mangiamo cibi piu' sicuri ma forse troppo sterilizzati. Le nostri condizioni di salute sono migliorate, grazie anche al ricorso agli antibiotici, e cosi' siamo meno esposti a batteri, virus e parassiti che, hanno anche il compito di far sviluppare, in maniera naturale, il nostro sistema immunitario. In altre parole, il miglioramento delle condizioni di vita ha come conseguenza una riduzione delle difese dell’organismo, come dimostra un classico studio che mise a confronto i figli di braccianti e agricoltori con quelli di professionisti e manager, dimostrando che esiste una precisa correlazione tra allergie e stato socioeconomico delle persone. Per spiegare questo strano paradosso, bisogna rifarsi allo sviluppo del sistema immunitario che avviene attraverso due strade. La prima passa attraverso speciali globuli bianchi, i linfociti Th1, che vengono attivati soprattutto dal contatto con batteri. La seconda ha per protagonisti i Th2, la cui attivita' puo' essere stimolata da parassiti, come la tenia o affezioni parassitarie dei bambini. Il miglior controllo delle malattie infettive pediatriche, verificatosi negli ultimi anni, ha determinato un calo dello stimolo nella produzione di Th1 e cio' ha portato a uno sviluppo eccessivo dei Th2. Sarebbe proprio questo squilibrio che, a fronte di una diminuzione delle comuni infezioni dei bambini, determinerebbe un aumento del rischio di allergia, perche' il relativo eccesso di Th2 favorirebbe la produzione di sostanze solubili: le interleuchine -4, -5, -9, -10, -13, che sono responsabili, direttamente o indirettamente delle principali alterazioni fisiopatologiche caratteristiche delle malattie allergiche (produzione delle IgE da parte dei linfociti B e quindi liberazione dei mediatori infiammatori da parte dei mastociti, infiltrazione di cellule eosinofile, ipersecrezione di muco, fenomeni di fibrosi). Un ruolo particolare in questo processo e' svolto dalle cellule dendritiche, presenti in gran numero sulla cute e nelle mucose, dove tra le cellule dell’immunita' naturale sono le piu' importanti sentinelle nei confronti di qualsiasi agente estraneo che turba l’omeostasi dell’organismo. Esse lo intercettano, lo metabolizzano e ne trasportano i componenti nel linfonodo piu' vicino dove li presentano al linfocita T CD4+ helper vergine, affinche' esso lo riconosca mediante il recettore specifico presente sulla sua superficie e quindi cominci ad attivarsi, cioe' a proliferare e a differenziarsi in una cellula attrezzata a combattere lo stesso agente estraneo, penetrato nell’organismo.
La rinite e l’asma sono, invece, in continuo aumento, ma nonostante l’evidenza clinica della loro associazione, e' stato solo negli ultimi 10 anni che le ricerche epidemiologiche ne hanno ipotizzato lo stesso meccanismo patogenetico: circa l’80% dei pazienti asmatici presenta anche rinite, e anche quando l’asma non e' manifesta clinicamente, i pazienti con rinite hanno una maggiore suscettibilita' bronchiale verso agenti esterni, in particolare sostanze inquinanti diffuse nell’atmosfera. L’allergia viene oggi considerata una condizione unitaria, a carattere sistemico, indipendentemente dalle aree del corpo interessate dai sintomi. Esisterebbe una sorta di predisposizione allergica, e per questa sua origine unitaria e atopica, essa puo' presentarsi con varie manifestazioni cliniche, in diverse parti dell’organismo. e' quindi consigliabile una valutazione del soggetto allergico, visto nella sua completezza, senza limitarsi all’apparato colpito dai sintomi.

La Prevenzione è l'unica vera arma per ridurre l'incidenza delle allergie. Ma lo sforzo richiederà in pochi anni un investimento notevole,che potrebbe ammontare ad oltre 10 miliardi di euro l’anno,e dunque l'aumentare dei costi economici e sociali da parte delle famiglie, e dei servizi sanitari.

mercoledì 10 febbraio 2010

Latte materno antistress

A Perth ,in Australia Occidentale, è stato fatto uno studio, pubblicato sul Journal of Pediatrics, sull'allattamento al seno prolungato.I neonati allattati al seno per oltre sei mesi sarebbero meno a rischio di sviluppare problemi di salute mentale.
Per sedici anni sono stati seguiti con controlli seriati circa 2400 bambini.Secondo lo studio i bambini allattati al seno meno di sei mesi avevano il 52% di rischio in più,della popolazione di bambini studiati, di problematiche mentali a 2 anni fino ad un 37% all'età di 10 anni.L'allattamento prolungato,si ipotizza, oltre che a creare un forte legame madre-figlio,avrebbe un benefico e duraturo effetto antistress.

