venerdì 4 ottobre 2013

Pubertà precoce in aumento

A partire dalla metà degli anni ’90, le bambine crescono più velocemente e mostrano i primi segni della pubertà tra i 6 e gli 8 anni, mediamente due anni prima del normale. A quell’età iniziano a comparire i primi peli pubici e cominciano a crescere i seni, mentre attorno a 12 anni iniziano le prime mestruazioni. Il cambiamento è stato dapprima constatato nelle bimbe dei Paesi dell’Estremo Oriente e successivamente anche tra quelle italiane. I casi di pubertà precoce femminile sono raddoppiati, ma anche i maschi, negli ultimi anni, cominciano a mostrare un’anticipata maturità. La Dott.ssa Aurora Natalia Rossodivita, del Dipartimento di Pediatria Ambulatorio e Day Hospital di Endocrinologia Pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma, spiega che le motivazioni del telarca (questa la definizione esatta della pubertà precoce) sono legate soprattutto a “fattori genetici, razziali ed etnici, ma sono importanti anche i fattori ambientali come le abitudini alimentari”. La ricerca è stata avviata in India, il primo Paese in cui si è notato questo andamento. La problematica si è riscontrata anche nelle bambine immigrate in Italia e provenienti da quelle zone. La pubertà precoce, però, non si è presentata tra le ragazzine immigrate con la propria famiglia di origine. Per capire meglio, bisogna differenziare bambini adottati da quelli trasferiti nella nostra nazione con la propria famiglia: i primi vivono il fenomeno chiamato “recupero della crescita”, un aumento di altezza e peso, fino ad arrivare anche al sovrappeso; i secondi, invece, solitamente mantengono la medesima alimentazione del loro Paese di origine. La Dott.ssa Rossodivita, spiega infatti che “alcuni ormoni prodotti dal tessuto adiposo, come la leptina e l’adiponectina agiscono sull’ipotalamo che attiva l’ipofisi e le gonadi, le ghiandole sessuali”. Il nesso tra aumento di peso e casi di pubertà precoce oggi è esistente anche per le ragazzine italiane. La pediatra conclude che un’altra motivazione del telarca sono le sostanze chimiche presenti nel DDT, che si comportano “come sostanze estrogeno-simili, attivando l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi”. Nei Paesi in cui il DDT è ancora usato, queste sostanze sono presenti e resistono nell’ambiente per decenni, provocando questi disturbi. Tra l’altro, non vanno sottovalutati gli aspetti psicologici di questo problema; infatti, le bambine, vivendo prima del tempo, in un “corpo da grandi”, subiscono turbamenti psicologici, cambiamenti di umore e sentendosi diverse dalle loro coetanee, possono vivere difficoltà sociali. Fonte:Yourself.it

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