venerdì 20 dicembre 2013

Italia a misura di Bambini??? Ai Pediatri Italiani non sembra affatto!

Durante il 68/esimo Congresso della Società italiana di pediatria (Sip) i pediatri annunciano: "L'Italia non è un paese per bimbi". Un lungo elenco di fatti lo dimostra: “I seggioloni nei ristoranti sono ormai merce rara. Siamo uno dei paesi agli postis su questo fronte. Per non parlare degli spazi dedicati all’allattamento, anche questi insufficienti, soprattutto nei centri commerciali”, sottolinea Marcello Giovannini, professore di pediatria all’Università Statale di Milano e Presidente della Società italiana di Nutrizione Pediatrica (Sinupe). “Abbiamo una percentuale di posti negli asili nido che è tra le più basse al mondo", rincara il presidente della Sip, Alberto Ugazio, "Se a livello europeo è previsto che il 33% dei bimbi trovi posto nei nidi, l’Italia si ferma poco sopra il 22%. Siamo indietro anche rispetto ai Paesi vicini, come Francia e Germania. E ci distinguiamo in negativo soprattutto per quanto riguarda i nidi aziendali, uno strumento che cambierebbe radicalmente la vita delle mamme”. Le metropoli, nello specifico, spiccano come città ostili ai più piccoli, “dove è sempre più difficile, e poco salutare, circolare a piedi o in bicicletta”, alle prese con auto, traffico e gas di scarico, sostiene Ugazio. La lotta “per un’Italia più a misura di bambino” diventa dunque “l’obiettivo più importante e strategico per la Pediatria Italiana”. I dottori dei piccoli lanciano anche un appello ai politici, nazionali e locali: “Bisogna riportare il bambino al centro delle scelte sociali e politiche del Paese, perchè oggi il quadro è davvero sconfortante”, sostiene Ugazio. “Siamo il Paese che nel 2010 ha fatto meno bambini (è nostro il tasso più basso di natalità al mondo: 1,2 nati per donna fertile) e già questo dimostra lo scarso interesse per i bambini. Il nostro appello ai politici riguarda anche la spesa per la famiglia, oggi ferma all’incirca all’1,2% del Pil, contro una media europea del 2,2% e percentuali che in Germania e Regno Unito arrivano anche al 3,5%”. Purtroppo, prosegue, “oggi si registra lo scarso interesse della politica in generale e delle amministrazioni locali per la mamma, il bimbo e la famiglia. Forse perchè i bambini non votano, i loro diritti passano in secondo piano”. Poca l’attenzione anche a qualità dell’aria e a sicurezza alimentare: “Oggi i nemici del sistema immunitario", fa presente Alessio Fasano dell’università di Baltimora, "si sono moltiplicati rispetto al passato. Dobbiamo difenderci da sostanze chimiche e cancerogene, e da alimenti mai visti prima. E non a caso ci troviamo davanti a epidemie di asma, ad allergie alimentari sempre nuove. Dobbiamo renderci conto che è proprio in età pediatrica che si gioca il futuro degli adulti di domani. Spero che la classe politica ascolti per una volta la classe medica e collabori per migliorare la qualità della vita dei più piccoli”. Secondo i pediatri, anche gli spot televisivi potrebbero aiutare ad ottenere dei risultati sul fronte 'baby-friendly': “Oggi il bambino, soprattutto per il marketing, è un oggetto più che un soggetto”, osserva Giovannini. Da un monitoraggio sulle pubblicità televisive dei due canali italiani più seguiti dagli adolescenti (Italia 1 e Canale 5) emerge uno squilibrio a favore di carboidrati e dolci, che insieme sono protagonisti del 55% degli spot, contro lo 0,6% delle verdure. Tutti questi problemi, conclude Ugazio, “vanno affrontati al più presto, se non vogliamo che il nostro diventi un Paese di vecchi”. Fonte:La Voce

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