The Long-Term Effects of Breastfeeding on Child and Adolescent Mental Health: A Pregnancy Cohort Study Followed for 14 Years, Wendy H. Oddy, PhD, Garth E. Kendall, PhD, Jianghong Li, PhD, Peter Jacoby, MSc, Monique Robinson, BA (Hons) Psych,Nicholas H. de Klerk, PhD, Sven R. Silburn, MSc, Stephen R. Zubrick, PhD, Louis I. Landau, MD, and Fiona J. Stanley, MD, The Journal of Pediatrics, published online Dec 14, 2009.

martedì 9 febbraio 2010

Un Orsetto per la sicurezza

Gli incidenti in età pediatrica sono un fenomeno di grandi proporzioni, molto diffuso in italia e anche nel resto del mondo, che maggiormente avviene in ambiente domestico o in luoghi ritenuti sicuri come scuole, palestre.Le conseguenze si ripercuotono non solo sul piano sanitario, ma anche su quello economico originando spese sanitarie e perdite di giorni lavorativi agli adulti.Il progetto "Orsetto Daddy a scuola di sicurezza" nasce per promuovere la prevenzione degli incidenti in età pediatrica, perchè la prevenzione è la prima ed efficace area di intervento e deve coinvolgere :bambini, genitori, insegnanti, educatori e chi si occupa del bambino, in generale.Un video-gioco è lo strumento più adatto per promuovere una campagna di prevenzione.All'interno del gioco , il bambino si muove all'interno della scuola, delle varie stanze di casa, al parco, per strada e vive la sicurezza attraverso divertenti avventure dell'Orsetto Daddy. Il gioco nato dalla collaborazione di uno sponsor con la SIP (Società italiana di Pediatria) e la SIMEUP (Società italiana di Medicina Emergenza Urgenza Pediatrica) è rivolto a bambini tra i 4 e i 7 anni, assistiti dai genitori o insegnanti o dagli stessi pediatri.

Cliccando sul titolo entrerete nel sito "Orsetto Daddy"

domenica 7 febbraio 2010

Piccoli interventi di Chirurgia Pediatrica

Ernia inguinale, idrocele, cisti del funicolo

Queste condizioni sono dovute alla persistenza totale o parziale del dotto peritoneo-vaginale. L’ 80% dei neonati a termine e il 100% dei prematuri hanno alla nascita il dotto pervio. Il dotto tende poi a chiusura spontanea nel corso dei primi due anni di vita, raramente più tardi.
L’idrocele e la cisti del funicolo non danno disturbi al bambino e non danneggiano il testicolo. Possono risolversi nei primi due anni di vita con la chiusura spontanea del dotto. E’ quindi indicato operare solo gli idroceli e le cisti del funicolo che persistono dopo il secondo anno di vita; ma si può aspettare anche in base alla clinica. L’attesa non comporta rischi e il bambino deve fare vita normale.
L’ernia inguinale può talvolta per chiusura spontanea del dotto, ma il rischio dello strozzamento erniario è alto (tanto più alto quanto più il bambino è piccolo) e pertanto l’attesa è controindicata. Il bambino con ernia inguinale va operato alla diagnosi, indipendentemente dall’età. Nel prematuro si aspetta che si raggiungano i 2 Kg. di peso.
La diagnosi di questa patologia è clinica.

Criptorchidismo
Si ammette che un testicolo non sceso nello scroto alla nascita possa ancora scendere spontaneamente, ma solo nei primi mesi di vita. Un testicolo non sceso alla fine del primo anno non ha sicuramente più nessuna possibilità di scendere da solo per quanto si aspetti e deve dunque essere sottoposto a terapia. Non è qui il caso di discutere la diagnosi differenziale fra testicolo retrattile e testicolo criptorchide, né la scelta tra terapia ormonale e chirurgica. Prima dell’intervento è indicata una ecografia solo se il testicolo non è palpabile; l’ecografia non è utile se il testicolo è palpabile.

Fimosi, aderenze balano-prepuziali.

La fimosi è l’unica indicazione medica alla circoncisione.Si definisce fimosi l’impossibilità di scoprire il glande per la presenza di stenosi del meato prepuziale. Sicuramente non è fimosi l’impossibilità di scoprire il glande per la presenza delle aderenze balano-prepuziali, esito fisiologico dello sviluppo del prepuzio. Queste aderenze sono destinate a scomparire spontaneamente (entro i primi 5 anni nel 90% dei casi). Non esiste mai motivo per staccarle forzatamente, neppure quando persistono fino all’adolescenza (<1 acquisita="" all="" alla="" alle="" attesa.="" br="" casi="" cicatrice="" cicatriziale="" cio="" da="" dei="" del="" di="" dovuta="" e="" esiste="" estremit="" evidente="" facile="" fimosi="" forzato="" glande="" indiscutibile="" la="" legata="" manovre="" molto="" operata="" pediatriche.="" prepuzio.="" presenza="" proprio="" quando="" quella="" riconoscere="" scoprimento="" scuole="" senza="" solo="" sostenuta="" spesso="" stenosante="" stenosi="" una="" usate="" va="" vecchie="">
Sinechia delle piccole labbra.
Condizione comune, di natura acquisita, va trattata solo in presenza di disturbi minzionali (rari) . Il distacco delle piccole labbra è gesto banale, ma è meglio farlo in sedazione. La recidiva è frequente se non vengono poi applicate localmente pomate (meglio se con estrogeni).

Ernia ombelicale

Non dà disturbi e non si strozza mai. Tende a guarigione spontanea almeno fino al terzo anno di vita. La correzione chirurgica è indicata se l’ernia persiste dopo il 3°-4° anno di vita. Nell’attesa è inutile e controindicato applicare mezzi contentivi (cinti o la classica moneta)

Ernie epigastriche
Mentre è da tutti accettato che la diastasi dei retti si risolve sempre spontaneamente senza bisogno del chirurgo, per le piccole ernie epigastriche lungo la linea alba l’indicazione chirurgica è invece discussa.

Ipospadia

Il trattamento, più o meno complesso e non sempre fattibile con un unico intervento chirurgico, deve essere attuato nel secondo anno di vita e, in ogni caso, concludersi entro il terzo anno. Si discute se le ipospadie di grado minore (glandulari), che non comportano conseguenze funzionali ma solo estetiche (ed eventualmente psicologiche), abbiano davvero necessità di correzione chirurgica; in particolare si discute se per intervenire chirurgicamente in questi casi non sia opportuno attendere che il bambino diventi più grande e possa essere coinvolto personalmente nella decisione dell’intervento.

Labiopalatoschisi

La Labiopalatoschisi è una malformazione della faccia, comunemente nota come “labbro leporino”, che si presenta con un’interruzione più o meno grande del labbro superiore, della gengiva e del palato.Quando la schisi o fessura interessa solo il palato ci troveremo di fronte ad una palatoschisi.
Quando coinvolge oltre al labbro e al naso, anche la gengiva e tutto il palato, si avrà una labiopalotoschisi.
Si opera dopo i 10 mesi di vita e l’intervento cambia a seconda dell’interessamento anche del palato molle.

Cisti mediana del collo

Difficilmente viene riscontrata prima del terzo anno di vita e la diagnosi è clinica, ambulatoriale. Va operata quando la si diagnostica: aspettare non serve,la cisti non scompare mai da sola e potrebbe essere dannoso per il rischio che vada incontro a suppurazione rendendo l’exeresi chirurgica più difficoltosa.e la recidiva più probabile. Prima dell’intervento occorre richiedere una ecografia non tanto per confermare la cisti, ma per accertare la presenza della tiroide nella sua sede normale.

Fistole branchiali

Più rare della cisti mediana, si riscontrano anche nel lattante. Conviene asportarle senza aspettare. Non è indicata nessuna indagine preoperatoria.

lunedì 1 febbraio 2010

Consigli di viaggio ovvero Bambini in viaggio...continua!!

Viaggio in automobile

Il mezzo più utilizzato per andare in vacanza è l'auto. A parte la prudenza nella guida, di non bere alcolici oltre ad indossare sempre la cintura di sicurezza .
° I bambini più piccoli debbono stare sul seggiolino, secondo le modalità stabilite per legge.
° I bambini fino ai 12 anni devono utilizzare l'apposito cuscino per permettere un uso appropriato della cintura e non fate mai viaggiare un bambino sotto i 12 anni sul sedile anteriore
° Il viaggio deve avere delle soste, ogni 2-3 ore, per permettere ai bambini di muoversi e distrarsi, oltre che per le esigenze corporali.
° Portate con voi giochini, carte e libri che aiutino il bambino a passare il tempo durante il viaggio, cantate, raccontate delle storie.I bambini si divertono molto a sentire le storie in cui sono protagonisti i genitori, i nonni o i fratelli e sorelle.
° Utilizzate l'aria condizionata evitando temperature polari, e nelle soste non lasciate mai i bambini da soli nelle aree di servizio, né in auto al sole.
° Utilizzate il bloccaporte delle porte posteriori in movimento e non sbloccatele mai durante tutto il viaggio.I vostri figli li “libererete” voi per farli scendere.
° In caso di sosta in una aiuola di posteggio o in strada per coda non fate uscire i bambini, ma teneteli sui seggiolini sui sedili posteriori.


Viaggio in Aereo

Quando si cambia rapidamente di altezza, come in un viaggio aereo, sia al decollo che all'atterraggio si può avere una sensazione di fastidio alle orecchie o si può avvertire un vero e proprio dolore se è presente una infezione delle vie respiratorie o una infiammazione della membrana del timpano. La causa di questo disturbo è la differenza di pressione che si crea nell'orecchio medio separato dall'ambiente esterno dalla membrana del timpano.
° Potete prevenire questo disturbo bevendo (acqua, succo di frutta,latte) oppure dando da succhiare il ciuccio per tutto il tempo di decollo e atterraggio e se ci sono variazioni di pressione durante il volo.
° In aereo talvolta l'aria condizionata è molto forte pertanto prevedete di vestire il piccolo a cipolla.
° Fate sedere i bambini vicino al finestrino, questo può distrarli e
divertirli durante il viaggio.
° Alcune compagnie aeree offrono menù specifici per bambini: chiedetelo al momento della prenotazione.
° Portate sempre con voi dei giochini per distrarlo.
° Portate a bordo un bagaglio a mano con tutto l'occorrente per un cambio, pannolini, salviettine rinfrescanti, ciuccio, una copertina per i viaggi più lunghi e un piccolo pronto soccorso per ogni evenienza.

Il jet-lag è quel malessere che si avverte dopo aver viaggiato in aereo e cambiato rapidamente fuso orario. Sebbene sia difficile da evitare si possono prendere alcune precauzioni: nei giorni precedenti il viaggio fate in modo di rispettare intervalli di sonno regolari. In aereo cercate di far dormire i bambini il più possibile.
A destinazione fate mangiare e dormire i bambini secondo l’orario locale.

° Per maggiori informazioni per i viaggi in aereo consulta in: http://www.pediatrico.it/viaggi.htm

Cinetosi

Per cinetosi si intende quell'insieme di disturbi che colpiscono durante i viaggi con nausea, vomito, vertigini, pallore, sudorazione fredda. I sintomi sono dovuti alle ripetute sollecitazioni provocate dal mezzo in movimento, Per prevenire tale inconveniente:
° fare frequenti soste e permettere al bambino di scendere dall'auto, di muoversi e distrarsi;
° far mangiare i piccoli prima della partenza: un pasto leggero senza troppi liquidi;
° viaggiare di notte o al mattino quando si avvertono meno questi inconvenienti;
° non fate leggere i bambini in viaggio.
Possono essere utili farmaci anticinetosici a base di prometazina.


Mare e aria aperta

° È bene evitare, soprattutto per i lattanti, l'esposizione diretta ai raggi solari anche nelle ore meno calde in quanto il riverbero del sole comunque può provocare scottature, così come la presenza delle nuvole non ci protegge dalle ustioni. Pertanto esponiamoci al sole nelle ore meno calde (primo mattino, tardo pomeriggio).
° Mettiamo sempre la carrozzina all'ombra.
° Copriamo il capo anche dei più grandicelli con un cappellino .
° Asciugare i capelli bagnati.

° Evitare il bagno in mare se non dopo 2-3 ore dal pasto; stare sempre vicino al bambino che sta in acqua, e faccia uso, in base all'età, di braccioli e ciambella.
° Evitare che i piccoli facciano il bagnetto al mare se c'è la possibile presenza di meduse.
° E’ utile l'uso di occhiali da sole con lenti di ottima qualità, per tutti i bambini, anche piccoli, soprattutto con occhi chiari.
° Utilizziamo creme solari ad alta protezione, ripetiamo l'applicazione ogni 2 ore circa anche se sono resistenti all'acqua.
° Per i bambini, in particolare per quelli che soffrono di eczemi e dermatiti, è consigliato usare creme specifiche per bambini che non contengono sostanze allergizzanti e proteggono dal sole in modo più sicuro rispetto alle comuni creme solari.
° Non applicare la crema sulle mani visto la tendenza dei bimbi di mettersi le mani in bocca.
° Ricordiamoci di vestire i bambini con abiti freschi di puro cotone o di lino, non utilizziamo le fibre sintetiche per evitare una eccessiva sudorazione della pelle.
° Nelle escursioni in campagna indossare pantaloni lunghi e indumenti a manica lunga per evitare punture di insetti e altri piccoli animali.
° Portare sempre con sé una crema a base di cortisone o antistaminico per eventuali punture di insetti.
° Utilizzate zanzariere alle finestre, ma soprattutto sulla culla e sul lettino. I rimedi chimici (zampironi, fornelletti elettrici...) non sono da consigliare anche se più efficaci dei rimedi naturali (citronella, geranio, basilico, menta) in quanto potenzialmente tossici.
° Grande importanza ha inoltre una buona idratazione con l'assunzione di liquidi non gassati o ghiacciati ma rinfrescanti, ricchi di sali minerali e soprattutto una dieta ricca di frutta e verdura fresca.

Applicando queste giuste precauzioni si può evitare di avere le spiacevoli conseguenze del colpo di calore e del colpo di sole, legati a temperature elevate e alta umidità, il primo, e ad alte temperature ma bassa umidità, il secondo.



Viaggi in paesi esotici

Se il bimbo è piccolo è meglio trascorrere le vacanze in paesi sicuri, evitando località che sono a rischio di malattie come la malaria, l'epatite, la febbre tifoide o semplicemente la diarrea del viaggiatore. Infatti la diarrea colpisce circa il 20-50% dei viaggiatori in paesi esotici e questa può essere causa di malessere lieve ma anche di grave patologia, fino a disidratazione grave nei bambini.
° Gli antibiotici e gli antidiarroici a scopo preventivo non servono.
° Una certa utilità potrebbe aversi dall'uso, sia preventivo sia durante l'episodio di diarrea in atto, di farmaci probiotici associati a prebiotici.
° In corso di diarrea, anche iniziale, l'uso appropriato di soluzioni reidratanti orali. Se avete deciso di visitare paesi esotici ricordatevi che per potervi andare è necessario, in alcuni, fare delle vaccinazioni che sono sconsigliate nei più piccoli.
Informarsi presso il centro di vaccinazione più vicino vi aiuterà a capire i rischi per il vostro bambino di malattie endemiche in alcuni paesi mete di turismo e delle eventuali vaccinazioni possibili.
° Evitare di utilizzare per bere l’acqua corrente.
° Non fare uso di cubetti di ghiaccio per rinfrescare le bevande.
° Ai tropici i corsi di acqua dolce possono essere infestati da larve che possono penetrare nella pelle e provocare malattie (bilharziosi): evitate ai bambini i bagni in questi , preferendo il mare.
° Utilizzare l'acqua minerale anche per l'igiene orale del vostro bambino.
° Evitare il consumo di uova crude o poco cotte, per il rischio di salmonella e altri agenti enteropatogeni.
° Evitare latte non pastorizzato o dessert come budini o gelati prodotti da fonti non affidabili.
° Evitare il consumo di frutta non pelata o di verdura cruda
° Consumare preferibilmente cibi ben cotti.
° Il calore e l'umidità eccessivi possono provocare disidratazione, esaurimento muscolare con crampi, colpi di sole o di calore, per cui è utile bere molto.


Farmaci

In viaggio è necessario essere forniti di quei pochi indispensabili presidi sanitari che vi permetteranno di far fronte a piccoli inconvenienti , soprattutto se decidete di andare in località con scarsa assistenza medica e presidi sanitari lontani o facilmente raggiungibili.
Portate con voi: termometro, cerotti, disinfettante, garze sterili, creme solari, antifebbrile/antidolorifico, antinausea, antistaminico (in gocce o sciroppo per eventuali reazioni allergiche), soluzioni saline per il lavaggio del nasino,riintegratori della flora intestinale, pomata a base di cortisone per le punture di insetti.
° Evitare le cosiddette gocce per il mal d'orecchio: utilizzare sempre antidolorifici per via orale o rettale, tipo paracetamolo.
° Portate farmaci specifici per eventuali patologie di cui soffre il vostro bimbo.